Susa. Assedio al Castello
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- Date: Sun, 17 Feb 2013 04:00:11 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Susa. Assedio al Castello
Sabato 16
febbraio. Il sindaco di Susa accoglie sulla porta i suoi ospiti, tutti
selezionati con cura tra si tav di provata fede,
imprenditori che cambiano nome alle società al ritmo di un
fallimento all’anno, qualche amministratore locale e un pugno di
segusini, scelti tra coloro che avevano inviato la mail filtro al comune.
In sala il mago Virano illustra il miracolo del supertreno che rende
sempre più verde la valle.
Un paio di abitanti della Frazione
S. Giuliano, destinata ad essere schiacciata dal cantiere Tav,
parlano dei lacrimogeni che avevano invaso il paese durante l’imposizione
violenta di un sondaggio lo scorso 14 novembre. La risposta? Ve li
siete meritati.
Se questo era il clima dentro la sala, non
migliore era la situazione all’esterno.
Tutte le strade di
accesso al castello della contessa Adelaide erano chiuse da
poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa. I primi ad
avvicinarsi vengono identificati e perquisiti. Di fronte ad ogni blocco
della polizia si costituisce un presidio resistente dei No Tav.
L’ingresso e l’uscita delle auto dei papaveri più noti avvengono
tra spintoni, qualche colpo di scudo e qualche pedata. La polizia,
nonostante l’ampio schieramento di uomini dell’antisommossa, un folto
nugolo di digos e ben due vicequestori, deve guadagnarsi passo dopo passo
lo spazio per far passare i vari Virano, Saitta, Esposito.
Le scena
più edificante è il brusco strattonamento di un’anziana No Tav di Caprie
che si era messa davanti all’auto del presidente della Provincia Saitta.
L’auto è poi partita tra insulti e sputi. Guarda il video di
RepubblicaTV.
Alla fine i
maggiorenti escono su auto blindate della polizia.
L’epilogo della serata regala una boccata di buon umore ai No
Tav.
Usciti tutti i politici la polizia si accinge a partire.
Stranamente il blocco di poliziotti dell’antisommossa sotto l’arco che
immette nel piazzale della cattedrale non viene rimosso: i robocop
continuano a fronteggiare i No Tav. Poi cominciano ad indietreggiare. I No
Tav afferrano le transenne ed avanzano all’interno della piazza, c’è un
parapiglia, poi l’antisommossa riprende la marcia del gambero. I
digos si rendono conto della figuraccia e saltellano di qua e di là.
Finirà con una trentina di robocop in fondo alla piazza, fronteggiati da
una quarantina di No Tav che li sbeffeggiano, suggerendo loro di
tornarsene a casa.
Gli uomini della “politica” perdono la calma e si
lasciano andare a qualche insulto.
La comica finale va avanti
per circa mezz’ora, finché non arrivano i carabinieri a “salvare”
(dal ridicolo) la polizia. L’ultima scena è degna di Stanlio e Ollio. I
poliziotti che nessuno minaccia scappano sui loro mezzi, tra le
risate generali.
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