I No Tav evadono dall’aula bunker
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- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Sat, 2 Feb 2013 01:27:51 +0100 (CET)
- Importance: Normal
I No Tav evadono dall’aula bunker
Venerdì 1
febbraio. La prima udienza del processo contro i No Tav
accusati di aver resistito allo sgombero della Libera
Repubblica della Maddalena dell’11 giugno 2011 e alla giornata di
lotta del 3 luglio è stata
spostata
nell’aula bunker del carcere delle Vallette.
Un luogo
dall’enorme valenza simbolica. Qui vennero fatti i grandi processi
contro le formazioni armate e quelli per mafia. Per lunghi
anni è rimasta chiusa.
Un ulteriore pezzo della trama tessuta dalla
Procura torinese per criminalizzare il movimento No Tav, creando un
abile cortocircuito narrativo su un movimento popolare capace di mettere
in difficoltà tutti i governi che hanno provato a piegarlo. Con la
violenza, le lusinghe, i soldi, le false promesse. Da oltre un anno e
mezzo la parola è passata a polizia e magistratura, a codici e manganelli.
Ma i No Tav non si piegano.
Eravamo alcune centinaia a
sostenere la scelta dei compagni sotto processo di rifiutare l’aula
bunker.
Un luogo enorme, spettrale nella crudezza della
rappresentazione del potere dello Stato in tutta la sua ferocia.
Sei sette gabbie con i vetri oscurati per ogni lato, la corte lontanissima
dal pubblico, che è relegato in fondo. Tutti quelli che entrano sono
perquisiti ed identificati, come nei processi di tanti anni fa. Per
fortuna questa volta nessuno dei nostri è nelle gabbie. Anche gli ultimi
prigionieri sono stati liberati. Alla fine solo a 80 persone viene
permesso di entrare.
Il presidente Bosio comincia l’appello mentre
alcuni imputati sono ancora fuori, impigliati nei controlli di
polizia. La tensione sale. Poi si alza una voce femminile che legge
il comunicato con cui i No Tav sotto processo annunciano di
rifiutare l’aula bunker. Bosio minaccia e prova ad interrompere. Finirà
con il testo letto da tutti, quelli alla sbarra e quelli del pubblico.
Poi usciamo tutti dall’aula. Si canta “Chiomonte come Atene, si parte,
si va insieme…”.
La farsa continua: i giudici dichiarano
contumaci tutti.
Ma non è finita. Fuori i carabinieri bloccano il
cancello impedendo a tutti di passare se non accettano di farsi
nuovamente identificare. Un’ultima provocazione. Dai due lati della
cancellata i No Tav gridano la loro indignazione, il loro
rifiuto di passare ancora per le forche caudine. Carabinieri e
poliziotti distribuiscono manganellate dentro e fuori.
Arrivano gli avvocati, la situazione si calma: usciamo senza mostrare i
documenti.
I No Tav sono evasi dall’aula bunker.
Poi
parte un corteo che circonda le mura del carcere. Si va giù nel
pratone a dare un saluto ai reclusi, che rispondono battendo e
gridando.
La Procura di Torino vuole fare il processo ad un intero
movimento, questo movimento sta facendo il processo alla
magistratura.
La prossima udienza di questo processo sarà il 14
febbraio.
Lunedì 4 febbraio prenderà le mosse il processo contro 28 No Tav sotto accusa per la lotta alle
trivelle dell’inverno 2010. Nel mirino il presidio permanente di
via Amati a Venaria, dove, anche grazie ad un’ampia solidarietà
popolare, i No Tav riuscirono a rallentare i lavori finché in
fretta e furia il cantiere venne smontato.
Appuntamento al
tribunale – corso Vittorio Emanuele 130 in aula 3 alle 9.
Ascolta le
dirette di
radio Onda d’urto e quelle di radio Blackout e guarda il video del Fatto
Quotidiano
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