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Anarres info: la neolingua di Monti, gli USA e la seduzione salafita, repressione in Russia
- Subject: Anarres info: la neolingua di Monti, gli USA e la seduzione salafita, repressione in Russia
- From: "Federazione Anarchica Torinese" <fat at inrete.it>
- Date: Mon, 17 Sep 2012 19:08:59 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Anarres info: la neolingua di Monti, gli USA e la seduzione salafita, repressione in Russia Gli Stati Uniti e la seduzione salafita L’attacco al consolato statunitense a Bengasi e l’uccisione dell’ambasciatore Chris Stevens, uno degli uomini che più si era speso nell’appoggio alla rivolta della Cirenaica contro il governo di Muammar Gheddafi, è l’emblema delle crescenti difficoltà di Washington a gestire le relazioni con alleati, che non esitano a mordere la mano che li ha sospinti al potere. Dalla relazione ambigua e pericolosa con il Pakistan all’appoggio ai volontari della jhad al seguito del carismatico milionario saudita Osama bin Laden, sino al pantano afgano, dove gli USA non controllano a pieno neppure il proprio uomo di paglia, l’azzimato e sfuggente Hamid Karzai, la scelta di appoggiare formazioni islamiche, sia moderate che integraliste, si è rivelata un vero boomerang per l’amministrazione oggi guidata da Barack Obama. Il Grande Gioco del dopo muro di estendere la propria influenza nelle aree controllate dall’impero sovietico e, quindi, di contrastare regimi autoritari ma laici, non è stato giocato nel migliore dei modi dagli Stati Uniti. D’altro canto la crescente influenza cinese in Africa e in Oriente non lascia troppo spazio di manovra all’Impero americano. Un chiaro segno di decadenza. Anarres ne ha discusso in trasmissione con Stefano Capello. D’altro canto il gelido inverno che sta avvolgendo come un sudario le primavere arabe ci interroga sull’urgenza di dare linfa ad un internazionalismo degli oppressi e degli sfruttati, che sappia mettere i bastoni tra le ruote agli integralisti. Una scommessa non facile. Ne parleremo con Salvo Vaccaro nella puntata di anarres di venerdì 21 settembre. °°°°°°°°°°°°°°°°° La guerra (di classe) è pace Il ministro Cancellieri l’ha detto chiaro: le questioni sociali si risolvono con la polizia. Il governo dei tecnici parla senza peli sulla lingua ma è disponibile al "dialogo", purché ognuno, specie le parti sociali, facciano la loro parte. In altre parole: con oltre 150 aziende in crisi la disoccupazione è destinata ad aumentare, i servizi subiranno altri tagli e la precarietà del vivere sarà un orizzonte con il quale la maggior parte di noi dovrà fare i conti. Ai sindacati viene affidato un compito preciso: ammortizzare il conflitto sociale, riprendendo la concertazione con le regole imposte dagli accordi - all'epoca non sottoscritti da tutti - del 28 giugno 2011. Monti l'ha detto chiaro: "serve un patto sociale". Il costo del lavoro deve diminuire, la produttività deve crescere, il conflitto sociale deve essere tenuto sotto controllo. In parole povere: meno salario, più orario, meno garanzie e tutti zitti, perché ci altrimenti ci pensa il ministro di polizia, che, tanto per chiarire, ha deciso di limitare le manifestazioni a Roma. La CGIL di Camusso minaccia - ormai è una barzelletta - lo sciopero generale, ma è ormai chiaro che il sindacalismo di Stato farà la propria parte: il contratto nazionale sarà la foglia di fico: le questioni vere verranno discusse nella contrattazione aziendale. Nel frattempo si cominciano a vedere le conseguenze della cancellazione dell'articolo 18: sei lavoratori sindacalizzati e attivi licenziati in due aziende piemontesi per ragioni "economiche". D'altra parte il primo ministro ha avuto il coraggio di affermare che lo statuto dei lavoratori ha contribuito a diminuire l'occupazione. La neolingua della politica sta affinando i propri strumenti. La guerra di classe è sempre più pace e benessere. Per i padroni. Ne abbiamo discusso con Francesco Carlizza °°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°° No all’estradizione dell’anarchico Pjotr Silajev I compagni della Federation Anarchiste di lingua francese ci informano che “Pjotr Silajev, scrittore antifascista ben noto in Russia, è stato arrestato il 21 agosto a Granada in Spagna, dove aveva da poco ottenuto asilo politico. Silajev è stato arrestato su richiesta della magistratura russa che aveva presentato domanda all’Interpol e alle autorità spagnole. La polizia russa lo accusa di essere uno degli organizzatori della sommossa contro l’amministrazione di Khimki nel 2010. Nonostante il suo status di rifugiato politico Silajev si trova in prigione. Il suo avvocato ritiene che ci siano forti rischi che Pjotr venga espulso dalla Spagna, nonostante le norme internazionali sul diritto di asilo lo vietino. Se Pjotr venisse espulso in Russia o in Finlandia, dove ha ottenuto il diritto di asilo nell’aprile di quest’anno, verrebbe sottoposto ad una forte repressione. Pjotr è detenuto nella prigione di Soto Real a Madrid.” Il sito anarchico finlandese Takku.net riferisce che “Pjotr è ricercato dalla polizia russa per le lotte contro la costruzione di una nuova autostrada a Khimki. Tra le tante manifestazioni c’è ne fu una che si concluse con l’assalto al municipio della città contro il quale vennero lanciate pietre e petardi. La caccia a Silajev pare essere l’ultima risorsa dello Stato russo per bloccare le lotte nella regione. Lo scorso anno, dopo lunghi mesi di detenzione, Aleksey Gaskarov venne scagionato da ogni accusa, mentre Maxim Solopov è stato condannato a due anni per teppismo. Un terzo manifestante, Denis Solopov, ha ottenuto asilo politico in Olanda. In agosto il sindaco di Khimki, Vladimir Strelchenko, ha rassegnato le dimissioni su pressione del nuovo governatore di Mosca. Strelchenko è sospettato di aver organizzato attacchi ai manifestanti che resistevano alla costruzione dell’autostrada.” I compagni di Takku.net e quelli della Federation Anarquiste fanno appello alla solidarietà internazionale per bloccare l’estradizione in Russia dell’antifascista e anarchico Pjotr Silajev. La Fédération anarchiste “condanna fermamente gli atti di persecuzione degli anarchici e degli antifascisti da parte delle autorità russe ed europee. Noi chiediamo la liberazione immediata di Pjotr Silajev. La nostra sola arma di fronte alla violenza degli Stati è la nostra solidarietà!” Ascolta le interviste, leggi gli appuntamenti e le altre info su: http://anarresinfo.noblogs.org/
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