[Resistenza] BOLOGNA, 8 febbraio 2012: prima udienza del processo per mettere fuori legge i comunisti




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Partito dei Comitati di Appoggio alla Resistenza - per il Comunismo (CARC)
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e-mail: resistenza at carc.itsito: www.carc.it
Direzione Nazionale
 

Milano 06.02.2012
 
BOLOGNA, 8 febbraio 2012- ore 9.00 piazza Galvani.
Presidio di solidarietà e lotta in occasione della prima udienza del processo per mettere fuori legge i comunisti.
 
BCE, circoli della finanza e della speculazione, padroni, Vaticano e mafiosi
  • vogliono cancellare l’articolo 18 ed eliminare dalle fabbriche i sindacati combattivi: per schiacciare la resistenza organizzata agli arbitri e alle attività antisindacali nelle aziende (a partire dalla FIAT)
  • criminalizzano il movimento NO TAV: per tagliare la testa alle organizzazioni popolari che mobilitano e organizzano contro speculazioni e saccheggi e si battono per costruire un altro modello di società
  • cercano di mettere fuorilegge i partiti comunisti: per fermare la rinascita del movimento comunista in Italia al pari di quanto fanno in Ungheria, in Polonia, nella Repubblica Ceca tramite governi apertamente reazionari e fascistoidi, però a colpi di processi e sentenze perché non hanno ancora la forza di vietarli per legge.
 
La borghesia e il clero non hanno una soluzione alla crisi che non sia l’aumento dello sfruttamento e della miseria, la guerra fra poveri, la conquista di “spazi vitali” per i loro investimenti, la guerra fra stati. Possono compiere la loro opera criminale solo se riescono a seminare tra le masse popolari la convinzione che non c’è niente da fare, se riescono a spaventare e dissuadere dalla lotta, se riescono a disgregare e dividere.
 
Le masse popolari una soluzione positiva alla crisi ce l’hanno: possono riorganizzare le attività economiche e tutta la vita sociale facendo a meno di capitali e profitti, di prestiti e debiti, di banche e istituzioni finanziarie, possono fare dell’Italia un nuovo paese socialista!
Come in Russia nel secolo scorso la classe operaia e le masse popolari, guidate dai comunisti, hanno approfittato delle distruzioni e delle sterminio della prima guerra mondiale per costruire il primo paese socialista; così oggi possiamo e dobbiamo approfittare del marasma della crisi, dei venti di guerra, del peggioramento delle condizioni di vita e di lavoro per costruire sulle rovine del capitalismo un mondo nuovo, all’altezza delle conoscenze, dei sentimenti, delle aspirazioni e delle capacità che l’umanità ha accumulato.
La crisi non ci lascia vie di mezzo: o la subiamo o ne approfittiamo per cambiare il mondo come va bene a noi, per fare dell’Italia un paese dove c’è un posto e un ruolo dignitoso per ogni uomo, donna, bambino, giovane e anziano delle masse popolari.
 
Mettere fuorilegge i comunisti è l’obiettivo politico che unisce il Vaticano, i Marchionne, i Monti, le cupole delle organizzazioni criminali, perché il movimento comunista che sta rinascendo è l’embrione, l’alfiere del futuro di dignità, civiltà e progresso che le masse popolari possono costruire: dalla società dai banchieri, degli speculatori, dei saccheggiatori, dei prelati e dei militaristi alla società diretta e governata dalla classe operaia e dalle masse popolari organizzate!
 
L’8 febbraio 2012 presso la Corte d’Assise di Bologna si apre il processo contro 12 compagni che fanno (o facevano) parte del (nuovo)Partito comunista italiano, del Partito dei CARC e dell’Associazione Solidarietà Proletaria. E’ un processo apertamente politico, nel senso che lo Stato prescinde da reati specifici addebitati ai singoli, ma li accusa di far parte del (n)PCI e delle organizzazioni che sostengono e collaborano al suo progetto di fare dell’ Italia un nuovo paese socialista. Mira a condannare e dichiarare il (n)PCI un’organizzazione terrorista e quindi l’appartenenza ad esso un reato. L’obiettivo è mettere fuori legge il (n)PCI e le organizzazioni della sua carovana come organizzazioni sovversive ai termini dell’art. 270 bis del Codice Penale: un’eventuale condanna, porterebbe all’incriminazione di ogni altro membro e collaboratore del (n)PCI.
La storia della persecuzione giudiziaria contro l’area politica del (n)PCI dura da 30 anni fra colpi di mano, violazione della Costituzione, trasgressione delle stesse leggi che la Procura pretende di far rispettare (puoi trovare tutti i dettagli su www.carc.it).
 
La battaglia per la chiusura del processo è una battaglia giudiziaria e politica
E’ una battaglia giudiziaria perché siamo fermamente intenzionati di usare tutti gli strumenti possibili in ambito legale per smascherare questa operazione e farla cadere, per usare e far valere i diritti democratici e politici conquistati con la Resistenza e scritti nella Costituzione; è una battaglia politica perché non faremo passare sotto silenzio questa manovra che prepara il terreno per estendere su ampia scala la repressione e la persecuzione contro le organizzazioni operaie e popolari, i movimenti, le realtà organizzate che si mobilitano e mobilitano per costruire un’alternativa al degrado morale e materiale in cui padroni, banchieri, Vaticano e organizzazioni criminali ci stanno trascinando.
 
Contribuisci e sostieni questa battaglia:
  • firma, fai firmare e dai ampia diffusione dell’appello NO alla messa fuori legge dei comunisti (puoi scaricarlo su www.carc.it);
  • contattaci per organizzare, promuovere e partecipare alle iniziative politiche, di solidarietà, di denuncia e di lotta (resistenza at carc.it; 02.26.30.64.54);
  • invia e fai inviare lettere di protesta alla Corte di Assise di BOLOGNA, Via Farini 1, 40124 Bologna
fax: 051 – 332352, mail: roberta.castellari at giustizia.it;
·         fai una sottoscrizione, partecipa e contribuisci a organizzare iniziative di raccolta fondi fra i tuoi amici, conoscenti, compagni, nella tua città o tramite i tuoi contatti (versamenti su ccp n. n. 60973856 intestato a Manuela Maj via Tanaro, 7 - 20128 Milano; sulla Postepay n. 4023600470226814 intestata a Manuela Maj ; bonifici tramite i seguenti dati: Conto BancoPosta n. 60973856 Coordinate IBAN: IT 55 F 07601 01600 000060973856, intestato a Manuela Malgosia Maj).
 
Una mobilitazione unitaria, prolungata e generale per cacciare Monti e costruire un governo di emergenza popolare, l’unico governo che può rimediare rapidamente agli effetti più gravi della crisi e rafforzare la volontà, l’organizzazione e la lotta per fare dell’ Italia un nuovo paese socialista.
 
L’attacco all’art. 18 può e deve ricadere sulla testa di chi lo ha lanciato, può e deve diventare il motore di una grande, vasta, generale mobilitazione dei lavoratori che si unisca a quelle dei forconi, degli studenti, degli immigrati, dei precari per cacciare il governo Monti e costruire un governo di emergenza popolare.
 
La repressione contro il movimento NO TAV può e deve diventare una grande mobilitazione di solidarietà che rafforza in ogni angolo del paese la battaglia contro le speculazioni, la devastazione ambientale, le grandi opere: abbiamo un paese da ricostruire, basta un po’ di pioggia o di neve per uccidere decine di persone e paralizzare il paese, ci serve un governo che metta al primo posto la cura del territorio e delle infrastrutture secondo due criteri: no a opere inutili e dannose, un lavoro utile e dignitoso per tutti.
 
Il tentativo di mettere fuori legge i comunisti può e deve diventare l’occasione per mandare a vuoto i colpi di mano, i tentativi di sospendere la Costituzione e i diritti democratici, le manovre per fare terra bruciata intorno a chi lotta per il socialismo, per estendere la solidarietà, per far crescere la volontà di cambiamento e il coraggio di partecipare da protagonisti al movimento popolare, per rafforzare la lotta per costruire un paese nuovo, fino alla vittoria!
 
 




A norma di legge potete essere esclusi da questa lista di distribuzione,
RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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