Turi sul traliccio, i No Tav in autostrada



Turi sul traliccio, i No Tav in autostrada

Domenica 4 marzo. Il ritrovo è a Giaglione tra il campo sportivo e il
prato dove sta sorgendo il presidio No Tav. Una bella giornata, con tanta
gente, tanti bambini.
Prima la polenta poi si va verso la Clarea. Questa volta il blocco di
polizia è al bivio con il sentiero alto. Qui alcuni simbolicamente
tagliano un po’ di filo spinato.
Turi, il pacifista già protagonista quest’estate di un’azione di protesta
di 50 ore appollaiato su un albero, riesce ad intrufolarsi oltre le reti e
sale sul traliccio sul quale era stato folgorato Luca.
Questa volta la polizia fa le cose ammodo: fa togliere corrente, chiama i
vigili del fuoco e si guarda bene dall’intervenire.
Turi parla e suona il flauto. Nonostante la pioggia resta su tutta la
notte e la mattinata successiva. Poi decide di scendere.

Lunedì 5 marzo. Bussoleno, ore 18,30: il vento della Val Susa ghiaccia
tutti ma non raffredda la voglia di lottare. Dopo una breve assemblea per
fare il punto si decide di fare una capatina in autostrada: si torna allo
svincolo di Vernetto, sgomberato con la violenza mercoledì scorso e chiuso
dalla polizia senza alcun motivo apparente. O, forse, un motivo c’è:
punire, chiudendo l’uscita autostradale – in questo tratto gratuita – la
gente di Bussoleno e di Chianocco. Qui i No Tav sono tanti, quelli in
prima fila nella lotta come quelli che hanno aperto le porte delle case e
dei cortili a chi fuggiva dalle cariche.
Si blocca l’autostrada per un’oretta. Poi si va. Ma domani è un altro
giorno di lotta.

Martedì 6 marzo appuntamento alle 18 in piazza del mercato a Bussoleno

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