Una trentina di giovani in uniforme, stivali e berretti neri,
con tanto di bandiere e passo militare sono arrivati fin davanti
al Sabor, parlamento croato, in piazza S. Marco a Zagabria e lì
si sono messi sull’attenti. Alcune persone che li seguivano,
dirigenti del partito politico regionale HDSSB, vestiti tutti
nello stesso modo, sono poi entrati in parlamento per la
consegna delle liste elettorali per le elezioni che si terranno
il prossimo 8 novembre.
Per tutto il tempo della consegna delle liste elettorali i
giovani in uniforme nera sono rimasti davanti all’ingresso del
parlamento per poi, consegnate le liste, andarsene in una
birreria di Zagabria insieme ai capi dell’HDSSB.
La scena, che ha ricordato la Germania nazista degli anni
Trenta, è accaduta la scorsa settimana.
L'uomo nero è Branimir Glavaš
L’uomo che ha vestito di nero e addestrato i membri di questa
milizia di partito è Branimir
Glavaš, condannato in Croazia a 10 anni di reclusione per
gravi crimini di guerra commessi a Osijek. Alcune delle vittime
per la cui morte è stato condannato sono state assassinate
facendo patire loro enormi sofferenze: costrette e bere acido
delle batterie delle automobili. Altre, invece, sono state
freddate con un colpo alla testa sulla riva della Drava, con
mani e bocca bloccati da nastro isolante, dopo essere state
prelevate da casa propria, interrogate e torturate da membri
dell’unità militare comandata da Glavaš durante la guerra.
Il giorno prima che il Tribunale della contea di Zagabria nel
2008 emettesse la sua condanna a 10 anni di prigione, Glavaš era
scappato in Bosnia Erzegovina, paese di cui possiede la
cittadinanza, oltre a quella croata. Nonostante questo l’Alta
corte croata gli ha poi ridotto la pena a 8 anni di prigione.
Per via di accordi bilaterali tra Croazia e Bosnia Erzegovina,
Glavaš ha scontato parte della condanna in un carcere bosniaco.
La Corte costituzionale croata ha in seguito annullato la
sentenza di condanna per vizi procedurali e l’Alta corte, ancora
non ha deciso se confermare la condanna a Glavaš, liberarlo o
rifare l'intero processo.
Fino a questa decisione Glavaš è un uomo libero e sicuramente
alle imminenti elezioni parlamentari sarà eletto come deputato.
E' infatti il primo della lista del suo partito, HDSSB, molto
seguito in Slavonia, regione della Croazia orientale.
Milizia di partito
Glavaš ha presentato pubblicamente i suoi 30 giovani in
uniforme nera un mese fa, durante l’assemblea del suo partito.
Allo stupore dell'opinione pubblica ed alle reazioni dei media
che non hanno esitato a definirli "milizia di partito" Glavaš ha
ironicamente ribattuto che si tratterebbe di una sezione
sportiva del partito. Ha chiamato i giovani in uniforme nera Slavonska
sokolska garda (Guardia dei falchi della Slavonia, ndr), e
alla domanda sul perché indossano un’uniforme nera Glavaš ancora
ironicamente ha risposto che il nero dà un tono solenne, e che
gli sarebbe stata posta la stessa domanda anche se avessero
optato per i colori dell’arcobaleno.
Alcuni giorni dopo la presentazione i media hanno reso noto che
Glavaš, nei pressi di Osijek, ha comperato otto ettari di
terreno dove avrebbe intenzione di costruire un centro per
l’addestramento militare. Il quotidiano locale di Osijek ha
pubblicato un annuncio a tutta pagina in cui il partito di
Glavaš, HDSSB, invita i giovani a unirsi alla Slavonska
sokolksa garda.
“Grazie per aver avuto il coraggio di indossare queste uniformi
e unirvi alla Slavonksa sokolska garda”, ha affermato
Glavaš sul quotidiano 24 sata “questo è l’inizio di un
nuovo periodo in cui si difenderà il cristianesimo e la
sopravvivenza della Croazia negli spazi pubblici, storici e
nazionali.”
Da chi difenderà la Croazia non lo ha detto, ma i giovani in
uniforme militare nera indubbiamente hanno ricordato una
formazione militare simile che Glavaš aveva fondato nel 1991 e
di cui era comandante. Quell'unità all’epoca non si chiamava Slavonska
sokolska garda, ma Battaglione Branimir di Osijek (BOB), e
i suoi membri, sotto il comando di Glavaš, hanno compiuto
crimini di guerra.
Il silenzio del governo
Su tutto ciò il governo croato tace. Il premier Zoran
Milanović, a dire il vero, ha condannato la creazione della
milizia di partito di Glavaš, ma in modo moderato e non deciso,
mentre la polizia ha spiegato di non aver impedito il loro
arrivo davanti al parlamento, nonostante la legge vieti
qualsiasi raduno davanti all’ingresso del Sabor, perché stavano
solo consegnando le liste elettorali!
La mancanza di un chiaro segnale di condanna del fatto che un
criminale di guerra formi una milizia di partito, può solo
essere spiegata col flirt tentato dai partiti, sia di sinistra,
i Socialdemocratici, che di destra, Unione croata democratica
(HDZ), nei confronti dei deputati di Glavaš del parlamento che
uscirà dalla urne dell’8 novembre: potrebbero infatti essere
necessari per formare la nuova maggioranza di governo.
Tutti i sondaggi mostrano che l’esito delle elezioni politiche
è molto incerto e che una manciata di deputati (e il partito di
Glavaš potrebbe ottenerne quattro o cinque) potrebbero essere
decisivi per decidere chi andrà al governo. Per questo motivo
sia il governo che l’opposizione infilano la testa nella sabbia,
ignorando la pericolosità insita nella creazione di una milizia
di partito comandata da Glavaš, come se si fossero dimenticati
della vecchia regola drammaturgica secondo la quale il fucile,
che a teatro entra in scena al primo atto, al terzo deve
sparare.
Un articolo del 2005 sull'autore, Drago Hedl:
Croazia: minacce di morte a giornalista di Osservatorio Balcani
http://www.unimondo.org/Guide/Guerra-e-Pace/Conflitti/Croazia-minacce-di-morte-a-giornalista-di-Osservatorio-Balcani-85787