Il popolo No Tav con i partigiani di Clarea



Il popolo No Tav con i partigiani di Clarea 
 
Domenica 10 febbraio. A Mattie si arriva dopo due stretti tornanti, al culmine della provinciale che si dipana dalla statale 24 poco dopo Bussoleno. All’ingresso del paese c’è il bar trattoria dove ci si ferma ogni volta che si capita qui: si beve un caffè e si fanno due chiacchiere. Sui muri del locale tutto parla della lotta No Tav. Anche qui c’è la foto di Cristian ed Emanuele, i due No Tav arrestati nella notte di venerdì, quando le truppe di occupazione che presidiano il cantiere/fortino in Clarea sono state colte alla sprovvista e se la sono data a gambe di fronte ai No Tav che si erano introdotti nell’area tagliando le recinzioni e abbattendo i jersey.
I vari Ferrentino ed Esposito avevano usato parole pesanti: “fascisti”, “squadristi”.
Maria ha 83 anni ed è nata a Mattie. La sua invettiva è per “quello lì con le basette”: mentre lo dice le mima con le mani passandosele sul volto illuminato da due occhi grandi e luminosi. Maria ha le idee chiare sull’affare Tav e sui fascisti.
L’architetto/piazzista/commissario per la Torino Lyon Virano è omonimo di un altro Virano. Uno che faceva il medico quando in Val Susa c’era l’occupazione nazifascista. Maria ricorda il giorno del 1944 che quel Virano arrivò da Bussoleno per curare dei malati. La gente lo invitò a non salire alle frazioni alte, perché lì era tutto pieno di tedeschi, ma lui, mostrando la sua spilla da medico sul bavero della giacca, rispose che i malati erano più importanti.
È tutto qui. Nella distanza tra questi due uomini con lo stesso nome ma di ben diversa tempra morale è il senso della lotta e della resistenza che si fa in Val di Susa.
In piazza a Mattie c’è il popolo dei No Tav, giovani ed anziani, tanti bambini, gli striscioni di sempre e uno nuovo con la scritta “Emanuele e Cristian liberi subito!”. Al termine della fiaccolata questo striscione verrà issato sulla balconata del comune assieme ad una bandiera No Tav.
Siamo tantissimi. Il lungo serpente umano si dipana per le stradine del paese sino alle case di Cristian ed Emanuele. Una tromba da il ritmo. Poi si canta. “Bella ciao”, “Sarà dura” sull’aria del “Battaglion Lucetti”, “Chiomonte come Atene”, poi canzoni popolari occitane e piemontesi.
Gli interventi conclusivi sono semplici e diretti.
Emanuele e Cristian sono due di noi, partigiani e resistenti. Liberi, liberi subito!

Vedi qui la galleria di foto della fiaccolata scattate da Luca Perino
Qui il video dell'assalto al cantiere di Clarea dell'8 febbraio

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