(Fwd) Aerei militari & business



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fonte:
Roberto Meregalli - Lara Ghibello
Olgiate Molgora (Lecco)
roberto.lara at ciaoweb.it
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Come seguito alla giornata dedicata agli armamenti, recentemente svoltasi,
riporto un articolo del Corriere Economia di lunedi' 20 marzo 2000.
Ciao

Aerei militari & business
Prevista una spesa di 400 mila miliardi entro il 2010 per rimodernare gli
stormi Duello all'ultimo caccia
Nei prossimi 10 anni dovranno essere cambiati 15.400 velivoli.
In Asia mercato  piu' promettente

Il primo colpo lo ha messo a segno l'F-16 Fighting Falcon della Lockheed,
abbattendo il Mirage francese nei cieli degli Emirati Uniti.
E portando a casa un contratto da 6,4 miliardi di dollari che ha fatto
decollare le quotazioni dell'azienda a Wall Street.
La risposta dal Vecchio Continente non si e' fatta attendere: la Grecia ha
annunciato l'acquisto di 60 Eurofighter, un potente bimotore prodotto da un
consorzio tra Gran Bretagna, Italia, Spagna e Germania.
Un colpo da cinque miliardi di dollari.

Ma altri duelli stanno per scatenarsi nei cieli di tutto il pianeta, per
conquistare uno dei mercati piu' ricchi del prossimo decennio: quello dei
velivoli da caccia.

Le valutazioni piu' caute ritengono che entro il 2010 tra i 136 e i 200
miliardi di dollari verranno destinati ad aggiornare gli stormi da
intercettazione.
Un segno dei tristi presagi che accompagnano il nuovo secolo, con il
moltiplicarsi dei conflitti locali e un panorama internazionale segnato
dalla tensione.
Dal 1989 in poi la fine della guerra fredda aveva fatto amputare i bilanci
militari, offrendo ai governi un Peace dividend da impiegare per altri
investimenti.
Ma i sogni degli anni Novanta si sono gia' spenti e si assiste a una
frenata drastica.

Persino nella pacifica Italia il governo di sinistra ha stornato fondi dal
budget dell'edilizia ospedaliera per finanziare l'Eurofighter Typhoon, il
supercaccia europeo.

Una stima del mercato globale e' stata fatta dall'autorevole Air Force
Monthly britannico, i cui dati sono stati ripresi nel corso del salone
aerospaziale di Singapore.
Nei prossimi dieci anni dovranno essere rimpiazzati o radicalmente
aggiornati 15.400 velivoli "da difesa aerea".
Di questi, 4.400 sono Mig fabbricati in Russia e Cina: mezzi di categoria
inferiore, con un prezzo di listino inferiore ai 20 miliardi di lire.
Tremila invece sono jet di produzione occidentale, ma risalenti agli anni
Cinquanta-Sessanta.
Altri 1.800 sono caccia leggeri, prodotti negli anni Settanta-Ottanta,
ormai inadeguati per qualunque combattimento aria-aria.
Sul mercato infatti sono comparsi i nuovi mostri della produzione ex
sovietica, supercaccia offerti a prezzi spesso ridicoli o barattati con
materie prime.
I russi poi si sono dimostrati mercanti disinvolti, formando joint venture
commerciali in Europa, Asia e soprattutto in Israele.
Sul Corno d'Africa si danno battaglia i temibili Sukhoi Su 27 etiopici e i
Mig 29 eritrei.
Il Bangladesh con 115 milioni di dollari si e' portato via 8 Mig 29 con 70
tecnici.
E tutti sono costretti a cercare nuovi mezzi per garantire la sicurezza
degli spazi aerei.
Cercando nuove formule finanziarie.
Un'occasione ghiotta per gli specialisti delle revisioni, israeliani e
francesi in prima linea: prendono una vecchia cellula - il "guscio"
dell'aereo - inseriscono radar, motori e armi ultimo grido e lo rendono
ancora appettibile.
Cosi' i vecchi F-4 Phantom risalenti alla fine degli anni Cinquanta possono
continuare a sfrecciare fino al 2020.

In questo scenario, tutti gli analisti ritengono che il grande sconfitto
sara' la Boeing: ha assorbito la McDonnell Douglas del leggendario F 15
Eagle ma avra' solo il 16 per cento del mercato nel 2009 contro il 40 del
1999.
Lockheed Martin invece ha in catalogo l'F 16 (Oltre 4.000 venduti, il 44%
esportati) e il futuristico F22 Raptor.
La Francia offre sia il Mirage 2000 (574 venduti, il 45% all'estero) sia il
nuovissimo Rafale.
Italia, Gran Bretagna, Germania e Spagna sono consorziate nel Typhoon.  I
Paesi occidentali preferiscono puntare sui "Silver Bullets", mostri
tecnologici invisibili ai radar e in grado di sopravvivere a qualunque
situazione: supercaccia senza prospettiva di esportazione.
Per realizzarli pero' nascono inedite alleanze trasversali ai blocchi
economici.
Il caso dello Jsf, un programma da 100 miliardi di dollari, che vede
coalizzarsi aziende americane e britanniche, con un esplicito interesse
italiano.
Coppie inedite si formano anche nelle esportazioni in Asia, Sud America e
Africa.
L'attenzione principale dei clienti e' sui prezzi, sui sistemi di pagamento
e sulle compensazioni tecnologiche.
Poco richiesta la produzione su licenza, che fa decollare i costi: la copia
giapponese dell'F 16 ha un prezzo tre volte superiore.

Un modello invece e' quello dal contratto sudafricano: per rilanciare lo
sviluppo dell'economia, il governo di Pretoria ha puntato sullo shopping
militare, puntando sul ritorno di tecnologia avanzata, anche se non
direttamente connessa alla produzione dei mezzi.
La vittoria per i caccia e' andata a un outsider: l'alleanza tra gli
svedesi della Saab - produttori del velivolo - e gli inglesi della Bae -
che curano commercializzazione e assistenza - che hanno imposto lo Jas 39
Gripen. Un aereo che tutti negli anni Ottanta consideravano una follia
dettata dall'ossessione svedese per la neutralita'.
E che adesso invece fa gola a molti acquirenti meno ricchi, grazie anche a
un marketing agguerrito: e' in pole position per le forniture a Polonia e
Cile.
In Cile invece bisogna soddisfare le pretese dei generali - che sognano un
caccia ultimo tipo - e fare i conti con budget ristretti.
Il bando di Santiago parla di un requisito per 18 caccia e fissa il tetto
di spesa in 600 milioni di dollari.
Gli americani, a fini promozionali, hanno prima offerto 18 F 16 usati,
prelevati dal surplus dell'Air Force.
Per i generali e' stata quasi un'offesa e Washington si e' affrettata a
proporre 16 F-16 nuovi.
I francesi hanno suggerito di partire con 8 Mirage 2000 del modello piu'
aggiornato per 300 milioni, missili inclusi: il resto del contratto sarebbe
stato discusso in futuro.
Invece la coppia anglo-svedese ha suggerito 12 Jas 39 in leasing per 5 anni
a 300 milioni, con condizioni per l'acquisto dopo la scadenza iniziale.
Amici e allenze contano sempre meno.
La Nuova Zelanda aveva fatto un favore agli Usa accettando 28 caccia F-16
comprati dal Pakistan e bloccati dall'embargo.
Un prezzo ottimo: 2 leasing quinquennali per 124 milioni.
Salvo poi scoprire che la Lockheed ne pretende altri 238 per manutenzione,
assistenza e pezzi di ricambio: il governo ha gia' dichiarato di essere
pronto a fermare tutto.

E oggi i migliori acquirenti sono in Asia, lo scacchiere piu' caldo del
pianeta.
Cina e India hanno appena firmato con la Sukhoi: Pechino ha preso 45 Su 30
per un miliardo di dollari, New Delhi 40 con avionica occidentale per 1600
milioni.
Per avere un'idea, il Sukhoi 30 viene considerato superiore a tutti i jet
occidentali oggi in servizio e costa circa 30 milioni, meno della meta' dei
suoi concorrenti.
Ne sanno qualcosa a Taiwan, dove adesso sono costretti a corteggiare il
Raptor statunitense (106 milioni a esemplare) o il Rafale francese (58
milioni).

Gianluca Di Feo


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