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[Resistenza] Per la democrazia in CGIL, contro l'espulsione di M.Elena Muffato e degli altri comunisti, sindacalisti onesti e lavoratori combattivi!
- Subject: [Resistenza] Per la democrazia in CGIL, contro l'espulsione di M.Elena Muffato e degli altri comunisti, sindacalisti onesti e lavoratori combattivi!
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Sat, 13 Jul 2013 10:06:15 -0700 (PDT)
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e-mail: resistenza at carc.it – sito: www.carc.it
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Comunicato della DN n. 15/2013 -
12.07.2013
La CGIL è ridotta a reprimere e perfino espellere i suoi aderenti più combattivi, comunisti, sindacalisti onesti e
lavoratori avanzati!
Trasformare gli attacchi della destra CGIL in uno strumento per estendere
il coordinamento e l’azione di orientamento, organizzazione e mobilitazione
delle RSU, dei delegati e degli operai più avanzati e combattivi!
La CGIL è dei lavoratori, non della Camusso e degli altri nipotini di Craxi ed
ex soci di Sacconi complici del padronato e del governo
Letta-Belusconi-Napolitano!
Dopo mesi di voci di corridoio e
avvertimenti ufficiosi, l’11 luglio alla compagna M.Elena Muffato (militante
del P.CARC, esponente della Rete 28 Aprile e iscritta alla Fisac CGIL) è stata
consegnata la lettera di espulsione dalla FISAC CGIL che riportiamo qui di
seguito.
In ottemperanza a quanto stabilito dal Collegio Statutario Nazionale CGIL
in data 9 u.s., prot. 2013/585, in relazione alle sue reiterate dichiarazioni e
alle evidenze documentali di appartenenza al Partito dei CARC, in
applicazione dell’art. 3 dello Statuto
CGIL, si ritiene interrotto il suo rapporto associativo con la nostra
Organizzazione.
Cordiali saluti.
La Segreteria Regionale Fisac Campania: Nadia
Corradetti, Ciro De Biase, Gabriella Dell’Aversano, Pierluigi Sessa, Paolo Scognamiglio, Franca Marano
Il Segretario Generale Fisac Campania: Susy Esposito
Il Segretario Nazionale Fisac: Agostino Megale
Il Segretario Generale CGIL Campania: Franco Tavella
L’art. 3 dello Statuto della CGIL recita
che: “(…) A tutela dell’organizzazione
la domanda di iscrizione viene respinta, a cura delle Segreterie delle strutture alle quali l’iscrizione viene
richiesta che ne daranno informazione ai Centri
regolatori, nei casi di gravi condanne penali, sino all’espiazione della
pena, di attività o appartenenza ad
associazioni con finalità incompatibili con il presente Statuto (organizzazioni segrete, criminali, logge
massoniche, organizzazioni a carattere fascista o razzista, organizzazioni terroristiche). Analogamente
e sulle stesse situazioni si procede, a cura delle Segreterie delle stesse strutture, nel caso di iscritte/i
determinando l’interruzione del rapporto associativo con la CGIL (…)”.
Diamo per scontato che la CGIL non arrivi ad
arrampicarsi sugli specchi fino a includere il nostro partito tra “le
“organizzazioni criminali, logge massoniche, organizzazioni a carattere
fascista o razzista” o ad annoverarci tra
le “organizzazioni segrete” (il P.CARC ha sedi note e aperte in varie città
italiane, propaganda e diffonde la sua stampa, i suoi militanti sono
conosciuti, da vari anni a questa parte partecipa anche alle competizioni
elettorali, ecc.), quindi la direzione della CGIL ha deciso che siamo un’organizzazione
terrorista?
Passi che gente educata e selezionata
in base ai servizi resi a padronato e autorità contro lavoratori, pensionati e
precari (alla Mauro Moretti per intenderci, segretario nazionale della CGIL
Trasporti promosso amministratore delegato delle
Ferrovie dello Stato: la strage di Viareggio è il suo principale “fiore all’occhiello”!) non
sappia più neanche dove stia di casa la solidarietà di classe.
E passi pure che la direzione CGIL
ignori che i terroristi deve andarli a cercare nei consigli di amministrazione
delle aziende, delle banche e delle società finanziarie, al governo, nei
palazzi del potere, in Vaticano, in Confindustria, ai vertici del nostro paese:
lì ci sono i responsabili del disastro in cui versa il nostro paese, degli otto
milioni di persone che vivono in povertà, delle migliaia di persone che ogni
anno muoiono di miseria, di lavoro, di malattia, di carcere, di emigrazione, di
maltempo, di disastri ambientali, di disperazione e altrettante che sono
emarginate dalla vita sociale e condannate a vivere di espedienti o di
elemosine.
Ma evidentemente nel loro livore
anticomunista i vertici CGIL hanno persino dimenticato che nell’ottobre scorso la Corte d’Assise di Bologna ha
chiuso (con una sentenza di assoluzione “perché il fatto non sussiste”) l’ottavo procedimento giudiziario per associazione
sovversiva con finalità di terrorismo (art. 270 bis) aperto dal sostituto
procuratore di Bologna Paolo
Giovagnoli nel quadro della trentennale persecuzione contro l’area politica di
cui il P.CARC fa parte (la carovana del (nuovo)Partito Comunista italiano). La Camusso e chi per essa
hanno deciso di prendere il posto di Giovagnoli?
Come è scritto in uno dei tanti
messaggi di solidarietà giunti alla nostra compagna, e di cui ringraziamo
tutti, “ la CGIL ha espulso Maria Elena...
Non per indegnità morale, per essersi appropriata delle risorse sindacali
illegittimamente, avrebbero sistemato la cosa in altro modo; alcuni dirigenti
hanno fatto carriera così. Maria Elena è stata espulsa non perché ha disertato
le lotte sindacali; ci sono dirigenti della CGIL che organizzano il contrasto
alle iniziative conflittuali. Maria Elena è stata espulsa dalla CGIL perché è
comunista, e ha voluto sperimentare la linea di ricostruzione comunista dei
CARC.
Un tempo, così è scritto nella storia
nobile della CGIL, i comunisti erano alla direzione di questo sindacato; la CGIL era uno dei pochi luoghi
sociali e culturali dove i lavoratori comunisti trovavano accoglienza e
protezione organizzativa per combattere per le loro condizioni salariali e
normative, per un mondo di uguaglianza e cooperazione.
Maria Elena è stata espulsa senza appello e segnalata con lettera raccomandata ai suoi padroni, proprio nel settore selvaggio e feroce del credito e delle assicurazioni. Una vergogna senza precedenti. Una delazione e istigazione alla repressione contro una comunista che viene dal sindacato dove i comunisti dovrebbero essere a casa loro.
La reazione deve essere estesa e profonda, perché è in discussione la possibilità di opporsi al sistema dominante che ha stracciato salari e pensioni, ha stabilito un ricatto occupazionale e previdenziale su intere generazioni di giovani, ha estirpato qualsiasi potere di controllo sindacale e politico dei lavoratori in fabbrica e sul territorio.
Maria Elena è stata espulsa senza appello e segnalata con lettera raccomandata ai suoi padroni, proprio nel settore selvaggio e feroce del credito e delle assicurazioni. Una vergogna senza precedenti. Una delazione e istigazione alla repressione contro una comunista che viene dal sindacato dove i comunisti dovrebbero essere a casa loro.
La reazione deve essere estesa e profonda, perché è in discussione la possibilità di opporsi al sistema dominante che ha stracciato salari e pensioni, ha stabilito un ricatto occupazionale e previdenziale su intere generazioni di giovani, ha estirpato qualsiasi potere di controllo sindacale e politico dei lavoratori in fabbrica e sul territorio.
Maria Elena sta dentro la storia
della CGIL, i dirigenti che l'hanno espulsa no!!
Vincenzo Gagliano (già componente della
Segreteria CGIL Campania)”.
I compagni della Rete 28 Aprile napoletana e pugliese, in un
appello pubblicato
in versione sintetizzata e ridotta sul sito nazionale,
hanno denunciato che il provvedimento contro M.Elena (allora erano solo “avvertimenti
ufficiosi”) non è un caso isolato, ma “fa il paio con l’espulsione a Padova di
Francesco Doro e Andrea Berruti
(RSU, esponenti della Rete 28 Aprile) e con analoghi provvedimenti che
colpiscono altri compagni e compagne che orbitano intorno alla Rete 28 aprile,
con le ritorsioni di qualche tempo fa contro alcuni compagni de “ La Cgil che Vogliamo” (un
delegato della Fincantieri di Ancona che la CGIL sospese perché aveva spedito dalla sede CGIL
un volantino firmato “CGIL che vogliamo”), l’allontanamento di Maurizio Scarpa
dalla segreteria nazionale Filcams, la sospensione di Mauro Caffo che
contestava il giro della Padania organizzato dalla Lega, la sospensione di Ezio
Casagranda, Fulvio Flammini e Franco Tessadri dalla CGIL in Trentino, il
trasferimento forzoso di Eliana Como dalla FIOM di Bergamo a Roma, la
destituzione di Sergio Bellavita dalla Segreteria Nazionale FIOM, l’esclusione
di Giorgio Cremaschi dagli interventi alla riunione dei Direttivi unitari CGIL,
CISL e UIL del 30 aprile scorso”.
La lotta per la democrazia in CGIL
contro l’espulsione di M.Elena e degli altri comunisti, sindacalisti onesti e
lavoratori combattivi per la democrazia in CGIL è una lotta che va condotta
senza se e senza ma, anche dalla Rete 28 Aprile e dal resto della sinistra
CGIL. Nella lettera di espulsione di M.Elena si parla di “reiterate
dichiarazioni ed evidenze documentali”, nella fase degli “avvertimenti ufficiosi”
la compagna era stata avvisata che suo conto era stato redatto un dossier per
certificare le “buone ragioni” che avrebbe avuto la CGIL per espellerla. Se due
più due fa quattro, vuol dire che all’interno della CGIL opera una struttura di
spionaggio e dossieraggio: la
CGIL a scuola di Valletta? Questa è una delle opere che ha
contribuito a ridurre il più grande sindacato del nostro paese, il sindacato
con la storia più illustre, i cui uomini e donne hanno contribuito alla
sconfitta del nazi-fascismo, ad un’azienda sempre di più al servizio della pace
sociale e della concertazione a danno dei lavoratori. Chi sono coloro che spiano e denunciano le/i compagne/i più combattivi
per farli fuori dall’organizzazione perché “disturbano i manovratori”? Questi
signori dobbiamo denunciarli pubblicamente ai lavoratori, perché vanno isolati
e messi nelle condizioni di non poter più continuare indisturbati la loro
opera! Nei mesi scorsi i
mass media si sono dedicati a tempo pieno alle espulsioni di Grillo, alle grida
“sull’emergenza democratica e la repressione del dissenso interno” al Movimento
5 Stelle, siamo curiosi di vedere se (coerenza? deontologia professionale?)
andranno a chiedere conto alla Camusso e al resto della direzione CGIL dei
provvedimenti disciplinari e delle espulsioni che fioccano a destra e a manca e
a indagare sui sistemi e le strutture di spionaggio e dossieraggio interne alla
CGIL!
I lavoratori ancora iscritti alla CGIL sono in
numero crescente insofferenti della complicità dei sindacati di regime con i
padroni e il governo che penalizza nei diritti, nel reddito, nelle condizioni
di lavoro anche chi ha ancora un lavoro stabile, sono in numero crescente insoddisfatti
dei risultati della linea di resa della Camusso a braccetto con Bonanni e
Angeletti (taglio pensioni, innalzamento età pensionabile, esodati,
eliminazione dell’art. 18, contratti a perdere e riduzione del ruolo del CCNL, ecc.). Per questo la CGIL è ridotta a reprimere ed espellere i suoi aderenti più
combattivi: cerca di impedire che diventino centro di organizzazione e
mobilitazione degli iscritti scontenti della linea di resa del sindacato. Per
questo cerca di gestire in segreto e
con minor pubblicità possibile i provvedimenti disciplinari e amministrativi
interni. Per questo ha gestito le trattative che hanno portato
all’accordo su “rappresentanza e democrazia” in modo clandestino (né i delegati
né tantomeno gli iscritti sono stati consultati e nemmeno informati dei
contenuti su cui il gotha dei sindacati di regime stava trattando). La Camusso e gli altri
nipotini di Craxi ed ex soci di Sacconi hanno portato a un livello superiore la
trasformazione della CGIL di Di Vittorio in stampella del regime dei padroni e
dei governi che si sono alternati nell’eliminare i diritti e le conquiste strappate
dagli operai e gli altri lavoratori con la Resistenza antifascista
e le lotte degli anni successivi, quando il movimento comunista era forte nel
nostro paese e nel mondo. Ma il ruolo, la forza e l’utilità che la CGIL per il padronato e il
governo del pilota automatico ruolo dipendono dal seguito e dal consenso che
ancora hanno tra i lavoratori, i pensionati, i precari. Questo è il loro
tallone d’Achille! Su questo dobbiamo e possiamo fare leva. Non solo per
rispedire al mittente le espulsioni e gli altri provvedimenti contro i
comunisti, i sindacalisti onesti e i lavoratori combattivi, ma soprattutto per rafforzare
ed estendere il coordinamento e l’azione di orientamento, organizzazione e
mobilitazione delle RSU, dei delegati e degli operai più avanzati e combattivi!
In questo modo la direzione della CGIL sarà costretta a ballare alla loro
musica, a rincorrerli (i due sabati di blocco alla
FIAT di Pomigliano ne sono una conferma) oppure saranno spazzati via!
Mobilitarsi
e mobilitare
-
per difendere ed estendere i diritti sindacali e costituzionali che i
lavoratori hanno conquistato a prezzo di dure lotte, contro l'accordo sulla
rappresentanza e la linea di collaborazione, concertazione, complicità con
padronato e governo di cui l'accordo sulla rappresentanza è parte integrante
che è la linea che ha portato all'innalzamento dell'età pensionabile e al
taglio delle pensioni, agli esodati, all'eliminazione dell'art. 18, ai
contratti a perdere, ai licenziamenti, alla disoccupazione e precarietà
galoppanti, ecc.
-
per contrastare in modo pubblico, organizzato e collettivo gli attacchi,
pressioni, ricatti, ritorsioni con cui i Marchionne grandi e piccoli cercano
azienda per azienda di intimidire, far indietreggiare, espellere, ecc. quei
delegati CGIL (e non solo) che sostengono senza se e senza ma gli interessi e i
diritti dei lavoratori, promuovono la loro organizzazione e mobilitazione
- per la democrazia interna, contro le
espulsioni, sospensioni, ecc. di comunisti,
sindacalisti onesti e lavoratori combattivi con le quali la direzione della
CGIL usando metodi degni di Valletta cerca di contrastare lo sviluppo di un
vero movimento sindacale che si fa promotore e organizzatore della resistenza e
lotta contro la crisi, i suoi effetti e i suoi responsabili.
Non
sono i comunisti, i sindacalisti onesti e i lavoratori combattivi incompatibili
con lo Statuto della CGIL, è la linea della direzione CGIL e la caccia alle
streghe che essa conduce contro i
comunisti, i sindacalisti onesti e i lavoratori combattivi che è incompatibile
con gli interessi e i diritti dei lavoratori; sono coloro che sostengono
pratiche contro una efficace mobilitazione dei lavoratori per farla finita con
la crisi, i suoi effetti e i suoi responsabili ad essere indegni e
incompatibili con la CGIL
di Di Vittorio!
La battaglia per la democrazia nei sindacati è strettamente connessa a
quella per la democrazia nella rappresentanza sindacale ed entrambe sono parte
integrante della più generale lotta per farla finita con la crisi del
capitalismo e l’arroganza dei Marchionne!
Unire le forze, tenere in
mano l’iniziativa, passare dalla difesa all’attacco!
Da Pomigliano alla Val di
Susa, dal S. Raffaele di Milano all’Ilva di Taranto, dall’Irisbus d Avellino
all’elezione del leader NO PONTE a sindaco di Messina, dal No Muos di Niscemi
alle occupazioni di case: convogliare i mille focolai di protesta, ribellione e
lotta intorno all’obiettivo di cacciare il governo del golpe bianco
e del pilota automatico e instaurare al suo posto un governo d’emergenza popolare
che assegni a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso e a ogni azienda compiti
produttivi secondo un piano nazionale!
Organizziamoci per
vincere!
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