Processo “Borghezio”. Il PM chiede un anno e mezzo, sentenza il 29 febbraio



Processo “Borghezio”. Il PM chiede un anno e mezzo, sentenza il 29 febbraio

Martedì 14 febbraio. È il giorno delle arringhe al processo che vede alla
sbarra due anarchici accusati di aver diffamato e minacciato Mario
Borghezio, in arte europarlamentare della Lega Nord, noto fascista e
razzista non pentito.
I fatti sono noti. Alla vigilia del 25 aprile del 2009 venne appeso un
fantoccio con la faccia di Borghezio davanti alla sede della Lega Nord, in
via Poggio a Torino. Manifesti antileghisti/antifascisti apparvero per le
vie di Torino.
Il PM Rinaudo esordisce pasticciando sulle date. E pasticciando continua,
senza curarsi del ridicolo, su server posti all’estero e pubblicazione di
notizie in internet. Tocca il culmine sostenendo con maschera impassibile
che dare del fascista a Borghezio è lesivo della sua immagine e
costituisce diffamazione.
Non pago, consapevole di non avere uno straccio di prova contro i nostri
due compagni, si arrampica sugli specchi. Sostiene che sebbene non si
possa dire che siano stati loro, però è chiaro che c’è il concorso morale…
La prova del concorso morale sarebbe nella constatazione che i nostri due
compagni fanno parte della Federazione Anarchica Italiana. In altre parole
sono colpevoli, perché condividono quel che era scritto nel manifesto
diffuso il 25 aprile 2009. Sono convinti che: “Ieri camicie nere… oggi
camice verdi / Ieri squadracce… oggi ronde / Ieri leggi razziali… oggi
leggi razziste / Ieri ebrei e rom… oggi immigrati e rom / Oggi il fascismo
ha il volto della Lega / Bossi, Maroni, Borghezio… / a piazzale Loreto c’è
ancora tanto posto!”.
Per il reato di diffamazione a mezzo stampa chiede un anno e tre mesi, per
le minacce, altri tre mesi. In tutto un anno e mezzo.

L’avvocato La Macchia, reduce dalla vittoria nel processo “Eternit”, è in
gran forma. Esordisce mettendo in rilievo i pasticci di Rinaudo. Non
ultima la mancanza di una querela per diffamazione. Non c’è la minima
prova che i nostri due compagni abbiano diffuso in internet comunicati,
foto o manifesti e non basta, rileva l’avvocato, essere anarchici per
essere colpevoli.
Entra infine nel cuore vero dell’accusa: dare del fascista a Borghezio lo
diffama? Si diffama qualcuno descrivendolo per quello che è anche se finge
di non esserlo?
Borghezio è europarlamentare, e, in quanto tale, è soggetto all’exceptio
veritatis: se si dimostra che è fascista l’accusa di diffamazione diventa
insostenibile.
Il curriculum di Borghezio è di tutto rispetto. Ci sono i consigli su come
meglio mascherarsi da innocui regionalisti fatta ai camerati di “Nissa
Rebela” durante un convention dell’estrema destra francese. Si va poi alle
imprese come dar fuoco ai pagliericci di immigrati sotto ponte Mosca a
Torino, passando per la “disinfezione” delle carrozze dove viaggiavano
alcune ragazze nigeriane sul Torino Milano.
Tra le esternazioni più recenti, la descrizione di Mladic, il boia di
Sebrenica, come “patriota” o le dichiarazioni di apprezzamento delle idee
di Breivik, il nazista norvegese, autore di una strage di ragazzi in
vacanza.

Il 29 febbraio verrà pronunciata la sentenza. Allora sapremo se essere
anarchici basta per essere condannati ad un anno e mezzo di reclusione.

Di una cosa siamo sicuri. Noi tutti siamo colpevoli. Colpevoli di lottare
contro un assetto sociale dove c’è chi per arrivare a fine mese, rischia
ogni giorno di morire di lavoro, colpevoli di volere l’eguaglianza e la
libertà per tutti. Quelli nati qui e quelli nati altrove.

per info:
Federazione Anarchica Torinese – FAI
corso Palermo 46 – ogni giovedì dalle 21
fai_to at inrete.it - 338 6594361
http://anarresinfo.noblogs.org