genetica e militari



La guerra genetica e' la nuova frontiera della corsa agli armamenti?
Sembrerebbe proprio di si', a giudicare soprattutto dai finanziamenti che 
stanno alle spalle della sperimentazione e dei progetti correlati a questo 
tema, e che vedono coinvolti non solo enti scientifici, ma anche militari.

Ricordo un servizio di qualche tempo fa su Raitre (ad orario impossibile) 
che dopo un'interessante analisi delle nuove frontiere tecnologiche nello 
sviluppo delle armi moderne, lanciava questa ipotesi e forniva varie 
testimonianze e dati a riguardo, purtroppo non lo registrai, pero' ho 
recuperato lo stesso un po' di notizie in giro.
Scusate se devo usare termini militari, ma e' per chiarezza e purtroppo c'e' 
veramente chi fa questi ragionamenti.
Il grande "svantaggio" delle armi batteriologiche e' che non possono 
essere utilizzate durante i conflitti perche', detto brevemente, se il vento 
gira dalla parte sbagliata non funzionano o possono essere addirittura 
controproducenti (al vento non si comanda, neanche se sei un 
generale...). 
In pratica  e' molto pericoloso immettere nell'ambiente virus che 
potrebbero diventare incontrollabili, e anche la mente perversa dei militari 
sembra concepire questo limite. Per questo finora le armi batteriologiche 
sono state oggetto di sperimentazione limitata, anche se non sono 
mancati gli incidenti (come quello scoperto casualmente a Sverdlovsk in 
Russia nel 1979, con 66 morti e chissa' quanti intossicati dall'antrace). 

L'accordo di non proliferazione delle armi batteriologiche fu firmato nel 
1972 da USA, URSS e Gran Bretagna, ora aderiscono 142 paesi ma non 
sono previsti meccanismi di controllo e ispezione (come invece per le 
armi chimiche).
Lo sviluppo di armi batteriologiche e' stato lo stesso perseguito dai paesi 
firmatari, soprattutto USA e URSS, anche dopo la firma del trattato, e il 
suo parziale abbandono e' avvenuto piu' che altro per le difficolta' d'uso e 
di controllo delle armi batteriologiche, non certo per l'intenzione di 
rinunciare a un progetto simile. 

Ora nuovi scenari si aprono con la possibile modifica genetica dei batteri 
in modo da colpire solo alcune popolazioni e/o razze, ed evitare quindi gli 
"effetti collaterali" tipici delle armi batteriologiche.
In pratica sembra possibile marcare i geni dei batteri in modo che attivino 
la loro azione mortale solo su alcuni soggetti, identificabili mediante una 
determinata codifica genetica, che e' in qualche modo variabile a seconda 
della razza umana.
Purtoppo non e' fantascienza, e questo e' testimoniato anche dal fatto 
che le risorse scientifiche-militari, sia americane che russe, 
precedentemente impegnate nel fronte batteriologico, sono state 
convertite rapidamente nel nuovo campo della ricerca genetica. 
Niente trapela su quanto succede negli Stati Uniti, ma molti ricercatori 
russi hanno esplicitamente dichiarato che fino a qualche tempo fa 
lavoravano proprio su questi aspetti per conto della ricerca militare russa, 
e ora che sono rimasti disoccupati per mancanza di fondi stanno 
ricevendo offerte di lavoro da vari stati esteri (alcuni hanno trovato 
lavoro proprio negli USA...).

La tecnologia genetica che permette di concepire una simile arma e' gia' in 
parte sviluppata e lo sara' sicuramente nei prossimi anni, con la 
conclusione del progetto Genoma e con la mappatura completa del DNA 
umano prevista per il 2003.
Come detto le armi genetiche hanno la caratteristica di colpire solo 
individui identificabili mediante un marcatore genetico, quindi 
appartenenti al medesimo gruppo etnico, e non a caso questo tipo di 
bombe sono anche dette etniche (e come non pensare al fatto che le 
attuali guerre hanno quasi tutte connotazione etnica?).

Si tratta di un bel connubio di razzismo, militarismo e perversione 
estrema, ma non e' pura fantasia, soprattutto dopo l'ultimo rapporto della 
BMA (British Medical Association) che non solo ha paventato la 
possibilita' che questo tipo di armi siano presto costruibili, ma ha anche 
denunciato la loro possibile esistenza.

Infatti sembra che molti paesi abbiano avviato da anni progetti di ricerca 
in questo ambito, ad esempio gia' il Sud Africa ai tempi dell'apartheid 
stava lavorando su virus in grado di colpire solo la popolazione di colore, 
mentre recentemente un parlamentare israeliano ha denunciato che 
ricerche simili si stanno svolgendo in Israele su armi genetiche in grado 
di colpire gli arabi.

Di fronte a questo scenario terrificante, e anche dopo i recenti 
avvenimenti di brevetti, cloni e manipolazioni genetiche varie, viene da 
chiedersi dove stia andando la ricerca genetica, e soprattutto chi ci stia 
dietro a finanziarla in maniera cosi' determinata. Il progetto Genoma e' 
sicuramente una delle sfide piu' audaci della ricerca scientifica, ma tutti i 
miliardi investiti vengono anche da multinazionali farmaceutiche e enti 
legati piu' o meno esplicitamente a strutture di potere economiche e 
militari, che notoriamente perseguono interessi ben diversi dalle pure 
applicazioni mediche.

Per quello che intuisco, rifacendomi anche ad altre discipine scientifiche, 
mi sembra poi che la genetica sia, in quanto scienza "giovane", in pieno 
delirio positivista, alla ricerca di un'analisi omnicomprensiva di un 
fenomeno (la vita...) che dovrebbe priam o poi sfuggirle vista la sua 
complessita'; eppure ci tocca subire il bombardamento mediatico quasi 
giornaliero sui geni che determinano il nostro comportamento, in 
un'ottica che riconduce l'essere umano a una macchina biologica priva di 
intenzionalita' e capacita' di scelta, e sappiamo bene che interessi ci 
possono essere dietro questo gioco subliminale.

E se per l'aspetto politico/sociale/personale tocca a noi mobilitarci, per 
quello scientifico non mi resta che sperare in un Heisenberg biologico 
che smonti tutto questo e che, cosi' come altre discipline (piu' vecchie e 
forse piu' sagge...) hanno affrontato cambiamenti rivoluzionari in questi 
ultimi anni, venga anche per la genetica il tempo di una "nuova 
alleanza"...

ciao
francesco


francesco iannuzzelli
francesco at dialogo.org
centro delle culture
http://www.dialogo.org
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Capita a volte che il saggio sia consigliato da un pazzo
(proverbio beti)