[Resistenza] Report dal FSU “Da Taranto alla Val Susa " - Intervista ad Arundhati Roy




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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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Newsletter del 15.09.2012
 
REPORT DEL TAVOLO TEMATICO “DA TARANTO ALLA VAL SUSA COME DIFENDERE SALUTE E AMBIENTE GARANTENDO UN LAVORO SICURO PER TUTTI”, TENUTO IL 5 SETTEMBRE A NAPOLI ALL’INTERNO DEL FORUM SOCIALE URBANO
Segretaria Federale Campana del Partito dei CARC

Napoli, 10.09.12

Il tavolo è stato promosso da Resistenza (mensile del Partito dei CARC) e da Contropiano (rivista della Rete dei Comunisti) all’interno del Forum Sociale Urbano che numerose reti e associazioni hanno organizzato dal 3 al 7 settembre a Napoli - in alternativa al socialmente inutile ed economicamente oneroso (per le tasche dei contribuenti) VI Forum Mondiale Urbano dell’ONU-Habitat - per sviluppare una riflessione collettiva su un altro modello di società, che metta al centro il diritto all’abitare, la difesa dei beni comuni, la necessità di uno sviluppo ecosostenibile, la lotta contro le grandi opere, la democrazia partecipativa.

Quante Ilva ci sono nel nostro paese? Cosa unisce la lotta di Taranto a quella della Val di Susa e quali le prospettive di entrambe? E’ possibile spezzare la spirale disoccupazione-condizioni di lavoro poco sicure-devastazione dell’ambiente combinando lavoro, ambiente e città vivibili, salute e diritti? Come e chi può farlo? Che ruolo possono svolgere i sindacati conflittuali, i movimenti come quello NO TAV e dei disoccupati, le reti per la sicurezza sul lavoro, coordinamenti come il quello NO Debito? Queste le domande su cui  si è incentrato il tavolo che è stato introdotto e moderato da Fabiola D’Aliesio (Segretaria della Federazione campana e membro della Direzione Nazionale del P. CARC) e a cui sono intervenuti, nell’ordine, Franco Rizzo (operaio dell’Ilva, ex delegato FIOM e  Rls, membro del Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti), Giorgio Cremaschi (ex presidente del Comitato Centrale Fiom, promotore dell’Area programmatica Opposizione Organizzata CGIL, membro del Comitato No Debito), Alberto Perino (portavoce del movimento NO TAV- in collegamento telefonico), Fabrizio Tomaselli (membro dell’Esecutivo nazionale USB e del Comitato No Debito), Michele Franco (redattore di Contropiano), Manuela Maj (direttrice di Resistenza e membro della Direzione Nazionale del P.CARC), Antonio Musella (membro del Laboratorio Insurgencia ed esponente di Global Project), Gino Monteleone (esponente del movimento dei disoccupati organizzati napoletani); non hanno invece potuto essere presenti, per impegni lavorativi e problemi logistici, Mirko Pusceddu, ex operaio ThyssenKrupp ed esponente dell’associazione Legami d’Acciaio né Alessandra Arezzo, della Rete nazionale sicurezza sul lavoro.
Nel seguito riportiamo i passaggi principali degli interventi (che sono disponibili anche in versione integrale nel video report realizzato dalla sezione Napoli Centro del P.CARC). [leggi tutto]



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CONTRO L’ATTENDISMO! PER LA COSTITUZIONE DEL COMITATO DI SALVEZZA NAZIONALE!
La crisi del capitalismo si aggrava di giorno in giorno, in tutti i campi. Le manovre e le contorsioni delle istituzioni del sistema imperialista mondiale, ultima la “grande decisione” annunciata il 6 settembre dal capo della BCE, Mario Draghi, non fanno che aggravarla: tappano un buco da una parte, ma ne aprono uno più grande in un’altra. Il risultato è che prolungano la vita del sistema capitalista e peggiorano le condizioni di vita e di lavoro delle masse popolari dei paesi imperialisti e dei paesi oppressi.
Nel nostro paese oggi il compito prioritario è la costituzione del Governo di Blocco Popolare e, da subito, la formazione di un Comitato di Salvezza Nazionale che mobiliti le organizzazioni operaie e popolari in un’impresa unitaria per iniziare a far fronte subito almeno agli effetti più gravi della crisi. A questo compito persone che godono di larga fiducia e di seguito tra le masse popolari obiettano che le masse sono arretrate, mancano di orientamento, non sono disposte a combattere. Con questo giustificano la loro condotta attendista. E questa non solo non eleva la coscienza delle masse popolari ma frena il dispiegamento della loro combattività e le abbandona all’arretratezza.
Contro queste posizioni attendiste diffondiamo il testo preparato per i partecipanti a un corso sul Manifesto-Programma del (n)PCI tenutosi a Pistoia nei mesi scorsi, nell’ambito del quale si era posta la questione della “arretratezza delle masse popolari” che è emersa anche in alcuni interventi al tavolo tematico del 5 settembre a Napoli.
 
CONCEZIONE COMUNISTA DEL MONDO
Il Partito dei CARC sta conducendo sul territorio nazionale corsi di formazione, cioè corsi dove si illustra in dettaglio e in modo completo la concezione del mondo e il metodo che fondano e alimentano la rivoluzione che costruiamo, cioè il processo avviato per fare dell’Italia un nuovo paese socialista. Con questo, il movimento comunista internazionale fa breccia e irrompe in un nuovo terreno, quello dei paesi imperialisti, dove fino a oggi non è ancora riuscito a vincere.
 
I corsi hanno interessato i massimi organi dirigenti (i problemi vanno risolti a partire dalla testa), quindi il resto del Partito, e le altre organizzazioni che condividono obiettivo, concezione, linea e strategia del (nuovo) Partito comunista italiano (la “carovana” del (n)PCI). Oggi la portiamo a soggetti esterni al Partito.
Infatti noi stiamo trattando una concezione del mondo, e non “il punto di vista del Partito dei CARC sulla situazione e cosa secondo questo Partito sarebbe utile fare”. Non è tempo di opinioni, di ipotesi e di verbi condizionali. In quanto concezione del mondo, e non del (n)PCI o di qualcun altro, riguarda il mondo e quindi chiunque lo abita. Riguarda la storia del mondo per come si è sviluppata, dice come potrà essere fatta da ora in poi e dice chi la fa e la farà. Noi la proponiamo a chi è interessato o interessata a conoscerla, perché verifichino se è cosa che fa al caso loro, se è lo strumento e l’arma che cercano.
Già cinque corsi di formazione sono stati o sono svolti in Toscana a partire dal maggio scorso. Uno lo stiamo svolgendo a Pistoia. Come in altri corsi, in questo molte cose interessanti vengono in luce. Tra le tante, una è quella che esponiamo di seguito. Vale per chi è demoralizzato dalla “scarsa combattività delle masse” e contro gli opportunisti che si nascondono dietro la “scarsa combattività delle masse”, la “arretratezza delle masse”. [leggi tutto
 

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INTERVISTA AD ARUNDHATI ROY
Diffondiamo la traduzione di un’intervista ad Arundhati Roy,  scrittrice indiana nota a livello internazionale e anche in Italia, fatta da una radio di New York nel novembre scorso. Non solo perché parla della devastazione ambientale progettata da grandi compagnie industriali nelle foreste dell’India centrale (contro cui Greenpeace ha già raccolto più di 50.000 firme: http://www.junglistan.org/act), di qualcosa di simile, cioè, a quello contro cui le masse popolari lottano anche nel nostro paese, dalla Val di Susa a Taranto. Ma anche perché mostra come un’intellettuale progressista affronta in modo aperto e non pregiudiziale il nuovo movimento comunista che sta nascendo e tratta temi in discussione nel movimento progressista internazionale e anche italiano, come quello su violenza e non violenza (tanto più interessante il suo giudizio sull’argomento dato che scrive dall’India, terra di Gandhi). 
Arundhati Roy parla ai sinceri democratici, ai progressisti, alle persone di sinistra del nostro paese: se sono veramente dalla parte delle masse popolari  è l’ora delle scelte coraggiose.
 
L’intervista è stata tratta da Red Front, quadrimestrale politico del Nepal, n.1, maggio 2012.
 
P.CARC – Settore delle Relazioni Internazionali
 
 
Intervista
 Il movimento maoista in India: Arundhati Roy
Nel 2009 viene annunciata l’ “Operazione Battuta di caccia” e le azioni delle compagnie minerarie aumentano il loro valore. E poi qualcosa come 200.000 unità paramilitari con armi pesanti cominciano a penetrare nella foresta.
 
Free Speech Radio News, 17 novembre 2011
FSRN: Nelle foreste rurali dell’India le imprese minerarie e le milizie statali hanno lanciato un assalto violento ai guerriglieri maoisti e alle comunità tribali  senza terra. L’attivista e scrittrice Arundhati Roy ha trascorso settimane coi combattenti maoisti nella zona del conflitto, e il tempo che ha passato là è il soggetto di un nuovo libro chiamato “Camminando con i compagni”[1]. E’ un resoconto di prima mano sul lato nascosto dell’economia globale e un’analisi di un movimento armato che dura ormai da molto tempo e che spesso è compreso male.
Ci raggiunge da New York.
Arundhati Roy, benvenuta a FSRN.
 
ARUNDHATI ROY: Grazie a voi, davvero.
 
FSRN: cominciamo col parlare della regione dove sei stata, Dantekaranya, in India. Descrivi il posto e la gente che ci vive.
 
AR: E’ una specie di larga striscia di foresta ininterrotta, abitata principalmente da varie tribù indigene. L’area che ho visitato era abitata principalmente dalla tribù dei Gonds. Qui da 30 anni si trova una specie di movimento maoista incipiente, che proprio ora sta emergendo in maniera significativa perché il governo indiano ha ceduto gran parte di questa foresta, i fiumi, le montagne e tutto a diverse multinazionali che ci vogliono costruire dighe, acciaierie e raffinerie d’alluminio. In India ci sono in totale circa 100 milioni di indigeni seriamente minacciati, la cui vita è veramente appesa a un filo.
 
FSRN: Tu parli degli accordi, accordi formali, che sono stati fatti fra queste multinazionali e il governo indiano. Una di queste compagnie che opera nella regione si chiama Vedanta. Puoi dirci qualcosa su questa compagnia e su come opera nel territorio?
 
AR: Vedanta non si trovava esattamente nella regione che ho visitato. Ci sta arrivando ora. Ma ha firmato importanti accordi sulle miniere di bauxite nello stato di Orissa. Vedanta è una delle più importanti società del mondo. E’ quotata alla borsa di Londra. Il capo vive nella casa  che apparteneva allo scià dell’Iran. Scava miniere dove vivono queste tribù indigene, i Dongria, i Gonds. Ed è una delle compagnie minerarie più spietate del mondo, direi. Il processo di estrazione della bauxite e la sua trasformazione in alluminio sono effettivamente uno dei processi più tossici al mondo. L’alluminio ha una posizione quasi centrale nell’industria degli armamenti. Quindi, trattandosi di un processo così tossico, l’Europa e l’America l’hanno “esportato” in paesi come l’India. Ma il processo richiede talmente tanta acqua e tanta elettricità e crea talmente tanti rifiuti che dove s’installa una raffineria d’alluminio l’intero ambiente è devastato. Vedanta è una delle compagnie, ma ce ne sono molte altre. [leggi tutto]


[1] Il documento è stato tradotto in italiano pubblicato dalla Casa Editrice Rapporti Sociali di Milano nel luglio 2010.
 



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