Grecia. Il muro di Evros e la guerra all’immigrazione



Grecia. Il muro di Evros e la guerra all’immigrazione

La Grecia ha deciso: il muro lungo il confine con la Turchia si farà. Lo
ha annunciato il ministro "per la protezione dei cittadini" Michalis
Chrisochoidis. L'Unione Europea non finanzierà il progetto, peraltro
caldeggiato da Sarkozy, ma non si opporrà a quello che l'incaricata UE
Cecilia Malmström, ha definito un "affare interno".
La pressione dell’estrema destra xenofoba, che i sondaggi danno in
crescita, il tentativo di spezzare il fronte della lotta di classe
giocando la carta della guerra tra poveri, sono all’origine della scelta
di dare una ulteriore svolta disciplinare all’immigrazione nel paese
ellenico.
Molti immigrati sono afgani, spesso minorenni, cui è negato l’asilo
politico o il riconoscimento dello status di profughi, perché provengono
da una paese “democratico” e non hanno “motivo” di fuggire.
Molti si ammassano in campi di fortuna alle spalle di Patrasso, nella
speranza di guadagnare un passaggio clandestino verso l’Italia. Nel nostro
paese se ne parla solo quando qualcuno muore schiacciato dalle ruote di un
camion cui si era aggrappato.
Il muro di Evros è solo uno dei tasselli – forse solo il più visibile – di
una politica di repressione dell’immigrazione clandestina, che nei
prossimi mesi porterà alla costruzione di 30 centri di detenzione da mille
posti l’uno.
Nei quartieri periferici di Atene, la grande città dove si concentrano
gran parte degli immigrati che provano, attraverso la Grecia, ad approdare
nell’Europa più ricca, si moltiplicano le aggressioni fasciste.

Ne abbiamo parlato con Georgios del gruppo di comunisti libertari di Atene.

Ascolta l’intervista a radio Blackout:
http://senzafrontiere.noblogs.org/