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[Resistenza] Sgomberato il Laboratorio dei Beni Comuni di via Padova-Assemblea Pubblica ore 18
- Subject: [Resistenza] Sgomberato il Laboratorio dei Beni Comuni di via Padova-Assemblea Pubblica ore 18
- From: Resistenza Pcarc <resistenza.pcarc at rocketmail.com>
- Date: Tue, 3 Apr 2012 07:43:53 -0700 (PDT)
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Inoltriamo e invitiamo a diffondere
Sgomberato con la forza
il Laboratorio dei Beni Comuni di via Padova
Assemblea Pubblica ore 18
– via Padova, angolo via Bassano del Grappa
Milano 3 aprile. Alle 10 e 30 la DIGOS entra nel
Laboratorio per i Beni Comuni intimando ai presenti di andarsene, previa
identificazione, altrimenti sarebbero intervenuti i reparti antisommossa. Detto
fatto, in 10 minuti la via è militarizzata: 20 digossini, 3 volanti, 3 blindati
e un pullman di celerini (una cinquantina). Si presenta anche un sedicente
“commissario dell’ALER” e afferma che l’ALER ha deciso (ieri?) di aprire lì dei
suoi uffici territoriali, dopo che i locali sono rimasti chiusi e inagibili per
quasi 20 anni.
Accorrono alcuni compagni, viene bloccato il traffico in
via Padova, i celerini e la digos tentano di fermarli e isolarli, abitanti
della zona si schierano con i compagni, litigano con i poliziotti, la tensione
sale. Arriva anche un’ambulanza, un compagno sopraffatto da 8 poliziotti ha
accusato un malore (non grave). La situazione non è degenerata solo grazie al
bordello fatto per strada, che ha richiamato l’attenzione del quartiere intero.
Arriva anche la squadra dei fabbri a blindare porte e
serrande saldando lastre di metallo, un intervento di emergenza costato
diverse miglia di euro all’ALER, lo stesso ente che non ha soldi per interventi
ordinari, che rifiuta la manutenzione nelle case popolari.
Invece di utilizzare i beni comuni di cui sono proprietari
i cittadini anche la
Giunta Pisapia sceglie la politica di sigillare, rendere
inagibili, decine e centinaia di locali, negozi, alloggi, appartamenti.
Contattata l’assessore Castellano durante lo sgombero, si è
detta del tutto “d’accordo con le nostre ragioni” e ci ha comunicato che “sono
mesi che sto cercando di mettere mano alla situazione” (cioè alla mafia degli
alloggi e dei locali chiusi? Alle clientele con i politicanti che hanno fatto
dell’ALER il proprio bancomat?). Ad ogni modo ha annunciato che “prenderà in
carico le sorti del Laboratorio per Beni Comuni”, invitandoci a proporle una data
per un incontro. Ottimo che l’Assessore si sia pronunciato. Occorre passare
dalle buone intenzioni ai fatti, mobilitando le associazioni e le
organizzazioni, i movimenti, per censire il patrimonio pubblico e stabilire la
destinazione e l’uso immediato dei locali lasciati all’abbandono, al degrado e
alla speculazione.
Intanto la linea e la data dell’incontro la fissiamo noi e
siamo già fuori tempo massimo.
Gli spazi di via Padova / via Bassano del Grappa sono già
diventati uno spazio sociale per il quartiere. In questi pochi giorni di
attività (e soprattutto di lavoro) abbiamo raccolto la solidarietà e il
sostegno di inquilini, negozianti, famiglie. Non servono autorizzazioni o nulla
osta, queste sono le credenziali per cui, lamiere o non lamiere, polizia o
meno, il Laboratorio dei Beni Comuni continuerà a esistere in via Padova. Se
non è oggi è domani, se non è di mattina sarà di notte, riapriamo. Continueremo
a liberare spazi, quegli spazi.
Le considerazioni da fare sono ancora tante. Una su tutte,
nello stesso stabile un locale di 300 metri quadri è in uso a gruppi di fascisti
e razzisti come i volontari verdi e i reduci della X-MAS. Affitto pagato da
Boni. Sì, quel Boni, presidente del Consiglio Regionale, indagato per le
mazzete Lega / PdL (una parte delle quali usate anche per “pagare”
quell’affitto?). Questa è la legalità dell’ALER. Noi ne abbiamo un’altra.
Riappropriarsi degli spazi, delle case, dei beni comuni, perché sono proprietà
dei cittadini, non beni a uso e consumo di politicanti, speculatori e amici
degli amici. Gli interessi collettivi sono al di sopra degli interessi privati.
Invitiamo i movimenti, i singoli, le associazioni, i
comitati a un’assemblea pubblica di fronte al Laboratorio dei Beni Comuni.
Faremo riflessioni e valutazioni, prenderemo le misure per liberare ancora i
locali per un uso collettivo e popolare. Questa è una misura concreta per
fermare il degrado in un quartiere che ne ha bisogno, in una città che la
reclama.
ASSEMBLEA PUBBLICA, VIA PADOVA, ANGOLO VIA BASSANO DEL GRAPPA, ORE 18
Laboratorio per i Beni Comuni di via Padova - Contatti: carcmi at libero.it- tel
328.20.46.158
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Milano, 31 marzo 2012
A conclusione del corteo "Occupyamo Piazza
Affari" abbiamo occupato e riaperto uno spazio del patrimonio pubblico
(ALER) chiuso da quasi 20 anni in via Padova. Riportiamo così in una periferia
popolare il senso e il contenuto di una giornata di lotta che ha attraversato
il centro della
città, fin sotto il luogo a cui non solo simbolicamente sono appesi i destini di milioni di lavoratori, precari, pensionati, studenti, famiglie.
città, fin sotto il luogo a cui non solo simbolicamente sono appesi i destini di milioni di lavoratori, precari, pensionati, studenti, famiglie.
Con questa occupazione traduciamo a livello
locale le aspirazioni, i sentimenti, la voglia di protagonismo che si manifesta
a livello globale, che cresce e si estende.
Il Laboratorio per i Beni Comuni di via Padova è
un luogo per favorire la rete, il coordinamento, l'unità d'azione,
l'elaborazione di strategie e pratiche collettive per fare fronte agli effetti
della crisi.
Ne abbiamo bisogno tutti, i lavoratori che resistono agli attacchi del governo dei professori milionari, ai licenziamenti e alle delocalizzazioni, i precari che vivono in un labirinto in cui ogni certezza è effimera, ma i profitti estorti dal loro lavoro sono concreti; le famiglie strozzate fra
bollette e mutui, gli spettri dei pignoramenti e le cartelle di Equitalia, chi ha una casa e non sa se potrà continuare a pagare l'affitto e chi una casa non ce l'ha perché l'affitto non se lo può permettere.
Ne abbiamo bisogno tutti, i lavoratori che resistono agli attacchi del governo dei professori milionari, ai licenziamenti e alle delocalizzazioni, i precari che vivono in un labirinto in cui ogni certezza è effimera, ma i profitti estorti dal loro lavoro sono concreti; le famiglie strozzate fra
bollette e mutui, gli spettri dei pignoramenti e le cartelle di Equitalia, chi ha una casa e non sa se potrà continuare a pagare l'affitto e chi una casa non ce l'ha perché l'affitto non se lo può permettere.
In una città strozzata dal debito
dell'Amministrazione Comunale, in cui i servizi sono diventati merce e i soldi
pubblici vengono usati per una grande speculazione come l'EXPO 2015; in un
quartiere in cui decenni di amministrazioni di destra hanno lavorato per farne
un ghetto (senza
riuscirvi!) e hanno alimentato il razzismo e la guerra fra poveri, trattare il più collettivamente possibile le contraddizioni e le difficoltà di chi la crisi la subisce è necessario. Per iniziare a costruire una alternativa.
riuscirvi!) e hanno alimentato il razzismo e la guerra fra poveri, trattare il più collettivamente possibile le contraddizioni e le difficoltà di chi la crisi la subisce è necessario. Per iniziare a costruire una alternativa.
Questa è la funzione di un posto occupato,
liberato e rimesso in uso a fini collettivi.
Alle tante associazioni e organizzazioni formali
e non che operano sul territorio di via Padova, diciamo che se la volontà di
affrontare e risolvere i mille problemi e le mille contraddizioni che la crisi
produce è autentico, se la spinta a trovare soluzioni positive è genuina, c'è
solo una
strada da percorrere, quella dell'unità di azione, nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze.
Coloro che lo vorranno hanno da subito a disposizione un sostegno, un appoggio, uno spazio per fare rete, per discutere, presentare, dare seguito pratico a progetti e iniziative, campagne e mobilitazioni. Perché la lotta per l'emancipazione e il progresso, anche quella, è un bene comune.
strada da percorrere, quella dell'unità di azione, nel rispetto e nella valorizzazione delle differenze.
Coloro che lo vorranno hanno da subito a disposizione un sostegno, un appoggio, uno spazio per fare rete, per discutere, presentare, dare seguito pratico a progetti e iniziative, campagne e mobilitazioni. Perché la lotta per l'emancipazione e il progresso, anche quella, è un bene comune.
E in conclusione.. solidarietà e complicità alle
operaie e agli operai della Jabil, che da mesi occupano la fabbrica e ai
promotori e animatori delle occupazioni delle ultime settimane a Milano: Piano
Terra di via Confalonieri, l'Officina dei Beni Comuni di via Arbe, spazio
occupato di via
Scaldasole... e alle prossime che verranno. Che siano tante, di tante esperienze, di tanti percorsi, ognuna che afferma con forme proprie che il futuro è nostro e non lo deleghiamo.
Scaldasole... e alle prossime che verranno. Che siano tante, di tante esperienze, di tanti percorsi, ognuna che afferma con forme proprie che il futuro è nostro e non lo deleghiamo.
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