[Diritti] R: Estratto da una lettera al soviet di Pietrogrado.
- Subject: [Diritti] R: Estratto da una lettera al soviet di Pietrogrado.
- From: "camillo.coppola at tin.it" <camillo.coppola at tin.it>
- Date: Thu, 23 Nov 2017 14:23:03 +0100 (CET)
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https://www.facebook.com/camillo.coppola/posts/10213205243919677
Dalla Terronia,che è più vicina all'Africa che all'Europa.
Cordialità.
Camillo Coppola
----Messaggio originale----
Da: aermanoadl at datacomm.ch
Data: 23-nov-2017 12.02
A: "ADL notizie"<aermanoadl at datacomm.ch>
Ogg: [Diritti] Andy Rocchelli - Ultimo fronte
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., centro socialista italiano all'estero, fondato nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano |
Da Avanti! online Ottobre Rosso e dintorni di Nicola Zoller Vorrei dire al presidente del Consiglio provinciale di Trento Bruno Dorigatti – e a tanti altri immemori amici e compagni – che ben prima della “presa del Palazzo d’Inverno, simbolo del potere zarista” ad opera dei bolscevichi nell’Ottobre 1917 (come egli afferma in un recente articolo sul “Trentino”) quel "potere zarista" era già stato abbattuto dalla fin troppo dimenticata Rivoluzione del Febbraio, che aveva fatto cadere lo zar Nicola II. Nel decantato Ottobre rosso i bolscevichi catturarono nel Palazzo d’Inverno non lo zar già fuori gioco, ma i ministri del governo guidato dal socialista Aleksandr Kerenskij, il vicepresidente del Soviet di Pietrogrado che da febbraio cercava di guidare una fuoriuscita democratica dall’autoritarismo russo. A febbraio Lenin era del tutto assente alla detronizzazione dello zar. Risiedeva a Zurigo e da lì rientrerà in Russia su un treno piombato fornito dai comandi militari germanici, interessati a creare contraddizioni nel fronte russo: che in effetti scoppiarono, portando alla caduta del governo Kerenskij. Le condizioni del popolo – già precarie – peggiorarono subito tragicamente: “l’idealismo libertario e generoso dell’ardore bolscevico” che secondo Dorigatti avrebbe animato la rivoluzione leninista per poi nei decenni decadere in un regime dittatoriale, fu subito smascherato non da un risentito conservatore ma dalla rivoluzionaria tedesca Rosa Luxemburg che fin dal 1918 – non dunque nella tetra epoca staliniana – diede la definizione più pregnante della nuova tirannia: «La guida effettiva è in mano a una dozzina di teste superiori; e una élite di operai viene di tempo in tempo convocata per battere le mani ai discorsi dei capi, votare unanimemente risoluzioni prefabbricate: in fondo dunque è un predominio di cricche, una dittatura certo; non la dittatura del proletariato, tuttavia, ma la dittatura di un gruppo di politici». Quanto alle "influenze positive" che la rivoluzione bolscevica avrebbe prodotto nella sinistra mondiale, c’è proprio in questo anniversario il parere diametralmente opposto di Michael Walzer, uno dei più apprezzati filosofi progressisti contemporanei: «La verità – afferma – è che la Rivoluzione bolscevica è stata un disastro per la sinistra»: infatti il comunismo è sorto sulla sopraffazione della sinistra socialdemocratica, dei valori di libertà e sulle purghe di intere popolazioni. Ma è pur vero che poi faticosamente sul piano storico-ideale ha vinto la visione della “corrente democratica del socialismo”, battendo il comunismo, cioè quella che il riformista Filippo Turati definì la “corrente reazionaria del socialismo”: una miscellanea di funeste e malriposte promesse demagogiche di cui si ammanta il populismo d’ogni latitudine e tempo. |
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