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R: Re:
- Subject: R: Re:
- From: <liliana.boranga at email.it>
- Date: Thu, 16 May 2013 09:33:41 +0200
Ma non riesci a cancellarti da solo? liliana dott. boranga giornalista via nuova 17 - 30174 mestre venezia 0039330247247 liliana.boranga at email.it liliaboranga at gmail.com liliana.boranga_2010 at libero.it skype:lilianaboranga -----Messaggio originale----- Da: dirittiglobali-request at peacelink.it [mailto:dirittiglobali-request at peacelink.it] Per conto di enricolobina at tiscali.it Inviato: giovedì 16 maggio 2013 09:21 A: dirittiglobali at peacelink.it Oggetto: R: Re: Buongiorno, mi potete cancellare da questa mailing list? enrico lobina ----Messaggio originale---- Da: maurilio.orione at gmail.com Data: 16/05/2013 9.14 A: <dirittiglobali at peacelink.it> Ogg: Re: letta, grazie, condivido forse siamo tutti umani forestieri, e non ce lo ricordiamo, forse un pò invidiosi, bene , speriami in bene. ciao maurilio Il giorno 16 maggio 2013 08:58, Khay Rachid <khay at arciliguria.it> ha scritto: > *Lettere aperta a Magdi Cristiano Allam che chiede le dimissioni della > ministra Cecile Kyenge* > > > > > > Sul suo sito, “ioamolitalia.it”, Magdi Cristiano Allam scrive una lettera > firmata il 7 maggio 2013, indirizzata ai rappresentanti del popolo italiano > nel Parlamento nazionale e in quello europeo, invitando loro a > sottoscrivere la sua petizione per le dimissioni della ministra > dell’integrazione, di origine africana, Cecile Kyenge. Certo, è facile > insinuare che si tratta dell’ennesimo veleno spruzzato dal “sito > dell’amore”; è facile dire che questo comportamento non ci sorprende e, che > siamo giunti alla convinzione che gli articoli di Allam suscitano interesse > solo per i loro titoli provocatori. > > Certo, è comodo pensare e dire tutto questo, perché esonera la nostra > mente dallo sforzo di capire e di rispondere ad un giornalista di fama > nazionale, che ha raggiunto le vette del giornalismo italiano, avendo > svolto ruoli di prestigio nei primi due giornali dello stivale, “Il > Corriere della sera” e “La repubblica”. > > Il nostro scrittore, contrariamente a quanto molti sostengono, scrive > lucidamente nel fervore dell’ispirazione. Lo conobbi tantissimi anni fa > quando, alle prime armi, venne a Mazara del Vallo per scrivere un articolo > sull’immigrazione tunisina. I suoi scritti sono il frutto del suo impegno > intellettuale e politico e rispecchiano le sue convinzioni religiose e > culturali, anche se non ho ancora capito a quale religione appartiene né di > quale cultura fosse impregnato. Comunque sia, essi meritano attenzione e > sollecitano risposta. Per questo, vorrei tentare qui di rispondere alla > lettera in cui chiede le dimissioni della Kyenge. > > Allam inizia la sua lettera accusando la Ministra di aver “giurato il > falso sulla Costituzione” e argomenta la sua accusa col fatto che dopo il > suo giuramento, domenica 28 aprile al Quirinale, con la formula rituale: > “Giuro di essere fedele alla Repubblica, di osservarne lealmente la > Costituzione e le leggi e di esercitare le mie funzioni nell'interesse > esclusivo della nazione”, la Kyenge, nella conferenza stampa, il venerdì 3 > maggio, a Palazzo Chigi, ha detto: “Non potrei essere interamente > italiana”. Egli afferma che c’è incompatibilità tra quest’ultima > dichiarazione e “l’interesse esclusivo della nazione” che ogni membro del > Governo deve salvaguardare. Se ci si limita a queste citazioni riportate da > Allam, il ragionamento potrebbe sembrare logico e coerente. > > Ma andando a leggere tutta la dichiarazione della Ministra, si scopre che > il famoso giornalista ha omesso, in modo volontario, l’altra metà della > dichiarazione della Kyenge che è consustanziale alla prima e senza la quale > la prima diventa un falso. Per onestà intellettuale, occorre ricordare che > Cecile Kyenge ha affermato che non potrebbe essere né interamente italiana > né interamente congolese precisando appunto che è italo-congolese. > Basterebbe una superficiale conoscenza socio-antropologica della società > italiana oggi, come di altre società europee coinvolte col fenomeno > migratorio, per capire che l’ interessata non ha fatto altro che enunciare > una banale verità scientifica. In queste società multiculturali gli > individui non hanno un’identità monolitica bensì pluridimensionale. Una > pluridimensionalità che non è priva di coerenza. La pluralità delle > appartenenze culturali non è in contraddizione con l’appartenenza politica > al paese in cui si vive, anzi, essa comporta una cittadinanza altrettanto > plurima. Possiamo essere buoni cittadini italiani se siamo anche buoni > cittadini europei e planetari. L’ interesse esclusivo della mia nazione > (l’Italia in questo caso) non può essere salvaguardato se viene meno il mio > interesse alle vicende europee, alle questioni mediterranee, al destino di > tutta l’umanità. Chi non si è reso conto che il mondo è attraversato da una > fitta rete di intrecci e relazioni che ne hanno fatto un villaggio globale > strettamente interdipendente, vive ancora nell’età della pietra. Banalità, > queste, che non possono aver sfuggito all’intelligenza del parlamentare > europeo. È allora legittimo pensare che l’ incompatibilità di cui parla il > giornalista è fondata su una pseudo argomentazione; anzi, è un esempio da > manuale di come viene manipolata l’informazione a danno degli intervistati > o comunque degli avversari politici. > > Allam continua poi la sua argomentazione sulla linea dell’incompatibilità > mettendo l’accento sul sentimento identitario espresso dalla Kyenge. “*Per > la prima volta nella storia della Repubblica –*scrive il giornalista di > origine africana* - viene designato un ministro che dice di non essere e > chiarisce che non intende diventare “interamente italiano” perché si > concepisce come depositario di una doppia identità nazionale, > italo-congolese, sostenendo candidamente di appartenere a due paesi e a due > culture”. *In verità, quando la Kyenge afferma di appartenere a due paesi > e a due culture, essa esprime, non “candidamente” come sostiene Allam, ma > consapevolmente il massimo livello di integrazione che possa raggiungere un > immigrato. Integrarsi non significa cancellare il proprio passato tranne > forse per l’ex egiziano. Vuol dire, al contrario, conservare il meglio > della cultura di origine e coniugarlo con il meglio della cultura di > arrivo, selezionando dall’una e dall’ altra gli aspetti compatibili con i > valori e i principi universali, per ottenere alla fine il massimo di > sincretismo culturale possibile. > > Mi viene a questo punto spontaneo chiedere all’ex egiziano cosa farà del > suo nome arabo, cosa ha fatto del suo passato egiziano, dove ha nascosto i > suoi ricordi d’infanzia, come ha potuto rimuovere gli affetti della sua > famiglia di origine, cosa è rimasto degli abbracci di sua madre e degli > sguardi teneri di suo padre. > > Se lui vede incompatibilità tra il suo passato e il suo presente è una > anomalia tutta sua. Anch’io, come la Ministra, ho doppia cittadinanza: sono > tunisino e italiano. Significa doppia responsabilità politica, doppio > sentimento di appartenenza, un passo in più verso l’appartenenza planetaria > e l’etica universale. Ogni volta che vado dall’Italia verso la Tunisia o > vice versa, il mio viaggio è insieme andata e ritorno, un dolce sentimento > di tristezza e di gioia: la tristezza di lasciare i miei affetti e la mia > terra e la gioia di ritrovare gli altri miei affetti e l’altra mia terra. > Non sente, Allam, la stessa cosa? O forse non torna sul Nilo nemmeno col > pensiero! > > Rimproverando alla Ministra “*un vizio d'origine, ossia la non adesione > all'identità nazionale italiana in modo integrale ed esclusivo”, *Allam > rispolvera candidamente un concetto d’identità che l’Europa non vorrebbe > più rivivere visto che ha causato lo sterminio di milioni di esseri umani, > anche se oggi, tale concetto persiste nell’ ideologia dell’estrema destra > xenofoba e razzista ma per fortuna minoritaria. > > Per quanto riguarda la dicotomia cittadini-immigrati che Allam, cittadino > di origine immigrata, cerca di fomentare, voglio tranquillizzarlo, che > nessuno vuole anteporre le istanze degli immigrati rispetto ai bisogni > degli italiani. Per noi la società italiana è una e coesa, composta da vecchi > e nuovi cittadini, uniti nella condivisione dei valori sanciti dalla > Costituzione italiana e dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione > Europea, anche se siamo diversi per quanto riguarda l’origine culturale o > la confessione religiosa. > > Per quanto concerne la questione dello *ius soli*, contestata da Allam, > l’iniziativa della Ministra è semplicemente la continuità di un dibattito > nazionale italiano che aveva già raggiunto nella precedente legislatura un > certo livello di consenso politico che faceva sperare. La lettera di Allam > vuole portare indietro un’Italia che era quasi pronta ad accettare qualche > forma di *ius soli*. > > Non mi rimane che invitarlo a non temere la concessione della cittadinanza > perché dietro quest’ultima vi è un idea di quella che dovrebbe diventare > l’Italia di domani: un’Italia più solidale e più sicura perché non esclude > parte di sé stessa. La cittadinanza condivisa è il modo migliore per > costruire un patto di convivenza civile e democratica fra italiani ed > immigrati in quanto nuovi cittadini.Per noi, cittadini immigrati o di > origine immigrata, la cittadinanza italiana non è un’eredità né una > casualità bensì una conquista, una scelta e un impegno civile. > > Infine, chiedo a Magdi Cristiano Allam, proveniente d’Egitto, diventato > più italiano degli italiani e più cristiano dei cristiani, e che incarna > ormai - insistono i suoi avversari - un concentrato di integralismi che > oscillano tra la schizofrenia e la paranoia, di ricordarsi e di recitare > più spesso brani utili del suo Testo sacro: “Non molesterai il forestiero > né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel paese d’Egitto” > (Esodo 22, 20). > > > > Abdelkarim Hannachi, Università di Enna – Kore, vice-presidente > dell’associazione e “Prendiamolaparola” e membro dell’associazione Sinistra > Euromediterranea. > > > > Rachid Khay > Arci Genova > khay@arciliguria. it - skype: rachid_kh > Tel. +390102467506 > Fax: +390102467510 > Cel+*393939008577 > > -------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------- > *Limitazioni di responsabilità:* Questo documento, nonché i suoi allegati, > contengono informazioni riservate e confidenziali, destinate in maniera > esclusiva alla persona/e sopra indicata/e. Chiunque avesse ricevuto la > sopra estesa comunicazione per errore è pregato restituire anche a mezzo > posta, quanto erroneamente ricevuto o distruggerlo. Quanto precede ai fini > del rispetto del D. lgs. 196/2003 sulla nuova disciplina della > privacy. > > -- Nota di riservatezza: Questo messaggio potrebbe contenere opinioni personali le quali non costituiscono impegni o posizioni ufficiali a meno che cio' sia diversamente indicato. Il presente messaggio, corredato degli eventuali relativi allegati, contiene informazioni da considerarsi strettamente riservate ai sensi della vigente normativa in materia di protezione dei dati personali, ed e' destinato esclusivamente al destinatario(i) sopra indicato. 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