La preda più ambita dalla
finanza: il Tfr Una lettera
di un rappresentante sindacale mette a nudo un meccanismo semplice, quasi una
rapina
Caro manifesto, è facile dimostrare, conti alla mano, che se
una parte del tfr fosse semplicemente devoluta all'INPS si potrebbero centrare i
seguenti obiettivi:
1) salvaguardare il principio della pensione
pubblica; 2) mantenere l'attuale grado di copertura della stessa; 3)
garantire anche nel futuro la continuità di erogazione e la buona salute
dell'INPS; 4) continuare a percepire la buonuscita, anche se
ridotta.
Invece gli scopi che si vogliono perseguire nel medio
periodo costringendo i lavoratori a mettere i loro tfr nelle tasche del capitale
finanziario sono i seguenti:
1) abbassare gradatamente il grado di
copertura della pensione pubblica; 2) trasformare il "diritto" alla pensione
in un "prodotto" finanziario che il lavoratore deve acquistare, assumendosi
tutti i rischi del mercato; 3) trasferire coercitivamente migliaia di
miliardi ogni anno nelle casse delle banche e delle assicurazioni private; 4)
abbassare i salari e le pensioni; 5) costringere i lavoratori a sostenere con
i loro soldi le politiche antisociali e colonialistiche - compresi i traffici di
armi e l'aggressione ai paesi in via di sviluppo - che le multinazionali e le
banche attuano ogni giorno.
Il recente fallimento Enron
e la crisi dei fondi Calsper, che hanno defraudato della loro pensione decine di
migliaia di lavoratori americani, dimostrano qual è il meccanismo in cui saranno
costretti a entrare i lavoratori, obbligati per legge ad avere il privilegio di
condividere le perdite del capitale finanziario senza avere il diritto di
condividerne i profitti. Rimane consegnata alla storia l'enorme
responsabilità del nostro centrosinistra, incapace culturalmente e politicamente
di costruire possibilità diverse da quelle indicate dai postulati neoliberisti,
e sempre pronto - si tratti di fondi pensione o di sistema maggioritario - a
parlare inglese senza saper guardare né al nostro passato né al domani. Ma
grande è anche la responsabilità dei sindacati confederali, che proprio
recentemente (ipotesi di accordo del 4 febbraio u.s., punto n.9) chiedono lo
smobilizzo del tfr anche nel settore pubblico, fornendo alibi e forza al
progetto berlusconiano che mira a impoverire lo stato, mettere in crisi l'INPS e
favorire l'ingresso di "soggetti privati" (cioè Berlusconi, Moratti, Agnelli e
altri) nel mercato delle pensioni. Carlo D'Adamo (delegato Cobas
rsu ISIS "Archimede" - S. Giovanni in Persiceto)
Fonte: http://www.ilmanifesto.it -
8/3/2002
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