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Deterrenza nucleare: "illegale" oltre che "immorale"
- Subject: Deterrenza nucleare: "illegale" oltre che "immorale"
- From: "G.A.V.C.I. - Segreteria Nazionale" <gavci at iperbole.bologna.it>
- Date: Thu, 28 Oct 1999 09:44:11 +0200
Pubblicato da: "Settimana" n. 39 del 31 Ottobre Deterrenza nucleare: "illegale" oltre che "immorale" Alle voci ecclesiali, di vescovi e teologi, che oramai parlano chiaramente di immoralità della guerra in genere e, in particolare, della deterrenza atomica e non solo dell'uso delle bombe nucleari (vedi G. Mattai La pace oggi, ed. Ennepilibri, pp. 64, L. 14.000), si aggiungono le voci di giuristi che denunciano il rischio nucleare e lo dichiarano non solo immorale, ma anche illegale, in base al diritto internazionale positivo. L'11 ottobre si è tenuto a Roma un incontro di rappresentanti di associazioni pacifiste e istituti di ricerca su pace e disarmo con rappresentanti di Ialana (International Association of Lawyers Against Nuclear Arms - Associazione internazionale dei giuristi contro le armi nucleari). Questi giuristi hanno preparato una "bozza di risoluzione" che è stata presentata all'ONU da alcune "potenze medie" (Brasile, Egitto, Irlanda, Messico, Nuova Zelanda, Sudafrica e Svezia). La votazione da parte dell'assemblea delle Nazioni Unite è prevista a New York il 9 novembre prossimo. Naturalmente, il presupposto è che il rischio atomico non è per nulla superato, anzi si sta facendo sempre più grave. Nuovi paesi si stanno dotando di bombe atomiche (Israele, India e Pakistan). Si sa che altre nazioni stanno lavorando per dotarsene. Le cinque potenze nucleari non manifestano alcuna intenzione seria di disarmare, come era nei patti; anzi programmano e stanziano grossi finanziamenti per aggiornare e rafforzare la loro politica difensiva nucleare. In Iraq e in Jugoslavia gli USA hanno lanciato missili con calotta di uranio impoverito, le cui radiazioni, assorbite per inspirazione o bevendo acqua contaminata, stanno già producendo danni incalcolabili alle persone e all'ambiente. Il senatore dell'Alberta (Canada) Douglas Roche, membro del Canadan Network to abolish Nuclear Weapons (Rete canadese per l'abolizione delle armi nucleari), ha parlato di 30.000 bombe nucleari presenti in vari punti del globo terrestre e forse nello spazio, di cui 5.000 sono in stato d'allarme, ossia pronte all'uso. Si aggiunga la cosiddetta "dottrina del primo colpo nucleare", adottata dalla Nato, ossia l'intenzione di lanciare per primi la bomba atomica per prevenire un possibile attacco nemico. La Germania aveva proposto di abbandonarla; ma la Nato l'ha riconfermata, con il voto acquiescente anche dell'Italia. La tesi dei giuristi di Ialana è che le convenzioni internazionali per la messa al bando di qualsiasi arma di distruzione di massa includono evidentemente anche le armi atomiche, il cui possesso è quindi illegale. Secondo Ialana è giunta l'ora di mettere in atto un nuovo programma di disarmo che rifiuti il concetto del "primo colpo nucleare" e che richieda inoltre di rinegoziare il completo disarmo nucleare. Tale nuovo programma è stato proposto da "The New Agenda Coalition" (Coalizione per una nuova agenda) l'8 di giugno del 1998, in una dichiarazione resa dai ministri degli Esteri di Irlanda, Svezia, Nuova Zelanda, Sudafrica, Messico, Brasile ed Egitto. Il 4 dicembre 1998 la dichiarazione è stata approvata dall'assemblea generale delle Nazioni Unite con 114 voti a favore, 18 contrari e 38 astensioni. Per la prima volta, tutti gli stati non dotati di armi nucleari e appartenenti alla Nato, con l'esclusione della Turchia, si sono opposti alle pressioni degli Stati Uniti (affiancati da Francia e Inghilterra) e si sono astenuti su una decisione che rigetta il concetto della politica nucleare della Nato. Nell'intento di raggiungere l'obiettivo finale di un completo disarmo nucleare, lo stato della Malesia, nell'ottobre del 1996, ha presentato una mozione all'assemblea generale delle Nazioni Unite dove viene suggerito l'inizio di negoziati multilaterali con il fine di elaborare una Convenzione sulle armi nucleari, ponendo al bando lo sviluppo, la produzione, lo spiegamento, lo stoccaggio, il trasferimento, la minaccia o l'uso delle armi nucleari e disponendone la loro eliminazione. Tale mozione sottolineava il parere della Corte internazionale di giustizia dell'8 luglio 1996 secondo cui <<esiste un obbligo di condurre e concludere in buona fede dei negoziati che portino al disarmo nucleare in tutti i suoi aspetti, sotto stretto ed effettivo controllo internazionale>>. La pressione ad opera di organizzazioni non governative e comuni cittadini ha portato a un susseguirsi di rapporti e dichiarazioni autorevoli che raccomandano il disarmo nucleare globale. C'è da ricordare che, nel 1995, 186 paesi firmarono il Trattato di non proliferazione nucleare a tempo indeterminato, praticamente tutti i paesi non nucleari, eccetto Israele, India e Pakistan. In quella stessa occasione, gli stati nucleari, vivamente pressati perché indicassero una data di inizio del disarmo nucleare effettivo, espressero solo l'intenzione di incontrarsi successivamente per fissare una tale data. A tutt'oggi simile incontro non si è avuto. Anzi... Ciò spiega perché ora i paesi non nucleari siano arrabbiatissimi con quelli nucleari e minaccino di dotarsi tutti di armi atomiche. Da ciò l'importanza della risoluzione che dovrebbe essere votata il 9 novembre. Essa impegna a fissare una nuova agenda di disarmo nucleare, con date e controlli precisi. E' importante che anche l'Italia faccia la sua parte, votando a favore di tale risoluzione. (A. Cavagna) --- Gruppo Autonomo di Volontariato Civile in Italia Sede Centrale: "Villa Tamba" - Via della Selva Pescarola, 26 40131 Bologna - Italy - Tel. e Fax +39.51.6344671 e-mail: gavci at iperbole.bologna.it web: http://www.peacelink.it/users/gavci Appello a D'Alema: http://www.peacelink.it/users/gavci/news/news.htm Rilanciare subito il servizio civile e ripensare tutta la difesa
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