[Diritti] Caselle t.se. Spezziamo le ali alla guerra! Martedì 27 assemblea
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- From: "maria matteo" <fat at inrete.it>
- Date: Mon, 26 May 2014 08:12:13 +0200 (CEST)
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Due giornate contro il militarismo
Martedì 27 maggio
Palatenda del Prato della
Fiera in via Torino a Caselle
Serata antimilitarista
ore 19,30 apericena con degustazione di prodotti
ore
20,30 assemblea/dibattito
Interventi
di:
Alberto Perino, protagonista della lotta per la riconversione da militare a civile
delle Officine Moncenisio di Condove in Val Susa.
Domenico Argirò e Valter Bovolenta del movimento No
F35
Lunedì 2 giugno ore 10
presidio con banchetti,
musica, interventi, in piazza Boschiassi.
Interventi su F35,
riconversione dell’industria bellica, occupazione militare del territorio
dall’Afganistan alla Val Susa, passando per i CIE e i quartieri popolari
di Torino.
A fine mattinata il presidio diventa itinerante per
concludersi alla rotonda d'ingresso al paese dove campeggia un bombardiere
dell'Alenia.
Azione diretta contro il militarismo
L’Italia è in guerra da
molti anni. Ne parlano solo quando un ben pagato professionista ci lascia
la pelle: un po’ di retorica su interventi umanitari e democrazia,
Napolitano che saluta la salma, una bella pensione a coniugi e figli.
È una guerra su più fronti, che si coniuga nella neolingua del
peacekeeping, dell’intervento umanitario, ma parla il lessico feroce
dell’emergenza, dell’ordine pubblico, della repressione.
Gli stessi
militari delle guerre in Bosnia, Iraq, Afganistan, gli stessi delle
torture e degli stupri in Somalia, sono nei CIE, nelle strade delle nostre
città, sono in Val Susa.
Guerra esterna e guerra interna sono due
facce delle stessa medaglia. Lo rivela l’armamentario propagandistico che
le sostiene. Le questioni sociali, coniugate sapientemente in termini di
ordine pubblico, sono il perno dell’intera operazione.
Hanno
applicato nel nostro paese teorie e tattiche sperimentate dalla Somalia
all’Afganistan.
Se la guerra è filantropia planetaria, se condizione
per il soccorso sono le bombe, l’occupazione militare, i rastrellamenti,
se il militare si fa poliziotto ed insieme sono anche operatori umanitari
il gioco è fatto.
L’opposizione alla guerra, che in altri anni fa ha
riempito le piazze di folle oceaniche, si è lentamente esaurita, come le
bandiere arcobaleno, che il sole e la pioggia hanno stinto e lacerato sui
balconi delle case.
La mera testimonianza, la rivolta morale non
basta a fermare la guerra, se non sa farsi resistenza concreta.
Negli
ultimi anni l’opposizione alla guerra qualche volta è riuscita a saldarsi
con l’opposizione al militarismo: il movimento No F35 a Novara, i No Tav
che contrastano l’occupazione militare in Val Susa, i no Muos che si
battono contro le antenne assassine a Niscemi. Anche nelle strade delle
nostre città, dove controllo militare e repressione delle insorgenze
sociali sono la ricetta universale c’é chi non accetta di vivere da
schiavo.
Le radici di tutte le guerre sono nelle industrie che
sorgono a pochi passi dalle nostre case.
Chi si oppone alla guerra,
senza opporsi alle produzioni di morte, fa testimonianza ma non impedisce
i massacri.
L'Alenia è uno dei gioielli di Finmeccanica, il
colosso armiero italiano.
La “missione” dell’Alenia è fare aerei. I
velivoli militari sono il fiore all’occhiello di questo colosso. Nello
stabilimento di Caselle Torinese hanno costruito gli Eurofighter Thypoon,
i cacciabombardieri made in Europe, e gli AMX. Le ali degli F35, della
statunitense Loockeed Martin, sono costruite ed assemblati dall'Alenia.
Un business milionario. Un business di morte.
Per fermare la
guerra non basta un no. Occorre incepparne i meccanismi, partendo dalle
nostre città, dal territorio in cui viviamo, dove ci sono caserme, basi
militari, aeroporti, fabbriche d’armi, uomini armati che pattugliano le
strade.
Un gruppo di antimilitaristi di Torino, delle Valli di
Lanzo e del resto del Piemonte ha deciso di cominciare una campagna, che
collegandosi con quella dei No F35 di Novara, metta sabbia nel motore del
militarismo.
Antimilitaristi di Torino, Valli di Lanzo e del
resto del Piemonte
www.anarresinfo.noblogs.org
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