[Diritti] R: R: Non ho mai visto un vigile urbano romano passare dalla cassa del bar in cui ha fatto colazione/pranzo. Per la cena non so, non entro nei bar.



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Mer 7/1/15, m.fabbro at libero.it <m.fabbro at libero.it> ha scritto:

 Oggetto: [Diritti] R: Non ho mai visto un vigile urbano romano passare dalla cassa del bar in cui ha fatto colazione/pranzo. Per la cena non so, non entro nei bar.
 A: dirittiglobali at peacelink.it
 Data: Mercoledì 7 gennaio 2015, 16:42
 
 per cortesia non desidero
 ricevere più le sue mail
 
 grazie
 mv
 
 ----Messaggio originale----
 Da: eles515 at live.com
 Data: 05/01/2015 11.10
 A: 
 Ogg: [Diritti] Non ho mai visto un vigile urbano romano
 passare dalla cassa del bar in cui ha fatto
 colazione/pranzo. Per la cena non so, non entro nei bar.
 
 -->
 http://comune-info.net/2015/01/veleno-ovvero-cio-penso-dei-vigili-urbani-romani/
 
 Veleno.
 Ciò che penso dei vigili urbani 
 Rotafixa
 | 4 gennaio 2015
 |di  Rotafixa
 
 
 [Mi rendo conto che è
 come sparare su un morto. Ma se potessi, riporterei questo
 morto in vita per strangolarlo con le mie mani. E mi
 sono cresciuto come pacifista: perché sono romano di
 adolescenza sicula, quindi con la coscienza di cosa è
 veder o saper cos’è morire ammazzati, che fossero
 trovati i cadaveri o no]
 – Non ho mai visto un vigile urbano romano passare
 dalla cassa del bar in cui ha fatto colazione/pranzo. Per la
 cena non so, non entro nei bar.
 – Le rare volte che mi rivolgo, per disperazione stradale,
 a una pattuglia di vigili urbani romani, non esiste
 alternativa: mi prendono per il culo. La mia prima voglia è
 di prenderli a cazzotti. Non si fa e non mi dovrebbe andare,
 ma l’istinto è quello.
 – Il periodo sopra si ripete con una regolarità
 imbarazzante. Pluridecennale.
 – Pare che la categoria sia sana. Dalle mie osservazioni
 romane non appare. A ogni azione in cui vengono
 coinvolti al di là delle cose di strada, risponde
 un’eguale reazione mazzettesca. A questa regola ho visto,
 in 51 (meno, diciamo, 13) anni nessuna eccezione. Nessuna,
 mai. per capire che dico cercate la voce “stecca” sulla
 pagina romanesca di Wikipedia.
 – Uno degli ultimi esempi di mafiosità: a ottobre un
 corriere in bici fu fatto cadere, volontariamente e con una
 macchina di servizio, su via Labicana da un ufficiale (non
 un soldatino) dei vigili, che lo strinse sul cordolo
 facendolo cadere. 4 punti alla mano sinistra. Le pattuglie
 dei carabinieri sopraggiunte fecero di tutto per convincere
 lui, e tutti i sopraggiunti tra cui me, a non sporgere
 denuncia. La paura di rappresaglia ha avuto il suo peso.
 L’ufficiale, un circa 60enne, non ha problemi. Il corriere
 sì.
 – Lasciamo per il momento perdere il caso di Capodanno:
 sta nelle cose. Si ritengono i signori di Roma, e si
 comportano di conseguenza. Spero che vengano bastonati
 duramente, ma solo per tutto il pregresso.
 – Però vorrei parlare ai miei amici di parte politica e
 di penna come per esempio Alessandro Gilioli, che (per amore
 di santità?) difendono quest’immondizia che infesta Roma.
 Vorrei dire loro che sbagliano a non voler dar fuoco
 all’idea stessa di vigile urbano romano. Ogni romano,
 anche i peggiori, sa benissimo che i pizzardoni attuali non
 hanno alcuna cittadinanza in una civiltà urbana.
 – Ora, vorrei specificare meglio: è chiaro che il romano
 standard (ha la macchina e parcheggia in tripla fila,
 incazzandosi se qualche volta gli fanno la multarella) ce
 l’ha col vigile.
 Perché io, che non ho alcun mezzo a motore, sono ugualmente
 infuriato con costoro? La mia risposta è: nella mia
 esperienza a Roma costoro sono dei parassiti, dei
 grassatori, dei ricattatori, dei criminali in divisa. Non
 hanno alcuna parte nel contrasto alle criminalità stradali
 quotidiane. Pochi si
 salvano, e nessuno di questi denuncia la
 massima parte dei comportamenti criminali dei colleghi:
 secondo un principio generale del diritto penale, essi
 partecipano al reato. Se ne sono a conoscenza e non
 reagiscono, sono complici.
 Per questo considero il corpo dei vigili urbani romani un
 organismo da sradicare completamente, o in alternativa da
 rieducare con metodi anche bruschi.
  
 ps: durante il black out del 27 settembre 2003 (coinvolse
 l’Italia intera), a Roma non si verificò alcun problema e
 non vennero registrati non dico morti, ma neanche feriti.
 Questo perché, improvvisamente, tutti fecero attenzione
 alle loro mosse.  Si chiama
 autocontrollo. Non c’è bisogno di
 guardie, se si sta
 attenti.
 
 
 
 
 -----Segue allegato-----
 
 
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