[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
R: 11 aprile. Primavera di resistenza
- Subject: R: 11 aprile. Primavera di resistenza
- From: "mariel.m at libero.it" <mariel.m at libero.it>
- Date: Wed, 11 Apr 2012 10:30:16 +0200 (CEST)
- Importance: high
solidarietà militante da SU LA TESTA l'altra Lombardia. scacciare gli invasori da queste terre. Lotta di classe contro gli interessi del capitale! NON DEVONO PASSARE! >----Messaggio originale---- >Da: fat at inrete.it >Data: 10/04/2012 17.51 >A: <dirittiglobali at peacelink.it> >Ogg: 11 aprile. Primavera di resistenza > >11 aprile. Primavera di resistenza > >il programma per la settimana dell'11A: > >Martedì 10 assemblea No Tav a Giaglione ore 20 > >Mercoledì 11 dall’alba doppio appuntamento contro l’occupazione >“temporanea” dei terreni per fare il tunnel : >- al campo sportivo di Giaglione >- ai cancelli della Centrale a Chiomonte (lì verranno fatti entrare i >proprietari dei terreni) > >Nel pomeriggio appuntamento alle 17 al presidio internazionale di Susa per >inceppare la macchina dell’occupazione militare. Si comincia con >un’assemblea e poi si va. > >Mercoledì 11/domenica 15 settimana di lotta No Tav ovunque > >L’11 aprile è il giorno degli espropri. L’ultimo atto prima dell’avvio dei >lavori per il tunnel geognostico della Maddalena. 11 mesi dopo il primo >attacco, le truppe di occupazione hanno concluso la recinzione dei >terreni. >Sono stati mesi di resistenza pressoché quotidiana, mesi nei quali abbiamo >cercato di mettere i bastoni tra le ruote ad una macchina militare >costruita con cura e intelligenza per disciplinarci, dividerci, >spaventarci. Non ci sono riusciti e ogni volta ne provano una nuova per >spezzare un movimento di irriducibili rompiscatole, gente che non si fa >dividere, gente che non molla né si spaventa, gente che da il "cattivo" >esempio un po' a tutti. > >Domani in tutta Italia vi saranno iniziative di lotta a sostegno dei No >Tav ma, soprattutto, a sostegno di un’idea di relazioni politiche e >sociali diversa da quella in cui siamo forzati a vivere, dove libertà, >uguaglianza, solidarietà siano impegni e obiettivi comuni non parole con >cui celebrare la retorica di una democrazia fatta di guerra, sfruttamento, >oppressione. >La lotta No Tav è divenuta punto di riferimento per le tante resistenze >del nostro paese. Una lotta popolare, dove i processi decisionali provano >a costruirsi dal basso, tramite il metodo del consenso, nel confronto >diretto nelle assemblee e nei comitati locali. Non sempre ci si riesce, >perché l’abitudine alla delega, la forza delle gerarchie che segnano una >società autoritaria, sono difficili da sconfiggere. Ma, con pazienza e con >fatica, ci proviamo, perché sappiamo che la posta in gioco è molto alta. >La possibilità di immaginare costruendolo e di costruire immaginandolo un >futuro che dia senso al nostro presente. > >Ieri al merendin di pasquetta in Clarea, assediati da imponenti >recinzioni, uomini in armi e mezzi militari dappertutto, alcuni di noi si >domandavano quanta strada avessimo fatto in tanti anni, quanti chilometri >avessimo macinato, quante iniziative costruito, quante parole spese per >tessere la tela robusta della quale è fatto questo nostro movimento. Una >tela che è forte anche della capacità costante di re-inventarci spazi e >prospettive, di sorprendere i nostri avversari, di allargare nel contempo >il consenso popolare intorno alle nostre iniziative. >Ieri c’era chi mangiava, chi arrostiva il cibo sulla brace, chi cantava e >chi discuteva. >C’era anche chi saliva alle vasche e di lì alla Maddalena occupata. La >scena è desolante: un deserto circondato da muri e reti, coronate di filo >spinato. Una enorme ferita. Il 27 giugno, il 16 e il 24 agosto e infine il >27 febbraio si sono presi tutto. Dall’alto si vedono bene le recinzioni >concentriche che segnano i progressi degli occupanti. >Ormai da mesi, sin da metà settembre, il movimento si interroga sulle >prospettive di lotta, che certo non sono più quelle del 2005. Oggi il >governo ha affinato i mezzi, sapendo calibrare propaganda e violenza. >Nel 2005 i check point di polizia che impedivano l’accesso al paese di >Mompantero rendevano visibile l’occupazione militare in tutto il suo >portato materiale e simbolico, oggi il check point sulla strada dell’Avanà >chiude una strada di vigne, senza case, persone, affetti divisi. >Il catino della Clarea è perfetto per una guerra tra eserciti, molto meno >per una lotta popolare, che ha i suoi ritmi, fatti di partecipazione >diretta di tutti, anziani, ragazzini e malati compresi. >L’8 dicembre con 14 ore di occupazione popolare dell’autostrada, poi in >modo più netto con i blocchi prolungati di fine febbraio il movimento ha >ri-trovato il suo ritmo, una lotta capace di mettere nuovamente in >difficoltà l’avversario. Un avversario che non guarda in faccia nessuno, >che pesta, gasa e rompe ossa in ogni dove ma indubbiamente preferisce >farlo in una zona appartata e remota come la Clarea piuttosto che nel >cuore della valle, a due passi dalle case. >Quando i lacrimogeni centrano i cortili delle abitazioni, quando la guerra >attraversa il tuo paese, quando la democrazia reale si mostra senza >infingimenti né belletti, la resistenza si rinforza, la gente esce dal >lavoro e va alla barricata, il tempo della libertà prende il sopravvento >su una quotidianità scandita dal ritmo della merce. > >C’è chi si affeziona ai luoghi. Fa bene, perché i luoghi vivono grazie a >chi li ama. Vedere la Clarea ridotta a polvere e filo spinato fa male a >tutti. >Ma non è lì che si gioca la partita. Il governo lo ha capito tanto bene >che ha deciso di far partire l’iter di approvazione di nuove leggi che >sanzionino pesantemente i blocchi stradali e ferroviari. Se non gli >dessimo fastidio, se volessero tenerci lontani da quelle dannate reti, >perché fare una legge per tenerci invece lontani dall’autostrada? >Con la grande manifestazione del 25 febbraio e con i blocchi della >settimana successiva abbiamo rotto l’accerchiamento mediatico con il quale >hanno giustificato repressione ed arresti. >La scommessa per i prossimi giorni e mesi – l’11 è solo una tappa – è di >creare le condizioni perché le truppe siano costrette al ritiro. >Occorre inceppare la macchina dell’occupazione, intralciarla con pazienza >giorno dopo giorno, rendendo visibile la gestione militare del territorio. >In quest’angolo di nord ovest la situazione può divenire ingovernabile, >specie se riusciremo ad unire le resistenze non in un cartello politico ma >nella pratica del mutuo appoggio e della solidarietà concreta. > >Scegliamo noi i luoghi della resistenza. >Se ci riusciremo, se ogni paese, ogni strada diventerà per loro un >problema, saranno costretti ad andarsene da Clarea come se ne andarono da >Venaus. > >http://anarresinfo.noblogs.org > >-- >Mailing list Dirittiglobali dell'associazione PeaceLink. >Per ISCRIZIONI/CANCELLAZIONI: http://web.peacelink.it/mailing_admin.html >Archivio messaggi: http://lists.peacelink.it/diritti >Si sottintende l'accettazione della Policy Generale: >http://web.peacelink.it/policy.html > >
- Prev by Date: Che cosa fa il Governo per le imprese? Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Next by Date: 11A. Blocchi, presidi e marce in Val Susa
- Previous by thread: Che cosa fa il Governo per le imprese? Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Next by thread: 11A. Blocchi, presidi e marce in Val Susa
- Indice: