[Diritti] Anarres-info. Il gioco dell’economia. Chi vince e chi perde al di là della re torica sulla crisi
- Subject: [Diritti] Anarres-info. Il gioco dell’economia. Chi vince e chi perde al di là della re torica sulla crisi
- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Thu, 21 Nov 2013 12:47:18 +0100 (CET)
- Importance: Normal
- Reply-to: fat at inrete.it
Venerdì 22 novembre
ore 21
corso Palermo
46
conferenza/dibattito con proiezione di slide
Il gioco dell’economia. Chi vince e chi perde al di
là della retorica sulla crisi
Interverrà Francesco Carlizza.
Qui
puoi ascoltare il suo ultimo intervento per anarres
Il
termine crisi è stato tanto usato da apparire logoro. Un mero rumore di
sottofondo che accompagna qualsiasi discorso politico. Un rumore che si
manifesta ogni volta che il governo attua tagli ai servizi e alle
assunzioni, aiuti alle aziende, aumenti delle imposte.
È il rumore
che ha accompagnato tutti i discorsi sulla flessibilità pretesa ed imposta
ai lavoratori, la riduzione delle tutele, il taglio delle pensioni, la
precarietà permanente, la disoccupazione cronica, la retorica dei giovani
e la retorica dei vecchi, tutte orientate a ingannare gli uni e gli altri,
facendoli sentire in colpa tutti.
Peccato che negli anni della
“crisi”, tra il 2008 ed oggi i super ricchi, i Paperoni, sono
cresciuti.
L’economia è un gioco a somma zero: se qualcuno perde,
qualcun altro guadagna. In questi anni vissuti con la fatica di arrivare a
fine mese, giocati sul risparmio su tutto, compreso l’essenziale,
qualcuno, già ricco, lo è diventato di più.
Capirne di più, per
smontare il discorso della crisi, è sempre più importante.
°°°°°
InformAzione
Una crociera
per piazzisti di guerra
Si sono messi insieme tre ministeri –
Esteri, Sviluppo economico, Beni culturali – per dare manforte a quello
della Difesa. Una grande alleanza per organizzare una crociera molto
particolare. Un mega spot galleggiante per il Made in Italy. La flotta,
partita il 14 di novembre da Civitavecchia, è costituita dalla portaerei
Cavour, dalla fregata Bergamini, dalla nave di supporto logistico Etna e
dal pattugliatore Borsini.
Scopo ufficiale di questa “campagna
navale” è presentare le accellenze italiane in “aree considerate
strategiche” per gli interessi del Bel Paese.
A bordo ci sarà
sicuramente qualche forma di parmigiano e vari pacchi di pasta, ma il
piatto forte è un altro.
Il costo della campagna navale è previsto in
20 milioni di euro, di cui 7 a carico dello stato e 13 dei «partner
dell’industria privata». Soldi ben spesi: essi potranno usare la
portaerei, lunga 244 metri e larga 39, come una grande fiera espositiva
itinerante. A bordo sono stati installati gli stand in cui espongono i
loro prodotti e contattano i clienti. La missione della portaerei Cavour,
ha assicurato il ministro Mauro intervenendo il 13 novembre alla Camera
durante l’esame del dl missioni, non è di «vendere sistemi d’arma italiani
all’estero». Non si capisce allora perché al centro dell’Expo galleggiante
ci siano le maggiori industrie belliche italiane con il loro campionario,
che sarà mostrato ai potenziali acquirenti di porto in porto. In primo
piano quelle di Finmeccanica: l’AgustaWestland che presenta elicotteri da
guerra, di cui due sono esposti sulla Cavour; la Oto Melara, che espone il
sistema d’arma 127/64 LW Vulcano caratterizzato da un elevato ritmo di
fuoco (fino a 35 colpi al minuto e dalla possibilità di utilizzare
munizioni guidate; la Selex ES, specializzata in sistemi radar e di
combattimento; la Wass, che presenta nello stand Finmeccanica il siluro
pesante Black Shark; Telespazio, che offre i suoi sistemi di
telecomunicazioni militari, anche satellitari; la Mbda, che espone i
missili Aspide, Aster, Teseo/Otomat e altri. La Elt offre apparecchiature
elettroniche per la guerra aerea, terrestre e navale; la Intermarine,
vascelli militari. I clienti che non possono permettersi i cannoni
Otomelara a fuoco rapido potranno sempre trovare, nello stand Beretta
sulla Cavour, una vasta gamma di pistole automatiche. I prodotti civili
degli altri stand sono in genere di lusso, come gli aerei executive della
Piaggio e della Blackshape.
Continua…
°°°°°°
Cota. La festa è
finita?
Ieri sono stati recapitati 43 avvisi di
garanzia ad
altrettanti consiglieri regionali, compreso il governatore Cota e il
presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo. Tra gli indagati gran
parte dell’ex Pdl: 19 sono infatti esponenti del vecchio Popolo della
Libertà, 12 della Lega, 3 dell’Italia dei Valori, 2 dell’Udc. Un indagato
c’è anche fra i Moderati, nel Gruppo Misto, in Insieme per Bresso, in
Uniti per Bresso, tra i Verdi Verdi e tra i Pensionati per Cota. Restano
fuori solo i consiglieri del PD, anche se Mercedes Bresso, l’ex presidente
della Regione per il centro sinistra ha ricevuto il suo avviso.
Peculato, truffa, rimborso illecito ai partiti: sono le accuse - con
responsabilità e coinvolgimenti diversi - mosse per “rimborso poli” ai
consiglieri della Regione Piemonte. A tutti viene chiesto conto delle
spese pazze a carico del contribuente: cibi (tartufi compresi),
abbigliamento, oggetti per animali, profumi, fiori.
I consiglieri
regionali si sono fatti pagare di tutto: dal ristorante alle gite.
Continua…
°°°°°°°°
Susa 16 novembre. Una
scommessa vinta
Ad ottobre ci credevano in pochi: qualcuno si era
persino azzardato a dire che saremmo stati pochissimi, che era un
autogoal, che avremmo regalato la partita a nostri avversari, a chi ci
sperava lacerati da un’estate fatta di marce e sabotaggi ma anche di
arresti, botte, repressione.
Sino a pochi giorni prima del corteo No
Tav di sabato c’era chi faceva l’uccello del malaugurio.
Gli oltre
30.000 di Susa hanno smentito chi prediceva disgrazie, chi temeva che il
trenino lento dei No tav si sarebbe fermato lungo la strada.
Persino
il meteo è stato sconfitto: le previsioni che disegnavano freddo e pioggia
sono state smentite da una giornata tersa e limpida che ha consegnato una
bella foto ricordo ai tanti che si sono radunati a Susa per una marcia di
sette chilometri, che ha attraversato i luoghi simbolo dell’occupazione
militare e della devastazione della Valle. La caserma dei carabinieri, la
sede della polizia stradale e della Sitaf, la società che gestisce la A32,
l’autostrada divenuta via maestra delle truppe di occupazione, la pizzeria
Mirò dove mangiano e l’albergo Napoleon dove vengono ospitati i
carabinieri di stanza a Chiomonte.
La manifestazione No Tav del 16
novembre è stata la risposta forte di un movimento che non si piega e non
si divide.
Qui puoi vedere alcune foto
della manifestazione e dello spezzone rosso e nero
Continua…
°°°°°°°°
Schiavitù di cittadinanza
Nell’Atene di Pericle non c’erano vie di mezzo o eri schiavo o eri
cittadino. Nella Germania dell’era Merkel la “schiavitù di cittadinanza” è
la ricetta con la quale il governo tedesco è riuscito a ridurre la
disoccupazione, garantendo lauti guadagni agli imprenditori tedeschi,
sgravati dall’impegno di versare contributi.
Come funziona?
In
Germania chi non ha un’occupazione riceve intorno ai trecento euro al
mese. Se gli viene proposto un lavoro per venti ore settimanali a 450 euro
al mese – senza obbligo per il padrone di versare tasse – ha due
possibilità ugualmente sgradevoli. Se rifiuta perde buona parte
dell’assegno di cittadinanza, se accetta si lega mani e piedi ad una
condizione di super sfruttamento non contrattabile e senza prospettive di
pensione.
Schiavo e cittadino insieme. Un infelice ma ben riuscito
ossimoro politico.
Nel 2008 la disoccupazione in Germania era
superiore a quella italiana, oggi le parti si sono invertite, ma il numero
di ore lavorate in realtà non è cambiato.
Per uno dei tanti paradossi
di cui è capace un capitalismo sotto oculata e tenera tutela statale la
Germania è riuscita a realizzare un obiettivo che, in altri tempi, è stato
molto caro al movimento dei lavoratori: che tutti lavorino meno, che tutti
lavorino. Peccato che la ricetta tedesca non comporti una seconda –
fondamentale – parte: la parità di salario nonostante la riduzione di
orario. In parole povere, un sia pur lieve, trasferimento di reddito dai
padroni ai lavoratori.
Questa ricetta made in Deutchland piace anche
al sottosegretario all’economia Stefano Fassina.
Continua…
°°°°°°°°
Il tramonto dell’amnistia
In Italia le carceri straripano. Lo scorso anno i suicidi sono stati
oltre 150. Il carcere è una struttura patogena: chi vi è rinchiuso si
ammala molto di più e riceve molte meno cure di chi vive fuori dalle
gabbie che lo Stato destina a discarica sociale.
L’Italia è stata
condannata dalla corte europea di Strasburgo per i trattamenti inumani e
degradanti
inflitti ai reclusi nelle prigioni del Belpaese. Se la
situazione non cambierà rischia di dover pagare risarcimenti milionari ai
detenuti che hanno fatto o faranno ricorso a Strasburgo.
Nonostante
ciò l’amnistia, l’unico provvedimento veramente efficace per vuotare
rapidamente le carceri degli oltre settemila detenuti “in più”, è presto
tramontato.
Continua…
°°°°°°°°
Nassiriya. Le stragi degli
italiani brava gente
Ieri le autorità italiane hanno celebrato il
decimo anniversario della strage di Nassiriya. Non lontana da Bassora, nel
sud dell’Iraq, abitato prevalentemente da popolazioni shite, Nassiriya era
la base del contingente italiano. Le truppe tricolori parteciparono
attivamente all’occupazione militare dell’Iraq, dopo aver fornito appoggio
logistico alla conquista statunitense del paese in quella che venne
chiamata la seconda guerra del Golfo.
Il 12 novembre del 2003 un
camion carico di esplosivo esplose dopo essere riuscito a penetrare nella
base italiana nella città. Morirono 19 tra carabinieri e soldati, 7 civili
italiani e 10 iracheni.
In Italia piazze e lapidi ricordano i martiri
di Nassiriya. Eroi buoni, in missione di pace in Iraq.
Questa
immagine caramellata resiste negli anni nonostante la storia dei militari
tricolori tra il Tigri e l’Eufrate sia molto diversa.
Una storia di
guerra. Una guerra come le altre: sporca, sanguinaria, senza esclusione di
colpi. Ma, come scriveva nel 1917 il senatore statunitense Hiram Johnson,
“la verità è la prima vittima di guerra”.
Cosa sapete della
“battaglia dei Lagunari” della notte del 5 di agosto 2004?
Continua…
°°°°°
Uno dopo l’altro gli
immigrati chiudono i CIE
L’ultimo ad essere vuotato è stato il CIE di
Milano, scosso domenica dalla quinta rivolta da settembre. Ogni volta la
struttura di via Corelli, appena ristrutturata, è stata danneggiata dai
reclusi. Buona parte degli immigrati è stata trasferita al CIE di
Trapani-Milo, alcuni, accusati dell’incendio che ha reso inagibile la
quarta sezione, sono stati arrestati e trasferiti in carcere.
A due
settimane dalla rivolta che ha portato alla chiusura del Centro di
Gradisca, un altro CIE è di fatto inagibile. Uno dietro l’altro i centri
per senza carte vengono chiusi dai prigionieri, che fanno a pezzi le loro
gabbie.
Ormai sono ancora aperti i CIE di Torino, Roma, Trapani,
Bari, Caltanissetta.
Continua…
°°°°°
Appuntamenti fissi
Ogni lunedì ore 21 –
al presidio No Tav di Venaus – riunione del gruppo di monitoraggio
del cantiere
°°°°°°°
Ogni martedì riunione
del collettivo antipsichiatrico “Francesco Mastrogiovanni” ore 21
in corso Palermo 46.
Il numero contro gli abusi psichiatrici
funziona tutti i giorni con segreteria telefonica. Il martedì – dalle 19
alle 21 - rispondiamo direttamente.
Segnati il numero e fallo
girare. 328 7623642
°°°°°°°°
Ogni
giovedì – ore 21 in corso Palermo 46 - riunione degli anarchici
della FAT aperta a tutti gli interessati.
°°°°°°°°°°
Le riunione di “Antirazzisti contro la
repressione” sono aperiodiche. La prossima è giovedì 21 novembre
ore 19,30 in corso Palermo
46
°°°°°°°°°
Ogni venerdì – dalle 10,45 alle 12,45 – anarres va in onda sui
105,250 delle libere frequenze di radio blackout. Se sei lontano puoi
sentire anche in streaming accedendo dal sito della radio
www.radioblackout.org
°°°°°
Appello.
10.000 euro di solidarietà
Cari compagni e compagne,
siamo obbligati a fare appello alla vostra solidarietà attiva. Numerosi
compagni e compagne della Federazione Anarchica Torinese sono sotto
processo per la loro attività politica e sociale. Abbiamo in corso ben due
maxi processi per la nostra attività antirazzista, un processo per
antifascismo, uno per antimilitarismo, uno per il nostro impegno nel
movimento No Tav.
Banali azioni di informazione e lotta sono entrate
nel mirino della magistratura. Un presidio antirazzista diventa violenza
privata, una performance antimilitarista un’offesa alla sacralità
dell’esercito, il buttare via un manifesto fascista danneggiamento,
un’azione popolare di contrasto al Tav viene perseguita con durezza.
Alcuni di noi hanno già subito nel recente passato condanne per la
propria attività politica. Alcuni di noi rischiano la galera.
Siamo
convinti che il miglior modo per rispondere alla repressione dello Stato
consista nel continuare con ancora maggior impegno le lotte nelle quali
siamo impegnati.
Siamo anche convinti che campagne pubbliche di
appoggio ai compagni finiti nel mirino della magistratura possano
riportare sul terreno della lotta le vicende che lo Stato vorrebbe
relegare in un’aula di tribunale.
I processi hanno anche un costo
molto elevato, sia per gli avvocati che per tutte le carte che la
burocrazia della repressione pretende.
Ci servono urgentemente circa
10.000 euro.
Non siamo in grado di farcela da soli.
Il conto
corrente postale cui potete inviare i vostri contributi è il numero –
1013738032 – intestato a Maria Margherita Matteo,
Torino.
codice IBAN IT35 Y076 0101 0000 0101 3738
032
Codice BIC/SWIFT BPPIITRRXXX
°°°°
http://anarresinfo.noblogs.org
per info
chiamate 338 6594361
- Prev by Date: [Diritti] ADL 131120 - Sembravano
- Next by Date: [Diritti] genova blocca il sindaco, fuggito per ben due volte dall'assemblea
- Previous by thread: [Diritti] ADL 131120 - Sembravano
- Next by thread: [Diritti] genova blocca il sindaco, fuggito per ben due volte dall'assemblea
- Indice: