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Re: [Diritti] Vivere senza padroni tra autogestione e conflitto
- Subject: Re: [Diritti] Vivere senza padroni tra autogestione e conflitto
- From: "maria matteo" <fat at inrete.it>
- Date: Thu, 5 Jun 2014 19:43:56 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
- Reply-to: fat at inrete.it
torino >-------------------------- Messaggio originale --------------------------- >Oggetto: Re: [Diritti] Vivere senza padroni tra autogestione e conflitto >Da: "farabir.fb" <farabir at iii.it> >Data: Gio, 5 Giugno 2014, 12:26 pm >A: dirittiglobali at peacelink.it >-------------------------------------------------------------------------- > > > > > > > > >...Via Palermo, dove ? A Roma, Milano, Bologna, >Canicattì, Casalecchio,....??? > >Franco > >-----------------------------------------Franco BORGHI Via >Frescobaldi 13 - 44042 CENTOTel. 051.6836715 Cell.348.3802633E-mail: >xenos at iii.it - farabir at iii.it > > ----- Original Message ----- > From: > maria matteo > To: dirittiglobali at peacelink.it > > Sent: Thursday, June 05, 2014 11:03 > AM > Subject: [Diritti] Vivere senza padroni > tra autogestione e conflitto > > > Vivere senza padroni tra autogestione > e conflittoVenerdì 6 giugnoore 21Corso Palermo 46 > Introduce la discussione Stefano Boni, docente di > Antropologia culturale e politica all'Università di Modena e Reggio, > autore di "Culture e poteri", e "Vivere senza padroni. Antropologia della > sovversione quotidiana". Questo libro è copyleft e può essere scaricato qui. > Vivere ai tempi della crisi è un gioco pericoloso che nessuno sceglie > volontariamente, tuttavia offre delle possibilità di sviluppo a pratiche di > autonomia dall’istituito, che le politiche di welfare parevano aver mandato > definitivamente in soffitta. Il welfare, strumento principe di ammortizzazione > del conflitto sociale, rende più tranquillo e sicuro il cammino, ma incatena > con lacci robusti chi ne beneficia > La crisi, la perdita irreversibile di un ampio sistema di > garanzie e tutele, la fine dello scambio socialdemocratico tra sicurezza e > conflitto, ci offre prospettive inesperite. E, qua e là, paiono aprirsi anche > altre possibilità. Possibilità per costruire nel conflitto, possibilità > per fare dell'esodo il punto di forza per l'estendersi di lotte che non > vogliono negoziare i propri obiettivi con l'istituito. La possibilità di > riprenderci le nostre vite, sperimentando i modi per garantir(ci) salute, > energia, cura degli anziani e dei bambini fuori e contro il recinto statuale. > La scommessa è tentare percorsi di autonomia che ci sottraggano al ricatto > delle regole dalla governance transnazionale, alla continua evocazione > dell’apocalisse che abbatte chi non segue i diktat della politica nell’epoca > del liberismo trionfante, della finanza anomica, della logica del fare per il > fare, perché chi fa mette in moto l’economia, fa girare i soldi, “crea” > ricchezza.Questa logica “crea” solo rovine: l’emblema sono i cumuli di > immondizia che ci avvelenano e uccidono, l’enorme fiera dell’usa e getta, > dello spreco programmato.Qualche volta le lotte territoriali hanno > aperto lievi tracce di un percorso diverso, perché nei momenti apicali hanno > consentito la ri-creazione di uno spazio pubblico strappato alla delega > democratica. L’emergere di un immaginario che allude all’incompatibilità tra > capitalismo e salute, tra capitalismo e domani, offrendo spazi all’emergere di > un immaginario, che mette all’ordine del giorno, come necessità di > sopravvivenza, la rottura dell’ordine della merce, l’esaurirsi > dell'adesione alla logica perversa del consumo in > cambio di servizi sociali. In questo arazzo la cui trama è > tracciata di vola in volta, altri fili si intrecciano nelle lotte contro gli > sfratti e per l'occupazione di spazi abbandonati. Lotte che spesso non si > limitano a (cercare di) sottrarre alcuni beni al controllo del mercato, ma > negano legittimità alla nozione stessa di proprietà privata, diventando > sovversivi.La crisi è offre un'occasione di > conflitto che è sempre più difficile riassorbire all'interno delle relazioni > sociali esistenti. Non solo.Attraversare la crisi è una straordinaria > opportunità per costruire circuiti di autonomia autogestionaria. La > strategia di riscossione di Equitalia crea insolventi. I tagli ai servizi > sociali generano forme di gestione di salute e istruzione autogestiti. > L'aumento dell'intossicazione dei cibi da supermercato da vita a nuovi > circuiti di produzione e circolazione alimentare. Grandi opere e inquinamento > portano a un pensare critico, che sfocia in un agire che non ammette > mediazioni. L'inedia della politica istituzionale lascia spazio all'azione > diretta. Il delirio normativo produce illegalità. Piccole crepe del > sistema si stanno aprendo: è importante che non siano occupate da partiti e > rigurgiti fascisti.www.anarresinfo.noblogs.org > > > > > Lista Diritti globaliPer iscriversi o cancellarsi dalla > lista:http://www.peacelink.it/mailing_admin.html > > > > > > > > > > > > > > Questa e-mail è priva di virus e malware perché è attiva la protezione avast! Antivirus . > > > > > > > > >Lista Diritti globali >Per iscriversi o cancellarsi dalla lista: >http://www.peacelink.it/mailing_admin.html
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