Il popolo No Tav con i partigiani di Clarea
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- Date: Mon, 11 Feb 2013 03:04:53 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Il popolo No Tav con i partigiani di Clarea
Domenica 10 febbraio. A Mattie si arriva dopo due stretti
tornanti, al culmine della provinciale che si dipana dalla statale 24 poco
dopo Bussoleno. All’ingresso del paese c’è il bar trattoria dove ci si
ferma ogni volta che si capita qui: si beve un caffè e si fanno due
chiacchiere. Sui muri del locale tutto parla della lotta No Tav. Anche qui
c’è la foto di Cristian ed Emanuele, i due No Tav arrestati nella
notte di venerdì, quando le truppe di occupazione che presidiano il
cantiere/fortino in Clarea sono state colte alla sprovvista e se la
sono data a gambe di fronte ai No Tav che si erano introdotti
nell’area tagliando le recinzioni e abbattendo i jersey.
I vari
Ferrentino ed Esposito avevano usato parole pesanti: “fascisti”,
“squadristi”.
Maria ha 83 anni ed è nata a Mattie. La sua
invettiva è per “quello lì con le basette”: mentre lo dice le mima con le
mani passandosele sul volto illuminato da due occhi grandi e luminosi.
Maria ha le idee chiare sull’affare Tav e sui fascisti.
L’architetto/piazzista/commissario per la Torino Lyon Virano è omonimo
di un altro Virano. Uno che faceva il medico quando in Val Susa
c’era l’occupazione nazifascista. Maria ricorda il giorno del 1944
che quel Virano arrivò da Bussoleno per curare dei malati. La gente lo
invitò a non salire alle frazioni alte, perché lì era tutto pieno di
tedeschi, ma lui, mostrando la sua spilla da medico sul bavero della
giacca, rispose che i malati erano più importanti.
È tutto
qui. Nella distanza tra questi due uomini con lo stesso nome ma di ben
diversa tempra morale è il senso della lotta e della resistenza che si fa
in Val di Susa.
In piazza a Mattie c’è il popolo dei No Tav,
giovani ed anziani, tanti bambini, gli striscioni di sempre e uno nuovo
con la scritta “Emanuele e Cristian liberi subito!”. Al termine della
fiaccolata questo striscione verrà issato sulla balconata del
comune assieme ad una bandiera No Tav.
Siamo tantissimi. Il
lungo serpente umano si dipana per le stradine del paese sino alle case di
Cristian ed Emanuele. Una tromba da il ritmo. Poi si canta. “Bella ciao”,
“Sarà dura” sull’aria del “Battaglion Lucetti”, “Chiomonte come Atene”,
poi canzoni popolari occitane e piemontesi.
Gli interventi
conclusivi sono semplici e diretti.
Emanuele e Cristian sono due di
noi, partigiani e resistenti. Liberi, liberi subito!
Vedi
qui la galleria di foto
della fiaccolata scattate da Luca Perino
Qui il video
dell'assalto al cantiere di
Clarea dell'8 febbraio
http://anarresinfo.noblogs.org
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