Una donna chenchu del villaggio di Pecheru, sfrattato dalla riserva delle tigri di Nagarjunsagar Srisailam. I Chenchu ci raccontano che delle 750 famiglie che lo abitavano, dopo gli sfratti ne sono sopravvissute solo 160. © Survival Madegowda, un attivista per i diritti indigeni della tribù dei Soliga, nell’India meridionale, ha condannato il divieto, definendolo una violazione dei “diritti umani e dei diritti indigeni perpetrata nel nome della conservazione della tigre. Le tribù, le tigri e la fauna selvatica possono vivere insieme, la coesistenza è possibile perché i popoli indigeni hanno una profonda conoscenza della biodiversità e sanno come proteggere la foresta e la fauna”. Alcuni membri della tribù dei Jenu Kuruba, molti dei quali sono stati sfrattati dal Parco Nazionale di Nagarhole, hanno protestato contro l’ordinanza; se non sarà revocata, minacciano di bloccare la strada che conduce al parco. “Ci hanno sfrattato con il pretesto che facevamo rumore, che disturbavamo la foresta” ha dichiarato un Jenu Kuruba. “Ma ora ci sono molte jeep e veicoli turistici – e questo non è un disturbo per gli animali?” Secondo il conservazionista Brajesh Dubey, “molte altre persone saranno trasferite perché il governo vuole dimostrare il suo interesse per le tigri… Ma è stato dimostrato che le comunità indigene contribuiscono a prevenire il bracconaggio e sono di aiuto ai progetti di conservazione." I Soliga hanno una conoscenza straordinaria del loro ambiente, e una venerazione profonda per le tigri. © SurvivalAl contempo, migliaia di turisti ogni anno visitano le riserve delle tigri e all’interno di alcune sono stati approvati progetti industriali, come la costruzione di dighe e l’esplorazione mineraria per l’uranio. “Un numero sempre maggiore di turisti è oggi consapevole che le riserve delle tigri in India celano un’ingiustizia profonda: lo sfratto illegale delle tribù operato nel nome della conservazione” ha dichiarato Stephen Corry, Direttore generale di Survival. “Vietando il riconoscimento dei diritti indigeni nelle riserve, il governo sta aggravando questa ingiustizia che colpisce coloro che vivono ancora al loro interno. Ecco perché chiediamo il boicottaggio di tutte le riserve delle tigri. Le autorità devono rendersi conto che le tigri possono essere salvate solo ottemperando alla legge e riconoscendo i diritti delle tribù – e che i turisti non vorranno recarsi in riserve che sono state svuotate dei loro legittimi proprietari.”
La ricercatrice di Survival Fiore Longo, che ha visitato molte delle riserve delle tigri citate, è disponibile a rilasciare interviste in italiano. |