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[Diritti] La messa è finita ma voi non ve ne andrete in pace (prima bozza)
- Subject: [Diritti] La messa è finita ma voi non ve ne andrete in pace (prima bozza)
- From: Chiara Castellani <bdomkenge at gmail.com>
- Date: Thu, 22 Mar 2018 16:03:09 +0100
La messa è finita ma voi non ve ne andrete in pace Domenica 21 di gennaio il Presidente Joseph Kabila che aveva rifiutato di rassegnare le sue dimissioni quando il suo mandato si era concluso in novembre 2016, da lontano (sembra fosse a Lumumbashi) con i suoi ordini senza scrupoli da dittatore incallito e sanguinario ha scatenato contro i manifestanti pacifici delle Chiese Cattolica ed Evangelica che esibivano rosari e crocifissi all'uscita dalle chiese le sue forze di sicurezza ma anche l'esercito Congolese che ha ammazzato a colpi d'arma da fuoco veri (non solo gas lacrimogeni!) almeno 6 persone Perché l'esercito Congolese ha aperto il fuoco compiendo l'ennesima strage di cristiani, sull'eco delle stragi di dicembre 1997 e del 19 dicembre 1996? L'ha fatto senza usare solo lacrimogeni ma anche pallottole vere nell'intento di disperdere la protesta che la Chiesa Cattolica insieme ad altre Chiese del Consiglio Ecumenico delle Chiese aveva organizzato, promuovendo metodi non violenti L'atto di aprire il fuoco su dei manifestanti pacifici, non armati salvo che di rosari e crocifissi, ha provocato la condanna internationale del regime Kabila. Durante le proteste secondo l'ONU almeno 57 feriti molti dei quali gravi. Ma come sempre le cifre ufficiali sono molto più basse! “Io sto marciando oggi per una semplice ragione: Io voglio che i miei figli crescano in una nazione che rispetta i diritti umani,” dichiara Pascal Kabeya, dimostrante, commerciante 40enne che prega in una chiesa in un suburbio di Kinshasa dove hanno marciato qualche centinaia di fedeli. “Kabila ha concluso il suo secondo mandato egli deve dimettersi adesso e subito, per dare chance a qualqu'un altro di assumere il potere” è il grido comune dei cristiani congolesi di tutte le confessioni religiose, livello scolastico, situazione sociale (ma il 70% della popolazione vive sotto la soglia di povertà). E' il grido del mio infermiere Ibanda, della mia sentinella Jéremie, del parroco di Kimbau e di quello di Manzasay. Del Pastore di Moanza e di quello di Kindi. “Kabila dégage!” togliti di torni, puzzi! La Chiesa Cattolica in modo crescente sta divenendo la lampada accesa, il punto focale per guidare l'opposizione contro Kabila. Questo mentre la supposta opposizione politica permane debole e frammentata, soprattutto dopo la morte del leader storico, Etienne Tshisekedi La tensione fra il governo e l'attualmente più potente istituzione di opposizione al regime Kabila sta crescendo di giorno in giorno. La violenza della domenica 21 non era che un eco del purtroppo simile bagno di sangue della scorsa notte di Capodanno, quando le forze armate Congolesi hanno ammazzato almeno sette persone nella capitale durante una protesta organizzata dalla Chiesa Cattolica. E' anche un eco di un massacro più lontano nel tempo, quello del 16 febbraio 1992: allora il dittatore era Mobutu, più anziano, ma ancora sanguinario, e anche allora il massacro si diresse contro una marcia non violenta, quasi una processione, moltissimi i preti e i religiosi con crocefissi, rosari “C'eravamo anche noi” mi ha raccontato la suor Luisa-Mattea delle Giuseppine di Cuneo, che conobbi quando . Io non c'ero, ero in Italia a curarmi dopo l'incidente “Noi useremo la forza” Con questa dichiarazione bellica il commissario di polizia per la città di Kinshasa, il General Sylvano Kasongo Kitenge, aveva messo in guardia alla veglia che la protesta era vietata e che “nessun tentativo di perturbare l'ordine pubblico sarà tollerato ovunque a Kinshasa.” circondato dalle forze armate e la polizia, il generale e i suoi accoliti si sono riversati in strada verso Notre Dame dove era stata convocata la processione di protesta. “La messa è finita, il prete deve andarsene a casa e chiunque deve tornare a casa sua. Se voi rifiutate, noi useremo la forza e spareremo gas lacrimogeni, siamo stati abbastanza chiari?” egli ha dichiarato La gerarchia della Chiesa Cattolica Congolese nella persona dell'anziano e sempre combattivo Cardinale Mosengwo e dello stesso Papa Francesco hanno in seguito apertamente condannato il governo Kabila per questa repressione durissima su dei dimostranti pro-democrazia, presentando il suo Paese come trasformato in una immensa prigione. “Siamo stati dispersi non solo dai gas lacrimogeni, ma anche da granate e veri proiettili, abbiamo di nuovo visto morti, feriti, preti che venivano arrestati e la violazione della proprietà privata” è la voce del Cardinale Laurent Monsengwo che l'ha dichiarato il successivo martedi alla radio della Chiesa Cattolica della capitale Kinshasa, radio Elykia (Verità) “E' stato impedito ai cristiani di venire in chiesa a pregare. Chi ha egualmente osato andare in chiesa, gli è stato impedito comunque di farlo perchè sequestrato dalla polizia e dai militari i quali erano armati come se fossero stati su un campo di battaglia” ha dichiarato il Cardinale. “Come potete aver sparato e ammazzato uomini, donne, bambini, giovani e anziani che stavano solo cantando inni religiosi, esibendo bibbie, rosari e crocifissi? Stiamo dunque vivendo in una prigione a cielo scoperto?” “Che i mediocri si tolgano di torno” (Que les mediocres dégagent) è stata la conclusione del Cardinale, rimbombata ovunque nel Paese appena sms e internet sono stati ripristinati Infatti il governo aveva dichiarato che Internet e SMS sarebbero stati sospesi a partire da sabato notte e che sarebbero stati lanciati gas lacrimogeni all'uscita dalle chiese in Kinshasa, Goma, Kisangani, Lubumbashi e Bukavu, -- Ha rovesciato i potenti dai troni, ha innalzato gli umili ha ricolmato di beni gli affamati, ha rimandato i ricchi a mani vuote
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