L'AVVENIRE DEI LAVORATORI La più antica testata della sinistra italiana, www.avvenirelavoratori.eu Organo della F.S.I.S., organizzazione socialista italiana all'estero fondata nel 1894 Sede: Società Cooperativa Italiana - Casella 8965 - CH 8036 Zurigo Direttore: Andrea Ermano Settimanale in posta elettronica – Zurigo, 16 settembre 2014 |
IPSE DIXIT Niente contro i gay - «Ma mi danno fastidio quando si auto-ghettizzano.» – Michaela Biancofiore Ma si veste - «Si veste da donna e crede di poter dire quello che vuole... meglio fascista che frocio.» – Alessandra Mussolini Ci metterete al confino? - «Una persona che si vanta di essere fascista, mi preoccupa. Ci metterete al confino?» – Vladi Luxuria
Istituto penale domiciliare di Arcore (MB) Autoscatto di Vladi Luxuria, visitatrice. |
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Riceviamo e volentieri pubblichiamo Lettera aperta al Sinodo di Gianni Geraci Portavoce del Gruppo Il Guado, Cristiani Omosessuali Non so con quale presunzione ho deciso di scrivere a un Sinodo. Non lo so proprio, perché davvero quello che sto facendo mi sembra un gesto un po' inutile e un po' megalomane di cui, un po', mi vergogno. Sento però il dovere di farlo anche perché, prima di iniziare, ho pregato molto lo Spirito Santo di liberarmi da quell'orgoglio che riesce a rovinare anche le nostre azioni migliori. Tra l'altro non so nemmeno come ci si rivolge ai padri sinodali e mi rendo conto di correre il rischio concreto di farmi compatire. Ma è stato proprio questo rischio che mi ha spinto a scrivere lo stesso: non si era fatto per caso compatire lo stesso re Davide quando si è messo a ballare nudo davanti all'Arca? E lui non era un poveretto come me, lui era il re, e aveva molto da perdere. Io sono uno che, al massimo, rischia di suscitare qualche sorriso ironico da parte di chi, molto meglio di lui, è titolato a scrivere su certi argomenti. Vi scrivo perché vorrei che ascoltaste la voce di una persona omosessuale che ha combattuto per tutta la sua vita per conservare la sua Fede cattolica e che, ancora adesso, nonostante le battutine sarcastiche e nonostante le accuse di ipocrisia e di tradimento della Fede, è ancora cattolico, è ancora innamorato di Gesù, è ancora profondamente grato alla Tradizione che mi ha permesso di incontrarlo e che mi permette di incontrarlo ancora.
Quando due domeniche fa ho sentito il papa che vi parlava di parresia (“Franchezza, libertà di parola”, ndr), ho pensato che sicuramente, tra di voi, ci sono degli omosessuali: chiariamoci subito, non ho nessuna informazione riservata, ma faccio riferimento a quanto si dice sull'incidenza dell'omosessualità nelle popolazioni umane, un'incidenza che conferma senz'altro questa mia intuizione. E proprio pensando a quanti, fra voi, sono omosessuali, mi sono detto: «Come sarebbe bello se uno di questi padri, prendendo finalmente sul serio l'invito del papa alla chiarezza e al superamento di qualunque ipocrisia, trovasse il coraggio di raccontare con il cuore in mano il percorso che l'ha portato a vivere in pienezza la propria vocazione cristiana». Un percorso, diciamocelo chiaramente, che la Chiesa stessa invita a seguire, quando, nel Catechismo, osserva che le persone omosessuali: «sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita». Con una testimonianza di questo tipo non ci sarebbero le discussioni e i distinguo che invece mi capita di leggere in merito a quanto il relatore generale del Sinodo ha detto quando ha parlato delle persone omosessuali, perché chiunque ha alle spalle un'esperienza seria di ascolto e di accoglienza di quanto dice il magistero della chiesa cattolica sull'omosessualità, non avrebbe niente da eccepire su quelle parole. Quando ad esempio il relatore si è chiesto se le comunità cristiane sono in grado di accogliere le persone omosessuali senza compromettere la dottrina cattolica sul matrimonio e sulla famiglia non mi pare che abbia detto niente di nuovo rispetto alle parole con cui il Catechismo invita ad accogliere gli omosessuali «con rispetto, compassione e delicatezza» (cfr. CCC 2358). Anche la frase con cui si osserva che la questione omosessuale interpella il Sinodo «in una seria riflessione su come elaborare cammini realistici di crescita affettiva e di maturità umana ed evangelica integrando la dimensione sessuale» mi pare riprendere quanto, in maniera senz'altro più poetica, ricorda lo stesso Catechismo: «Le persone omosessuali sono chiamate alla castità. Attraverso le virtù della padronanza di sé, educatrici della libertà interiore, mediante il sostegno, talvolta, di un'amicizia disinteressata, con la preghiera e la grazia sacramentale, possono e devono, gradatamente e risolutamente, avvicinarsi alla perfezione cristiana» (cfr. CCC 235). Direi addirittura che il catechismo va più in là delle parole usate per riassumere il dibattito della prima settimana del Sinodo, perché parla in maniera esplicita di alcuni elementi essenziali di questi “cammini realistici”: alcuni collegati alla maturità affettiva (padronanza di sé, libertà interiore), altri collegati in maniera più specifica alla dimensione spirituale (preghiera e grazia sacramentale), altri ancora tesi a valorizzare quanto di buono ci può essere in una relazione di amicizia. Quest'ultimo punto è quello che il relatore generale del Sinodo ricorda quando riconosce ciò che è evidente a quanti conoscono da vicino delle persone omosessuali, ovvero che «vi sono casi in cui il mutuo sostegno fino al sacrificio costituisce un appoggio prezioso per la vita dei partners» in una coppia omosessuale. (…) Continua > > > > > > > > > sul sito del Gruppo il Guado |
SPIGOLATURE Genova, gente tosta Avevano quell'espressione un po' così descritta da Bruno Lauzi, i genovesi usciti dai caruggi e dalle case per spalare il fango dell'alluvione e del malgoverno. di Renzo Balmelli INADEMPIENZE. E' gente tosta da queste parti, stretta tra il mare scuro e la montagna; tosta e incredula per quello che è successo alla loro città, soprattutto se si guardano le cause. Sulla baia "figlia di luce e di foschia", per dirla con il cantautore, sembrava fosse arrivata la punizione, però non venuta dalla fatalità, ma dagli uomini. Mentre ora si stanziano milioni in tutta fretta per la ricostruzione, Genova paga il prezzo delle inadempienze e dei soldi spariti chissà dove, sepolti sotto le parole di circostanza della politica. DELIRIO. Non c'è soltanto il passato che non passa. A rincarare la dose vi sono pure le persone che "hanno la testa più vuota che rasata", come le ha definite il sindaco di Roma Ignazio Marino stigmatizzando gli autori delle squallide celebrazioni a un anno dalla morte del boia nazista Erich Priebke. Oltre che nauseante, l'omaggio al responsabile dell'atroce massacro delle Fosse Ardeatine rivela che ancora oggi esiste un universo sommerso, intriso di ideologie bacate , in cui l'ex gerarca di Hitler viene visto al pari di un valoroso combattente dedito al dovere nazionale. Rendergli onore, dicono, " è una sconfitta della prevaricazione ebraica". Delirio puro, da brivido. SLOGAN. Agli euroscettici piace molto il vecchio giochino di lanciare il sasso e nascondere la mano. Conquistano il primo seggio al Parlamento britannico, fanno leva sui sentimenti più riposti, ma quando si tratta di varare proposte serie sono fermi agli slogan di facile suggestione. Mal gliene incorse anche ai nazionalisti svizzeri che credevano di avere il paese in mano dopo avere portato alla vittoria l'iniziativa contro gli stranieri. Adesso si rendono conto che le ricadute di quel voto dal vago sapore xenofobo possono costare caro alle relazioni estere della Confederazione , sicché il loro leader, il tribuno dell'UDC Blocher, prova a cambiare le carte in tavola tra lo sconcerto dei suoi elettori. BIONDE. L'unico fumo visibile in Vaticano è quello nero o bianco che a seconda del colore annuncia l'avvenuta elezione o meno del nuovo Papa. Così almeno si credeva, fino a quando le solite indiscrezioni dal sen fuggite hanno rivelato "urbi et orbi" che un altro fil di fumo aleggia nei palazzi della Curia romana: quello delle sigarette in dotazione ai cardinali, per un benefit di 500 pacchetti al mese. Mica bruscolini! Ma qualcuno ha mai visto un porporato fumare? Nessuno. Almeno in pubblico. Da qui la domanda maliziosa: cosa se ne fanno i Principi della Chiesa con le stecche di bionde? Le regalano, rispondono. Con l'avvertenza, si spera, che se fumare non è peccato, tanto bene alla salute non fa. ANIMA. A Torino la classe operaia non va più in paradiso. Per la verità già da parecchio. Ma mai come questa volta, con il tramonto del Lingotto, la scomparsa del glorioso marchio FIAT e il trasferimento in sedi estranee alla cultura piemontese, la cesura è parsa così netta, irrevocabile e dolorosa. Per una volta non è ovvio dire che finisce un'epoca, quella segnata dalla mitica 500 che cambiò il volto dell'Italia, e quella di epiche battaglie sindacali per i diritti e la dignità dei lavoratori. La saga degli Agnelli, ferrei, ma non arroganti guardiani del capitalismo d'antan, lascia il posto a una nuova generazione globale alla quale manca però una componente essenziale: l'anima. CARNEADE. Quando c'è di mezzo la letteratura ogni lettore ha i suoi Nobel ideali. C'è chi considera un affronto imperdonabile il mancato riconoscimento a Mario Luzi, oppure non cessa di deprecare l'indifferenza mostrata dall'Accademia svedese nei confronti di Philip Roth, il maggiore scrittore americano vivente. Ma liquidare con uno sbrigativo "Carneade, chi era costui", il premio attribuito al francese Patrick Modiano va oltre le idiosincrasie e richiede se non altro di approfondire la conoscenza di un autore, di lontane origini italiane, che viene accostato a Proust nella dolente ricerca del tempo perduto. Come quarto di nobiltà nel campo delle lettere non è proprio cosa da nulla. BURRO. Chissà se prima di metterlo in commercio, qualcuno si è accorto del clamoroso infortunio linguistico occorso a una delle più grandi aziende elvetiche del ramo alimentare. A quanto pare no perché il prodotto di cui si parla, un burro speciale per arrostire, è arrivato sugli scaffali dei supermercati come se nulla fosse. Peccato che in due delle tre lingue ufficiali la descrizione sia grottesca. Se in tedesco la dicitura è corretta, ossia "Burro svizzero per arrosti", in francese e in italiano diventa "burro per arrostire svizzeri". Che gaffe! I consumatori l'hanno presa sul ridere, ma al “prosatore”, prima di finire in padella, non farebbe male un viaggetto a Firenze per sciacquare i panni in Arno.
Effetti della traduzione automatica? |
L’autunno idrogeologico MONTALTO DI CASTRO, RIENTRATO L’ALLERTA (MONTALTO DI CASTRO - 15/10/2014) - Allarme rientrato, dopo l’evacuazione di stanotte a Montalto e la chiusura al traffico di alcune strade, la situazione è tornata pian piano alla normalità. Con la collaborazione della Protezione Civile, Vigili del fuoco e Polizia Locale intorno alle 22 di ieri era iniziato il presidio del fiume, in attesa degli effetti dell’ondata di piena proveniente dalla Toscana. Fortunatamente la furia delle acque non si è scatenata. Negli anni ottanta a Montalto di Castro era stata iniziata la costruzione di una centrale nucleare, poi trasformata in centrale policombustibile. (NewTuscia/ADL)
Alluvione nell’alto Lazio: evacuata Marina di Montalto, esonda il Fiora |
LAVORO E DIRITTI a cura di www.rassegna.it Il Secolo XIX non sarà più stampato a Genova La notizia arriva nella capitale ligure ancora alle prese con i danni dell’inondazione Il Secolo XIX non sarà più stampato a Genova. E’ questo il primo effetto dell’accordo tra Il Secolo XIX e La Stampa. La notizia è arrivata martedì pomeriggio nel corso di una riunione tra le Organizzazioni sindacali e il responsabile del Centro stampa di San Biagio e l’amministratore delegato della Sep, società alla quale fa capo il Decimonono. “Con questa decisione – commentano Slc Cgil e Fistel Cisl Genova – altre 55 famiglie genovesi saranno presto sulla strada”. La Slc Cgil e la Fistel Cisl stanno avviando le iniziative di mobilitazione contro “una decisione aziendale inaccettabile". |
Economia Occasione unica per l’Europa Il prossimo summit dell’Asia-Europe Meeting (ASEM) di Milano di Mario Lettieri, già Sottosegretario all'economia (governo Prodi) e Paolo Raimondi, Economista Il prossimo summit dell’Asia-Europe Meeting (ASEM) di Milano è differente da tutti gli altri numerosi incontri internazionali, a cominciare dal G20. Gli Stati Uniti saranno assenti. Si tratta, infatti, della conferenza dei capi di stato e di governo dell’Asia e dell’Europa. Noi auspichiamo che questo evento sia consapevolmente trasformato dall’Unione europea e dai singoli Paesi dell’Europa in una occasione per avviare seriamente una cooperazione economica e strategica con l’intero continente euro-asiatico. E’ stato un anno di conflitti e di destabilizzazioni, purtroppo non ancora risolti, nel continente europeo, nel Mediterraneo e nel vicino Medio Oriente. I paesi euro-asiatici però si presentano a Milano con una visione alternativa e strategica di sviluppo pacifico multipolare, con proposte concrete di riforma del sistema monetario internazionale e con programmi di ampio respiro nel settore delle infrastrutture e per la modernizzazione dei loro vastissimi territori. La Cina ha in cantiere una serie di grandi progetti che non sono più solo sulla carta. C’è in particolare la “Silk Road Economic Belt”, cioè la nuova via della seta che, passando attraverso il Kazakhstan, dovrebbe arrivare in Europa. La dirigenza cinese vorrebbe fare di Berlino il suo snodo centrale, prima di arrivare fino ai porti atlantici. Ne ha già parlato con i governanti della Germania. La Cina ha sviluppato tutta una serie di altre vie della seta, anche in direzione Sud fino all’India. Il presidente cinese Xi Jinping ha recentemente presentato al Primo ministro indiano, Narendra Modi, un piano di investimenti per 100 miliardi di dollari e la proposta di realizzare insieme una via della seta marittima che entrando nel Mediterraneo attraverso il Canale di Suez, potrebbe agganciarsi, attraversando l’Italia, all’intera rete infrastrutturale europea. E’ da sottolineare il fatto che per finanziare simili progetti la Cina e molti altri Paesi considerati emergenti non fanno più riferimento alle vecchie istituzioni finanziarie e monetarie, come il Fmi e la Banca Mondiale. Stanno invece alacremente lavorando, ad esempio, per la costruzione della Asian Infrastructure Investment Bank. In risposta alla pericolosa e persistente volontà degli Stati Uniti di considerarsi l’unica potenza mondiale e nel mezzo delle sanzioni americane ed europee contro Mosca per la crisi ucraina, la Cina e la Russia hanno a maggio siglato lo storico accordo di forniture russe di 38 miliardi di metri cubi di gas per un valore complessivo di 400 miliardi di dollari in trent’anni. Come abbiamo più volte scritto, la Russia, tra l’altro, sta anche lavorando alla realizzazione della TransEuro-Asian Development Belt “Razvitie” che prevede corridoi infrastrutturali (ferrovie, strade, energia, comunicazione) dalle coste del Pacifico fino all’Europa e all’Atlantico. Si tratta di un enorme progetto. Sarà realizzabile soltanto in cooperazione tecnologica con l’Europa. Esso mira, infatti, alla creazione di nuove città, di insediamenti urbani, di qualificati centri scientifici e agroindustriali anche nella vastissima e poco abitata Siberia. Nelle ultime settimane, Vladimir Yakunin, presidente delle Ferrovie Russe e promotore del Razvitie, è stato due volte in Cina, a Shanghai e a Lanzhou, proprio per discutere di questi corridoi di sviluppo. I rappresentanti cinesi hanno intelligentemente proposto di collegare la via della seta con il Razvitie attraverso nuovi collegamenti ferroviari. In questa prospettiva è doveroso notare che molti di questi progetti, soprattutto quelli relativi all’energia, tendono a bypassare l’intermediazione del dollaro per essere stipulati direttamente in yuan e in rubli. Secondo gli ultimi resoconti, sulla borsa di Mosca gli scambi rublo-yuan sarebbero già decuplicati. Ciò evidentemente accade non per una scelta estemporanea ma dopo lo storico incontro dei paesi BRICS a Fortaleza in Brasile dove, tra l’altro, fu “lanciata” la New Development Bank con un capitale iniziale equivalente a 100 miliardi di dollari. Come si vede, il Razvitie e le varie vie della seta avrebbero il loro capolinea in Europa dove purtroppo l’Unione europea e la burocrazia di Bruxelles appaiono ancora troppo succubi e timidi nel formulare un’autonoma strategia di sviluppo e di cooperazione internazionali rispetto agli USA. Forse si pensa, come ai vecchi tempi degli imperi, di essere i primi al mondo. Così non è. La recessione e la persistente e crescente disoccupazione ce lo ricordano quotidianamente. . Noi riteniamo che per l’Europa la via d’uscita dalla crisi, oltre agli ineludibili compiti da risolvere a casa propria da parte di tutti, sia anche nella fattiva partecipazione ai grandi progetti infrastrutturali e di sviluppo sopra menzionati. La nostra tecnologia, le nostre professionalità e la nostra imprenditorialità sono indispensabili alla realizzazione di simili progetti. E non si tratta soltanto di esportare più prodotti di alta tecnologia ma anche di partecipare direttamente ai lavori. Ciò non può che contribuire alla ripresa economica ed occupazionale anche del nostro Paese. |
Da Avanti! online www.avantionline.it/ Piove Italia, non solo Genova, sott’acqua… di Mauro Del Bue Il Bisagno, il fiumiciattolo che imperversa furibondo su Genova, è ormai esondato più volte di quante Andreotti non abbia cavalcato ministeri nella Prima Repubblica. Eppure ogni volta siamo costretti a sentire le solite litanie. Sono rimasto francamente sconcertato dalla dichiarazione del sindaco Doria, che ha raccontato il balletto lugubre della burocrazia italiana. I soldi c’erano ed erano stati appalti i lavori, poi un ricorso al Tar, che ha dato ragione e un altro al Consiglio di Stato che ha dato torto, un altro ricorso al Tar del Lazip che si deve pronunciare, e siccome tra un ricorso e la sentenza passano sei, otto mesi, da tre anni, praticamente dal quel 2011 così disastroso, penultima esondazione bisagniana, nulla si è fatto. È incredibile come il sindaco narri la vicenda, citando l’assurdo percorso di Tar e contro Tar, come fosse la favola di Cappuccetto rosso. Perché non ha gettato i pugni sul tavolo, perché non ha promosso conferenze stampa per accusare i fautori delle lungaggini di volere altre stragi? Perché non ha coinvolto il governo? E questi signori più o meno in ermellino non si sentono colpevoli solo perché la legge autorizza loro a procedure incompatibili con le emergenze ambientali? Non esiste una frattura ancora troppo grave tra la velocità delle procedure e la tutela dei dirotti di tutti? Ma il primo diritto non è quello dei cittadini genovesi di vivere tranquilli e senza il continuo assillo di morire affogati? Che fare per i commercianti, gli artigiani, tutte le attività travolte dalla furia del fiume? Che fare per i cittadini che hanno perso la casa, l’ufficio, i mobili. Lo stato si muova subito. Mancano pale? Manca acqua da bere? Mancano viveri per i meravigliosi giovani provenienti mezza Italia come ai tempi dell’alluvione di Firenze del 1966? Si provveda subito, anzi si provveda ieri. Poi il governo stanzi subito una cifra da distribuire tra tutti i cittadini danneggiati. Immediatamente, in modo che possano provvedere alle loro necessità. Poi stanzi le centinai di milioni che servono per mettere in sicurezza questo corso d’acqua maledetto che, come è stato ricordato, ha fatto spendere con le sue esondazioni cinque volte di più di quello che sarebbe servito per evitarle. Ma i morti in Toscana ci ricordano che l’emergenza ambientale italiana non è riservata alla sola Genova. Grillo crede di cavarsela andando in giubbotto nella sua città a sorbendosi pure i fischi e le contestazioni dei suoi concittadini. Vanno bene le pale e i secchielli. Ma in Italia occorrono fondi per realizzare un piano integrato di interventi per la tutela dell’ambiente. Siamo un paese a rischio. E questo speso lo dobbiamo alla nostra dabbenaggine. Alla nostra superficialità. Al fatto che abbiano costruito là dove non si poteva. Esistono intere città edificate senza autorizzazione. Basta recarsi in alcune zone del sud. E le nostre periferie, basti pensare a Roma, sono scandali belli e buoni. Si è costruito sui fiumi, a due passi da burroni e frane, si è costruito presso paludi e zone inquinate. Si è massacrato l’ambiente seppellendo rifiuti tossici, i fiumi sono spesso cloache a cielo aperto dove si scarica di tutto. Cosa ci aspettavamo? Il futuro se non si interviene, sarà ancora più tragico. I veri responsabili siamo noi. Oltre ai Tar…. Vai al sito dell’avantionline |
Da INIZIATIVA 21 GIUGNO riceviamo e volentieri pubblichiamo Stiamo con la CGIL Perché saremo in piazza alla manifestazione del 25 ottobre La CGIL ha indetto per il prossimo 25 Ottobre, in Piazza San Giovanni, a Roma, una manifestazione nazionale. Come è naturale, ne sono al centro le questioni del lavoro, in quanto alla tutela dei diritti ed in quanto all’inadeguatezza delle attuali politiche economiche ad affrontare i termini quantitativi e qualitativi dell’emergenza occupazionale. Ma non solo di questo si tratta: se possibile, il significato di questa manifestazione, in questo momento, è ancora più largo e coinvolge tutti gli aspetti della tenuta della democrazia in questo Paese. E’ evidente infatti come la crisi economica venga utilizzata a pretesto per motivare politiche e specifici provvedimenti che, ancorché ininfluenti sulle sue cause ed incapaci di combatterne gli effetti, colpiscono, nelle istituzioni, nella compressione dei diritti, nelle scelte economiche, l’idea di una democrazia aperta, partecipata, tra eguali. E, di fronte ad un Parlamento che si vuole ridotto a rilasciare senza discussione cambiali in bianco al Governo in carica, questa manifestazione è l’unica strada per affermare la presenza di un’Italia diversa e che ha la lucidità e la volontà di resistere. Per questa ragione, riteniamo doveroso ed utile sostenere e prender parte alla manifestazione che la CGIL ha proposto, oltre che ai lavoratori, all’intero Paese. Proponiamo quindi a tutti coloro che condividono questo impegno a dare l’adesione a questa breve dichiarazione, sottoscrivendola Primi sottoscrittori: Riccardo Achilli; Enrico Antonioni; Luciano Belli-Paci; Alberto Benzoni; Felice Carlo Besostri; Roberto Biscardini; Daniele Bonifati; Andrea Cabassi; Fabio Cannizzaro; Gim Cassano; Luca Cefisi; Enzo Ceremigna; Pieraldo Ciucchi; Pietro Folena; Maurizio Giancola; Gerardo Labellarte; Marco Lang; Giovanni La Torre; Enzo Marzo; Giancarlo Nobile; Pier Paolo Pecchiari; Aldo Penna; Giovanni Rebechi; Cesare Salvi; Giovanni Scirocco; Mauro Sentimenti; Francesco Somaini; Stefano Sylos Labini; Lanfranco Turci; Giovanni Vetritto. > > > > Vai al sito, sottoscrivi |
FONDAZIONE NENNI http://fondazionenenni.wordpress.com/ Togliatti, Gramsci e… me Finalmente ho scoperto il retroscena della violenta campagna comunista del 1963 contro il mio libro Antonio Gramsci e l’ho scoperto nel volume La Guerra di posizione in Italia. di Giuseppe Tamburrano Ho scoperto il retroscena della violenta campagna comunista del 1963 contro il mio libro Antonio Gramsci e l’ho scoperto dal volume: “La Guerra di posizione in Italia” di Palmiro Togliatti (Einaudi 2014), che contiene l’epistolario del segretario del PCI negli anni 1944-1964, a cura di Gianluca Fiacco e Marialuisa Righi. Scrivono i curatori: «Il 20 agosto 1963 apparve sull’Unità una recensione di Mario Spinella alla biografia di Gramsci scritta da G. Tamburrano. Spinella, pur rilevando i limiti del volume, gli riconosceva il merito di aver affrontato una “non facile impresa”, seguendo il giusto metodo di “non separare mai il pensiero di Gramsci dallo svolgimento della sua vita e soprattutto dalle esperienze che Gramsci andava via via compiendo come militante e dirigente operaio». La recensione suscitò l’immediata reazione di Togliatti che, da Cogne dove era in vacanza, scrisse a Luca Pavolini, caporedattore di “Rinascita”, perché la rivista recensisse il libro in modo più consono: «Il libro del Tamburrano è cattivo e merita una recensione negativa vivace. La recensione dello Spinella è nettamente sbagliata: non vede che non si tratta di indicare errori e sbagli particolari ma di scoprire la chiave di questi errori. Essa sta nel fatto che il libro è scritto per dimostrare che il nostro Partito ha avuto torto. La verità e perfino l’informazione sono trascurate e sempre contraffatte, quando provengono da noi o spiegano ciò che abbiamo fatto in una luce ragionevole. Non esiste alcun criterio di giudizio storico: si giudica del 20′-21′ con il metro di oggi etc. etc.. Anche la figura di Gramsci oggi è male tratteggiata, convenzionale, non veritiera, collocando a contorno delle cose vere un mucchio di banalità letterarie, etc. Però la recensione del Massara non va. Comincia bene, ma poi non prosegue. Sembra la recensione di uno che non ha letto tutto. Farei fare una recensione completa e seria allo stesso Massara o a Franco Ferri (criticando Spinella)». Del mio libro si occuparono Massara e Rinascita. Il primo scrisse numerosi articoli sul quotidiano vicino al Pci “Paese Sera” prendendo di mira gli errori di stampa che erano tanti per la mia inesperienza di correttore di bozze e perché il libro uscì con una piccola e onorata casa editrice, avendo tutte le grandi case rifiutato il mio scritto. E fummo in due, io e l’editore, a non curare adeguatamente le bozze. La campagna di “Paese Sera” provocò la reazione di Norberto Bobbio che avvertì il direttore che non avrebbe più collaborato se fosse proseguita l’opera di lapidazione del mio Gramsci. Il libro ottenne allora una lunga e positiva recensione di Spinella, che come si legge nel testo della sua lettera, fece infuriare Togliatti. Ma non finisce qui. Rinascita obbedisce a Togliatti e scrive una recensione ridondante di errori e stupidaggini. Io invio una lettera di rettifica che non vede la luce la settimana successiva. Rinascita invece pubblica una lunga errata corrige nel goffo tentativo di raddrizzare la recensione (avrebbe potuto riassumere: il recensore era ubriaco). E poi con molta nonchalance nel numero successivo pubblica la mia lettera con il commento: “Vedi l’errata corrige pubblicata nel numero precedente”. Al mio libro fu assegnato il premio Viareggio. Ma durante il viaggio per raggiungere la città telefonai a casa per chiedere notizie e mi fu detto che vi era stata una comunicazione che annunciava che il premio non sarebbe stato assegnato a me. Temo che peggio di me se la sia passata Spinella. Anni dopo – Togliatti era morto – uscì la seconda edizione del Gramsci e il “Paese Sera” riconobbe di avere sbagliato. Anche Marcella Ferrara della redazione di Rinascita si scusò: “Ti abbiamo sulla coscienza!”. Un piccolo episodio di vita democratica del PCI, dell’etica e della cultura del Migliore. Povero Gramsci! |
Da vivalascuola riceviamo e volentieri pubblichiamo Alla vigilia di una serie di scioperi e manifestazioni di Giorgio Morale Segnalo una puntata di vivalascuola dedicata alla risposta della scuola alle proposte di Renzi, alla vigilia di una serie di scioperi e manifestazioni: http://lapoesiaelospirito.wordpress.com/2014/10/06/vivalascuola-179/ La “Buona Scuola” di Renzi prevede: blocco dei contratti dal 2007 al 2015 (e poi?), abolizione degli scatti d’anzianità, il 34% dei docenti con la prospettiva dello stesso stipendio a vita, abolizione delle supplenze brevi... Intanto il governo prepara con la spending rewiew: tagli di personale di segreteria, taglio di 5.000 lavoratori Ata, tagli per 900 milioni all’istruzione, di cui 400 milioni all’università... Inoltre progetta l’abolizione dei docenti di sostegno, vengono dimezzati i fondi per l’alternanza scuola-lavoro su cui pure tanto insistono le "linee guida" di Renzi… E dietro l'angolo c'è sempre la riduzione di un anno della scuola superiore... Si è ormai compreso che, con la “riforma” Renzi, la scuola, gli studenti e gli insegnanti staranno peggio sia dal punto di vista giuridico sia dal punto di vista economico… Stanti così le cose, come stupirsi se a questo tipo di scuola si dice no?Grazie dell'attenzione, |
LETTERA Dall’estero non capite Forse voi dall'estero non lo vedete o lo vedete da lontano, ma la situazione di questo paese è molto diversa da come il buon Matteo la da a vedere, in sostanza siamo falliti, causa un classe politica che all'interesse nazionale ha privilegiato l'interesse personale... Un caro saluto Adriano Bonaldo Sì, lei ha ragione. Ci servono molta onestà, molto impegno, buone idee e zero alibi per tutti. Perché un paese dotato di un risparmio privato molto più grande del suo pur grande debito pubblico avrebbe in sé la forza economica per uscire dall’attuale miseria. Coraggio, Italia. – La red dell’ADL |
L'AVVENIRE DEI LAVORATORI EDITRICE SOCIALISTA FONDATA NEL 1897 Casella postale 8965 - CH 8036 Zurigo L'Avvenire dei lavoratori è parte della Società Cooperativa Italiana Zurigo, storico istituto che opera in emigrazione senza fini di lucro e che nel triennio 1941-1944 fu sede del "Centro estero socialista". Fondato nel 1897 dalla federazione estera del Partito Socialista Italiano e dall'Unione Sindacale Svizzera come organo di stampa per le nascenti organizzazioni operaie all'estero, L'ADL ha preso parte attiva al movimento pacifista durante la Prima guerra mondiale; durante il ventennio fascista ha ospitato in co-edizione l'Avanti! garantendo la stampa e la distribuzione dei materiali elaborati dal Centro estero socialista in opposizione alla dittatura e a sostegno della Resistenza. Nel secondo Dopoguerra L'ADL ha iniziato una nuova, lunga battaglia per l'integrazione dei migranti, contro la xenofobia e per la dignità della persona umana. Dal 1996, in controtendenza rispetto all'eclissi della sinistra italiana, siamo impegnati a dare il nostro contributo alla salvaguardia di un patrimonio ideale che appartiene a tutti. |
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