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[Diritti] Le prime parole di Leonard Peltier dopo la commutazione della pena

Al telefono con gli attivisti nativi le prime parole di Leonard Peltier dopo la commutazione della pena


Leonard Peltier, il leader nativo statunitense in carcere in Florida da 49 anni condannato da un processo farsa a due ergastoli per l’accusa di aver ucciso due agenti dell’Fbi durante un conflitto a fuoco nel 1975, ha ricevuto la commutazione della pena in arresti domiciliari con un atto di executive clemency disposto da Joseph Biden nelle ultime ore della presidenza in considerazione della sua salute e della lunghissima detenzione.


Biden avrebbe certo potuto fare di più e dargli la libertà. Ricordiamo le storture del processo, gli esami balistici a sua discolpa, le ritrattazioni di testimoni e l’ammissione dello stesso ex pubblico ministero James Reynolds che nel 2021 chiese a Biden un provvedimento perché con il tempo si era reso conto che il procedimento giudiziario e l’incarcerazione di Leonard erano ingiusti. Ma da Clinton in poi, tutti gli altri presidenti hanno fatto peggio: non hanno fatto nulla. 


Ed ecco le parole di Leonard al telefono con l’organizzazione di nativi Ndn Collective. Con voce forte e calma ha detto: «Dite a tutti, nella Nazione indiana e a tutti i sostenitori nel mondo; sono molto grato per tutto quello che avete fatto. Gli arresti domiciliari sono milioni di volte meglio di quello che vivo qui dentro. Potrò anche essere curato bene, vedere i miei amici, posso tornare a dipingere. Sarà come la libertà, stare a casa. Non mi preoccupo di dover stare dentro casa. Veramente, tutta la Nazione è la mia casa». 


(Articolo a cura di Marinella Correggia)