armi nucleari, Falco Accame e il KGB



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To: <s.deangelis at agora.stm.it>
Sent: Sunday, October 24, 1999 8:27 PM
Subject: Meglio tardi che mai


A proposito di armi nucleari e di KGB
Mitrokhin, la Fondazione Pasti e la base nucleare de La Maddalena

Da "Aginform" ottobre 1999
abbonamento L. 20.000 sul ccp n. 86557006 intestato Adolfo Amoroso,
via dei Lanfranchi 28, 00148 Roma

Da più parti si è sottolineato l'aspetto poco serio, per non dire
farsesco, della caccia all'agente del KGB recentemente apertasi in
Italia e delle sue conseguenze sul mediocre teatrino della politica,
con le sue penose abiure e le sue altrettanto penose
strumentalizzazioni. Ci si potrebbe anche fermare qui, se non
emergesse, sempre più prepotente, un gran bisogno di anticomunismo
come cemento ideologico del nuovo ordinamento imposto dalla borghesia
che, mentre va alla guerra come contro la Jugoslavia, butta senz'altro
al macero la costituzione repubblicana e la sostituisce con concetti
come "fedeltà alla NATO". Questo anticomunismo, lungi dall'essere un
residuato del passato, è qualcosa di ben vivo e attuale, come
dimostrano non solo le vicende nostrane, ma anche quelle di altri
paesi (per esempio le migliaia di processi contro persone colpevoli di
aver servito la Repubblica Democratica Tedesca in Germania o la Legge
di Sicurezza Nazionale nella Corea del Sud). Proprio per questo ci
appare singolarmente miope l'atteggiamento di coloro che, di fronte
alle accuse di rapporti col KGB, hanno reagito sottolineando
soprattutto la propria distanza dall'URSS. Pensiamo a un comunicato
della Fondazione Basso in cui, per difendere la memoria dello
scomparso, si sottolinea che "era antistalinista"  oltre che,
naturalmente, ai tanti che hanno ripetuto fino alla noia, pensando
così di salvarsi l'anima, che per i servizi sovietici se c'era un
nemico in Italia questi era Berlinguer (il quale infatti si sentiva al
sicuro sotto l'ombrello NATO).

Per quanto ci riguarda, riteniamo un titolo di merito aver trovato
nelle famose liste, tra gli altri, il nome di Nino Pasti e quello del
presidente della Fondazione Pasti, Falco Accame. Lungi infatti dal
tradire il proprio paese, essi ne hanno sempre orgogliosamente difeso
l'indipendenza e la sovranità, che altri hanno calpestato e calpestano
tuttora nel più vergognoso dei modi, facendo del nostro un paese a
sovranità non limitata, ma inesistente. Pasti amava ricordare (e
nessuno ha mai potuto smentirlo) che era sempre stato l'occidente a
introdurre nuovi sistemi di armamenti che poi il Patto di Varsavia si
vedeva costretto a bilanciare. Ebbene, ora il suo nome viene fatto in
rapporto al KGB perchè alzò la sua voce contro l'adozione della bomba
N (la nomba ad elevatissima radioattività studiata per uccidere le
persone lasciando pressochè intatte le cose)! Quanto ad Accame,
l'accusa - ridicola - riguarda la base USA (ancora operante) de La
Maddalena e sia sull'accusa che sulla base possiamo lasciare a lui
stesso la parola riproducendo parte di un suo comunicato stampa.

DAL COMUNICATO STAMPA DI FALCO ACCAME:

Per quanto riguarda lo scrivente, si legge a suo riguardo che un
operatore del KGB "intendeva spingerlo" a rivolgere un'interrogazione
parlamentare riguardante la sicurezza della popolazione di La
Maddalena, in seguito all'istallazione della base atomica americana in
quella sede. "Intendere spingere" non significa aver spinto e aver
spinto non significa che la spinta abbia avut alcun esito. Quanto al
contenuto, l''interrogazione sarebbe stata del tutto legittima ed
appropriata, data l'esistenza di effettivi pericoli per la popolazione
a La Maddalena e quanto alla forma è ovvio che a un parlamentare
vengano sollecitate interrogazioni parlamentari. Personalmente lo
scrivente in una legislatura ne ha rivolte 2.500. Non so se in
quell'occasione di 22 anni or sono lo scrivente abbia rivolto
un'interrogazione in questo senso, ma ritengo non fosse necessario,
perchè la situazione a La Maddalena era così grave che la Commissione
Difesa all'unanimità decise di recarsi sul posto e compiere un'opera
di ispezione alle istallazioni di monitoraggio che erano state poste
nella base e che risultarono tra l'altro non funzionanti. In quella
sede fu chiesto al Governo di rendere noti quali fossero i nostri
obblighi nazionali in base al Trattato italo-USA segreto di cessione
della base atomica de La Maddalena. Forse è opportuno ricordare oggi
che il Trattato non fu reso noto nemmeno alla Commissione Difesa,
anche se lo scrivente chiese personalmente al ministro degli esteri
Medici di farglielo conoscere e quanto meno di fargli conoscere chi
aveva firmato per i due paesi questo trattato la cui legalità è
dubbia, mentre ancor più dubbia è la classifica di segretezza che gli
è stata attribuita tagliando fuori il parlamento dalla conoscenza di
fatti riguardanti la sicurezza del paese. Ben venga dunque la
sollecitazione che viene dalla lista Mitrokhin se servirà a chiarire
con 25 anni di ritardo la questione della sicurezza della base de La
Maddalena e il perchè il trattato è stato tenuto segreto e chi si è
assunto la responsanilità di firmare questo trattato (forse è stato
firmato soltanto da militari!)





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Alessandro Marescotti
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