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[Diritti] Rom e antirazzisti bloccano la strada: il corteo dei “comitati” si scioglie
- Subject: [Diritti] Rom e antirazzisti bloccano la strada: il corteo dei “comitati” si scioglie
- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Sun, 31 May 2015 22:39:54 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
- Reply-to: fat at inrete.it
Rom e antirazzisti bloccano la strada: il corteo dei “comitati” si scioglie Sabato 30 maggio. Era il giorno dei Comitati “spontanei”, è stato il giorno degli uomini, donne e bambini dei campi di via Germagnano, di chi non è disposto a tollerare la marea limacciosa e violenta che sta salendo nelle periferie di Torino. La misura era colma. Dopo una settimana di insulti e minacce di morte, dopo il corteo fascista di mercoledì, dopo la Lega e Salvini in incognito, la gente che abita in questo lembo nascosto di Barriera si è presa la strada, bloccando per oltre un'ora corso Vercelli, finché i razzisti hanno sciolto la loro manifestazione a poco più di duecento metri dalla partenza. Da tempo comitati vicini a varie formazioni fasciste avevano annunciato un corteo da piazza Rebaudengo a via Ivrea, passando davanti al campo. Nel mirino dei comitati i “fumi” dei falò accesi per liberare dalle loro guaine i fili di rame. Che importa se i rottamatori di rame siano lavoratori in nero sfruttati da italianissimi imprenditori che si arricchiscono con l'oro rosso? Che importa che Torino sia una delle città più inquinate d’Italia, tra inceneritore e fabbriche? I comitati “spontanei”, avatar della destra fascista e leghista, con qualche incursione a “sinistra”, puntano il dito sui rom, tutti colpevoli, collettivamente, dei problemi di chi vive in Barriera. Vittime sacrificali di un gioco crudele, nemici etnici su cui riversare il risentimento per l'impoverimento delle periferie, per il lavoro che non c'è, per il fitto che non si riesce a pagare, per il negozio soffocato dalla grande distribuzione, per i supermercati che chiudono e licenziano, per le scuole che cadono a pezzi, per le medicine che costano troppo, per l'aria che avvelena. Quelli dei comitati hanno detto e scritto di non essere razzisti, ma hanno deciso un corteo da piazza Rebaudengo e via Ivrea, dove non ci sono né fabbriche inquinanti, né altre nocività, solo i campi di via Germagnano. Non sono passati. Nei bar di piazza Rebaudengo, prima del corteo, l’unica aria che si respirava in mattinata era quella della pulizia etnica. Nel punto info mattutino al mercato di via Porpora sono passate persone del quartiere che hanno poi partecipato al presidio all’angolo tra corso Vercelli e via Germagnano. Quando arriviamo apriamo gli striscioni e parliamo con gli abitanti dei campi che ci raccontano che la polizia gli aveva intimato di non andare al presidio. Si sono fiondati anche i soliti delle “associazioni” rom, che suggerivano di lasciar passare il corteo, di rimanere nei campi, arrivando ad alludere ad un “accordo” con quelli dei Comitati. La politica della paura questa volta non ha funzionato. A piccoli gruppi in tanti hanno imboccato la salita e si sono uniti agli antirazzisti che avevano aperto striscioni: “via i razzisti dalla città”, “no alla guerra tra poveri, casa per tutti”, “i rom, torinesi come noi”, “il comune sgombera i campi e lucra sui rom”. C'erano bosniaci dal campo “autorizzato” e rumeni da quello “abusivo”. Ad un certo punto hanno fatto capolino anche i sinti di via Lega. All'arrivo della clown army tanti bambini si sono arruolati nell'armata senzapatria. Le auto dei vigili sono state circondate dai clown, poco a poco la gente si è riversata in strada, oltrepassando l'incrocio in direzione del corteo “ambientalista” tra slogan, canti, sfottò. Un ragazzo del campo sventolava una bandiera No Tav. “Gli unici stranieri gli sbirri nei quartieri”, “via fascisti e polizia”, “bella ciao”. Abitanti di Barriera e solidali, uniti contro chi usa l'arma del razzismo, per impedire che i poveri lottino insieme contro i padroni che li sfruttano, hanno sbarrato il passo al corteo dei comitati. Per oltre un'ora i razzisti sono rimasti fermi a duecento metri da piazza Rebaudengo, protetti da blindati e antisommossa. Il blocco sul corso è stato mantenuto finché il corteo non si è sciolto. Poi è esplosa la gioia, perché questa volta i razzisti avevano fatto dietrofront. Tanta gente in un sabato di maggio ha spezzato il muro della rassegnazione, scoprendo che vincere è possibile. Insieme abbiamo portato a casa la consapevolezza preziosa che anche in quest'angolo di città si può fare Barriera contro il razzismo. Foto della giornata qui: www.anarresinfo.noblogs.org
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