R: Re:



Buongiorno, 
mi potete cancellare da questa mailing list?

enrico 
lobina

----Messaggio originale----
Da: maurilio.orione at gmail.com
Data: 
16/05/2013 9.14
A: <dirittiglobali at peacelink.it>
Ogg: Re:

letta, 
grazie, condivido forse siamo tutti umani forestieri, e non ce lo

ricordiamo, forse un pò invidiosi, bene , speriami in bene.
ciao

maurilio


Il giorno 16 maggio 2013 08:58, Khay Rachid 
<khay at arciliguria.it> ha
scritto:

> *Lettere aperta a Magdi Cristiano 
Allam che chiede le dimissioni della
> ministra Cecile Kyenge*
>
>
>
>

>
> Sul suo sito, “ioamolitalia.it”, Magdi Cristiano Allam scrive una 
lettera
> firmata il 7 maggio 2013, indirizzata ai rappresentanti del 
popolo italiano
> nel Parlamento nazionale e in quello europeo, 
invitando loro a
> sottoscrivere la sua petizione per le dimissioni 
della ministra
> dell’integrazione, di origine africana, Cecile Kyenge. 
Certo, è facile
> insinuare che si tratta dell’ennesimo veleno 
spruzzato dal “sito
> dell’amore”; è facile dire che questo 
comportamento non ci sorprende e, che
> siamo giunti alla convinzione 
che gli articoli di Allam suscitano interesse
> solo per i loro titoli 
provocatori.
>
> Certo, è comodo pensare e dire tutto questo, perché 
esonera la nostra
> mente dallo sforzo di capire e di rispondere ad un 
giornalista di fama
> nazionale, che ha raggiunto le vette del 
giornalismo italiano, avendo
> svolto ruoli di prestigio nei primi due 
giornali dello stivale, “Il
> Corriere della sera” e “La repubblica”.
>

> Il nostro scrittore, contrariamente a quanto molti sostengono, scrive

> lucidamente nel fervore dell’ispirazione. Lo conobbi tantissimi anni 
fa
> quando, alle prime armi, venne a Mazara del Vallo per scrivere un 
articolo
> sull’immigrazione tunisina. I suoi scritti sono il frutto 
del suo impegno
> intellettuale e politico e rispecchiano le sue 
convinzioni religiose e
> culturali, anche se non ho ancora capito a 
quale religione appartiene né di
> quale cultura fosse impregnato. 
Comunque sia, essi meritano attenzione e
> sollecitano risposta. Per 
questo, vorrei tentare qui di rispondere alla
> lettera in cui chiede 
le dimissioni della Kyenge.
>
> Allam inizia la sua lettera accusando 
la Ministra di aver “giurato il
> falso sulla Costituzione” e argomenta 
la sua accusa col fatto che dopo il
> suo giuramento, domenica 28 
aprile al Quirinale, con la formula rituale:
> “Giuro di essere fedele 
alla Repubblica, di osservarne lealmente la
> Costituzione e le leggi e 
di esercitare le mie funzioni nell'interesse
> esclusivo della 
nazione”, la Kyenge, nella conferenza stampa, il venerdì 3
> maggio, a 
Palazzo Chigi, ha detto: “Non potrei essere interamente
> italiana”. 
Egli afferma che c’è incompatibilità tra quest’ultima
> dichiarazione e 
“l’interesse esclusivo della nazione” che ogni membro del
> Governo 
deve salvaguardare. Se ci si limita a queste citazioni riportate da
> 
Allam, il ragionamento potrebbe sembrare logico e coerente.
>
> Ma 
andando a leggere tutta la dichiarazione della Ministra, si scopre che

> il famoso giornalista ha omesso, in modo volontario, l’altra metà 
della
> dichiarazione della Kyenge che è consustanziale alla prima e 
senza la quale
> la prima diventa un falso. Per onestà intellettuale, 
occorre ricordare che
> Cecile Kyenge ha affermato che non potrebbe 
essere né interamente italiana
> né interamente congolese precisando 
appunto che è italo-congolese.
> Basterebbe una superficiale conoscenza 
socio-antropologica della società
> italiana oggi, come di altre 
società europee coinvolte col fenomeno
> migratorio, per capire che l’
interessata non ha fatto altro che enunciare
> una banale verità 
scientifica. In queste società multiculturali gli
> individui non hanno 
un’identità monolitica bensì pluridimensionale. Una
> 
pluridimensionalità che non è priva di coerenza. La pluralità delle
> 
appartenenze culturali non è in contraddizione con l’appartenenza 
politica
> al paese in cui si vive, anzi, essa comporta una 
cittadinanza altrettanto
> plurima. Possiamo essere buoni cittadini 
italiani se siamo anche buoni
> cittadini europei e planetari. L’
interesse esclusivo della mia nazione
> (l’Italia in questo caso) non 
può essere salvaguardato se viene meno il mio
> interesse alle vicende 
europee, alle questioni mediterranee, al destino di
> tutta l’umanità. 
Chi non si è reso conto che il mondo è attraversato da una
> fitta rete 
di intrecci e relazioni che ne hanno fatto un villaggio globale
> 
strettamente interdipendente, vive ancora nell’età della pietra. 
Banalità,
> queste, che non possono aver sfuggito all’intelligenza del 
parlamentare
> europeo. È allora legittimo pensare che l’
incompatibilità di cui parla il
> giornalista è fondata su una pseudo 
argomentazione; anzi, è un esempio da
> manuale di come viene 
manipolata l’informazione a danno degli intervistati
> o comunque degli 
avversari politici.
>
> Allam continua poi la sua argomentazione sulla 
linea dell’incompatibilità
> mettendo l’accento sul sentimento 
identitario espresso dalla Kyenge. “*Per
> la prima volta nella storia 
della Repubblica –*scrive il giornalista di
> origine africana* - viene 
designato un ministro che dice di non essere e
> chiarisce che non 
intende diventare “interamente italiano” perché si
> concepisce come 
depositario di una doppia identità nazionale,
> italo-congolese, 
sostenendo candidamente di appartenere a due paesi e a due
> culture”. 
*In verità, quando la Kyenge afferma di appartenere a due paesi
> e a 
due culture, essa esprime, non “candidamente” come sostiene Allam, ma
> 
consapevolmente il massimo livello di integrazione che possa 
raggiungere un
> immigrato. Integrarsi non significa cancellare il 
proprio passato tranne
> forse per l’ex egiziano. Vuol dire, al 
contrario, conservare il meglio
> della cultura di origine e coniugarlo 
con il meglio della cultura di
> arrivo, selezionando dall’una e dall’
altra gli aspetti compatibili con i
> valori e i principi universali, 
per ottenere alla fine il massimo di
> sincretismo culturale possibile.

>
> Mi viene a questo punto spontaneo chiedere all’ex egiziano cosa 
farà del
> suo nome arabo, cosa ha fatto del suo passato egiziano, dove 
ha nascosto i
> suoi ricordi d’infanzia, come ha potuto rimuovere gli 
affetti della sua
> famiglia di origine, cosa è rimasto degli abbracci 
di sua madre e degli
> sguardi teneri di suo padre.
>
> Se lui vede 
incompatibilità tra il suo passato e il suo presente è una
> anomalia 
tutta sua. Anch’io, come la Ministra, ho doppia cittadinanza: sono
> 
tunisino e italiano. Significa doppia responsabilità politica, doppio
> 
sentimento di appartenenza, un passo in più verso l’appartenenza 
planetaria
> e l’etica universale. Ogni volta che vado dall’Italia 
verso la Tunisia o
> vice versa, il mio viaggio è insieme andata e 
ritorno, un dolce sentimento
> di tristezza e di gioia: la tristezza di 
lasciare i miei affetti e la mia
> terra e la gioia di ritrovare gli 
altri miei affetti e l’altra mia terra.
> Non sente, Allam, la stessa 
cosa? O forse non torna sul Nilo nemmeno col
> pensiero!
>
> 
Rimproverando alla Ministra “*un vizio d'origine, ossia la non adesione

> all'identità nazionale italiana in modo integrale ed esclusivo”, 
*Allam
> rispolvera candidamente un concetto d’identità che l’Europa 
non vorrebbe
> più rivivere visto che ha causato lo sterminio di 
milioni di esseri umani,
> anche se oggi, tale concetto persiste nell’
ideologia dell’estrema destra
> xenofoba e razzista ma per fortuna 
minoritaria.
>
> Per quanto riguarda la dicotomia cittadini-immigrati 
che Allam, cittadino
> di origine immigrata, cerca di fomentare, voglio 
tranquillizzarlo, che
> nessuno vuole anteporre le istanze degli 
immigrati rispetto ai bisogni
> degli italiani. Per noi la società 
italiana è una e coesa, composta da vecchi
> e nuovi cittadini, uniti 
nella condivisione dei valori sanciti dalla
> Costituzione italiana e 
dalla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione
> Europea, anche se 
siamo diversi per quanto riguarda l’origine culturale o
> la 
confessione religiosa.
>
> Per quanto concerne la questione dello *ius 
soli*, contestata da Allam,
> l’iniziativa della Ministra è 
semplicemente la continuità di un dibattito
> nazionale italiano che 
aveva già raggiunto nella precedente legislatura un
> certo livello di 
consenso politico che faceva sperare. La lettera di Allam
> vuole 
portare indietro un’Italia che era quasi pronta ad accettare qualche
> 
forma di *ius soli*.
>
> Non mi rimane che invitarlo a non temere la 
concessione della cittadinanza
> perché dietro quest’ultima vi è un 
idea di quella che dovrebbe diventare
> l’Italia di domani: un’Italia 
più solidale e più sicura perché non esclude
> parte di sé stessa. La 
cittadinanza condivisa è il modo migliore per
> costruire un patto di 
convivenza civile e democratica fra italiani ed
> immigrati in quanto 
nuovi cittadini.Per noi, cittadini immigrati o di
> origine immigrata, 
la cittadinanza italiana non è un’eredità né una
> casualità bensì una 
conquista, una scelta e un impegno civile.
>
> Infine, chiedo a Magdi 
Cristiano Allam, proveniente d’Egitto, diventato
> più italiano degli 
italiani e più cristiano dei cristiani, e che incarna
> ormai - 
insistono i suoi avversari - un concentrato di integralismi che
> 
oscillano tra la schizofrenia e la paranoia, di ricordarsi e di 
recitare
> più spesso brani utili del suo Testo sacro: “Non molesterai 
il forestiero
> né lo opprimerai, perché voi siete stati forestieri nel 
paese d’Egitto”
> (Esodo 22, 20).
>
>
>
> Abdelkarim Hannachi, 
Università di Enna – Kore, vice-presidente
> dell’associazione e 
“Prendiamolaparola” e membro dell’associazione Sinistra
> 
Euromediterranea.
>
>
>
> Rachid Khay
> Arci Genova
> khay@arciliguria.
it   -    skype: rachid_kh
> Tel. +390102467506
> Fax: +390102467510
> 
Cel+*393939008577
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