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privacy addio...
- Subject: privacy addio...
- From: "Davide Bertok" <davide@bertok.it>
- Date: Wed, 24 Dec 2003 18:03:03 +0100
- Priority: normal
Da tiscali.it
Privacy addio, "spiati" per cinque anni
Le telefonate resteranno per cinque anni in archivio. Il governo ha
mantenuto la promessa assunta con i magistrati e con le forze di
polizia: i dati di traffico della telefonia mobile e fissa, della
posta elettronica e della navigazione su Internet saranno conservati
per 60 mesi. "In questo periodo, - scrive Dino Martirano sul Corriere
della Sera - un pubblico ministero che indaga su reati gravi (ma
anche l'avvocato di un indagato) avrà sempre la possibilità di
ricostruire il tragitto seguito da una comunicazione, la sua durata,
con tanto di mittente, destinatario e numero dei caratteri inviati
per le e-mail".
Nella "memoria obbligatoria" tenuta dai gestori resterà traccia dei
siti visitati dagli utenti della rete ma non, mettono le mani avanti
i ministri Roberto Castelli (Giustizia) e Lucio Stanca (Innovazione
tecnologica), il contenuto della posta elettronica. La nuova norma è
stata varata dal Consiglio dei ministri con un decreto legge e,
dunque, entra subito in vigore. "C'è soddisfazione - rimarca Elsa
Vinci su Repubblica - ma l'Autorità garante per la tutela della
Privacy ammonisce: "La nuova disciplina può entrare in conflitto con
le norme costituzionali sulla libertà e la segretezza delle
comunicazioni e sulla libertà di manifestazione del pensiero". Il
Garante confida in un attento esame del decreto da parte del
Parlamento". Ma, poi, davanti a questo comunicato, il ministro
Castelli si dice "stupito" perché "il Garante ha partecipato
attivamente alla stesura del decreto".
E se per il Garante Stefano Rodotà la norma è incostituzionale,
contro il provvedimento, che cancella il limite massimo di
conservazione dei dati (30 mesi) previsto dal codice della Privacy a
partire dal 1° gennaio 2004, è scesa in campo anche l'Assoprovider
che rappresenta le aziende fornitrici di accessi a Internet:
"Assumendo che nella media i 24 milioni di utenti Internet ricevano
solo un mega byte di posta al giorno, la conservazione di questo
traffico per 5 anni genererebbe un archivio di circa 80 milioni di Cd-
Rom". Ma c'è anche altro: "Questo comporterebbe la creazione di
archivi dai quali si potrebbe risalire agli interessi culturali,
religiosi, politici, sessuali, etc. Nonché alla cerchia di relazioni
di ciascun utente creando nei fatti un dossier a carico di ciascun
cittadino". Esclusi soltanto "coloro che ancora non usano la rete".
Ed è proprio il caso di dire addio alla privacy: i dati di traffico
della telefonia mobile e fissa, della posta elettronica e della
navigazione su Internet. saranno a disposizione dei pm che indagano
su reati gravi, ma anche degli avvocati di indagati: "Nel telefono in
salotto. Nel cellulare. Persino dentro il computer. Il Grande
Orecchio della magistratura - commenta Massimo Martinelli Sul
Messaggero - si prepara ad entrare nella nostra vita; in quella di
tutti: delinquenti e gente perbene fino a prova contraria".
I tabulati sono indispensabili per le istruttorie, ma la questione
della posta elettronica deve però essere approfondita: "Occorre
ribadire - sottolinea Vittorio Grevi sul Corriere della Sera - la
necessità di una netta distinzione tra il piano della acquisizione
dei dati "esterni" e il piano della conoscenza del contenuto delle
corrispondenti comunicazioni telematiche, che deve comunque rimanere
preclusa a tutti senza le peculiari garanzie previste dalla
Costituzione. È necessario evitare con fermezza, invece, il rischio
che la nuova disciplina possa offrire il pretesto per arbitrarie e
incontrollate incursioni nella sfera della privacy individuale".