[Date Prev][Date Next][Thread Prev][Thread Next][Date Index][Thread Index]

legge Bossi-Fini



Vicenza, li 26.8.2002

Cari amici,

mi inserisco nel dibattito innescato dalle accuse di favoreggiamento all’ immigrazione clandestina nei confronti dei pescatori.

Spero di riuscire a spiegare bene ciò che penso, perché sarò una voce “fuori dal coro”.

Premetto che il mio lavoro quotidiano con gli immigrati mi permette di valutare dall’interno l’applicabilità di una legge, la sua semplicità o la sua assurdità. Ritengo, ed è una posizione condivisa da persone che non sono semplici operatori come me, ma tecnici del diritto, che questa legge sia stata fatta proprio per creare instabilità e tensioni, per dividere e dividerci. Vi faccio alcuni esempi: 1) parlano di tolleranza zero con i clandestini e, a detta di chi ci abita, nei mesi scorsi le coste pugliesi non avevano più nessun controllo; 2) non vogliono che si parli di sanatoria, però la stanno sbandierando da più di un anno, senza che si capisca quando sarà (e questo ha ovviamente attirato frotte di persone che cercano di trovare uno straccio di lavoro). Perché queste incongruenze con una legge rigidissima, razzista, anticostituzionale? Forse non si tratta di sviste, errori o altro ma di una politica fatta apposta. In questo modo, infatti, si potrà mostrare al mondo intero che serve una legge dura, perché gli sbarchi aumentano in modo incontrollato, (potranno dire “avete visto! Continuano ad arrivare, avevamo ragione a fare una legge rigida”, ma la Turco-Napolitano lo era già anche troppo da sola! Anche leggi fatte dalla sinistra possono essere brutte) in questo modo si potrà giustificare una superiorità da parte delle forze dell’ordine (vogliono che la polizia sia forte, non l’avete capito?), in questo modo, dicendo una cosa e poi smentendola, scrivendone un’altra sulla legge e poi rettificandola con una circolare, si potrà avere da parte degli organismi preposti la massima discrezionalità nell’applicare le norme; quindi un occhio di riguardo verso gli extracomunitari ricchi, ed il pugno di ferro verso i poveracci, e così via.

Tutto ciò premesso, vengo al dunque: è importante, secondo me, riuscire a staccarsi dalle emozioni per valutare la situazione reale se si vuole dare un giudizio obiettivo. Quindi, i pescatori non sono stati incriminati perché hanno salvato delle persone, andrebbero contro tutte le leggi, anche internazionali di soccorso marino se si comportassero così, ma perché c’è il sospetto che facciano altro, e se così fosse, non meriterebbero certo la nostra solidarietà. Io non penso che siano dei criminali collusi con le organizzazioni internazionali, ma credo sia nel loro interesse che l’inchiesta si svolga in fretta, per dimostrare la loro estraneità ai fatti.

Ricordo che anche la Bossi-Fini (non ancora in vigore, ricordiamolo!) prevede all’art. 34 co. 4 che “il sindaco, in particolari situazioni di emergenza, può disporre l’alloggiamento, nei centri […] di stranieri non in regola con le disposizioni sull’ingresso e sul soggiorno nel territorio dello Stato, fatte salve le disposizioni sul loro allontanamento dal territorio medesimo”; inoltre la carta dei diritti dell’uomo, prevede il rispetto dei diritti fondamentali della persona in qualsiasi situazione (infatti un clandestino si può sposare in Italia, anche se questo non gli permette di ottenere un permesso di soggiorno), e l’art. 2 del Testo Unico (che fa appunto riferimento ai diritti fondamentali) non è stato modificato dalla Bossi-Fini.

Un’ultima considerazione sull’uso che si fa del termine “clandestino”: vi confesso che sono molto stanca di sentire definire clandestini persone che, magari, non sono ancora usciti dalle acque territoriali del proprio paese. Per essere clandestino in Italia, bisogna aver infranto la legge sull’ingresso, ma uno che è appena partito dall’Albania, che legge italiana ha infranto se è in alto mare? Chi mi dice che non abbia un visto d’ingresso nel passaporto? E anche se così non fosse, che non voglia far domanda di asilo politico?

Vi chiedo comunque di riflettere, ci vogliono dividere, facciamo in modo che non succeda: proprio adesso c’è bisogno di essere uniti, di trovare una strategia comune, non di andare ognuno per conto proprio con la scusa che gli altri la pensano in modo diverso!!

Grazie dell’attenzione, saluti a tutti e buon lavoro (e tanta solidarietà per quel di Treviso e per tutti quelli che lavorano per i diritti e la dignità di tutti).

Mariuccia Baldin