Punti d'iniquità nella manovra Monti. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Subject: Punti d'iniquità nella manovra Monti. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Mon, 12 Dec 2011 13:18:11 +0100
Movimento per la società di giustizia e per la
speranza
Cari amici il Movimento ha preparato questo documento sull'iniquità della manovra Monti; per il quale chiede il vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio o anche modificato. Gli indirizzi: Pres. Giorgio
Napolitano, presidenza.repubblica at quirinale.it (nome, cognome, indirizzo obbligatori, altrimenti
cestinati); Premier: Mario Monti, centromessaggi at governo.it Min. Elsa Fornero, ufficiostampa at lavoro.gov.itSegr. Pier Luigi Bersani, segr.bersani at partitodemocratico.it Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
Movimento per la Società di Giustizia e per la
Speranza Lecce Al Presidente Giorgio
Napoletano al Premier Mario
Monti al Ministro Elsa
Foriero al Segretario PD PierLuigi
Bersani Punti d’iniquità nella
manovra Monti La lettura del testo della
Manovra, le “Disposizioni urgenti per la crescita, l’equità ecc.”, ci ha
lasciati fortemente perplessi, se non anche indignati.
Ecco infatti i due punti
dell’Iva (anzi 2,5 dal 1/01/2014), la più ingiusta delle
tassazioni perché colpisce nella stessa misura il ricco come il
povero, nella stessa misura tutta la scala del reddito; sulla quale il
Movimento aveva messo in guardia il Presidente come il
Premier; la tassa facile, con
la quale, secondo quanto anche la stampa ha notato, metà della manovra è
subito risolta, dodici e più miliardi di euro. Per cui non c’era bisogno di
un governo di tecnici, di radunare tante teste d’uovo, per una misura così
semplice e così banale che un qualunque politico di strapazzo
l’avrebbe adottata; e del resto già Tremonti alla fine l’aveva introdotta
nella sua ultima manovra, per procurarsi con un sol punto – una cosa da niente –
cinque-sei miliardi di euro. Ecco l’accanimento sulle
pensioni, il punto più delicato e doloroso, dietro al quale v’è
una vita intera di lavoro. Si pensa che si allunga la vita e la vitalità,
quindi è logico che si allunghi anche l’età pensionabile, fino a 66 anni, a 70,
per l’uomo come per la donna. Ma non si pensa al peso
che il lavoro rappresenta nella vita; in particolare il lavoro manuale; al
peso che ancor più rappresenta con l’avanzare dell’età. Non è solo la
fatica, è anche la disciplina che impone alla giornata, alla
settimana, gli spostamenti, i viaggi. Per cui dopo i quarant’anni
di lavoro – che già sono un tempo lunghissimo – la decisione di
continuare dev’essere lasciata al lavoratore, e non imposta per
legge. Si parla tranquillamente
di pensioni minime (intorno ai
470 euro?), che è una vergogna orrenda.
Non si pensa a stabilire
un minimo decoroso di pensione garantito, così come un minimo di salario garantito (in Italia
non c’è neanche questo, mentre c’è in Francia e in altri 90 paesi).
Si stabilisce che al
disopra del doppio del minimo (la grande somma!) le pensioni non saranno
rivalutate sulla base dell’inflazione. Davvero si va davvero a rubare il
denaro ai poveri. Mentre non si toccano le
maggiori aliquote Irpef, e
non si toccano i patrimoni. Invece di accanirsi sulle pensioni si
potevano almeno tassare, e con durezza, le grandi fortune; come avviene
in Francia e altrove; dare un segno dell’equità tanto
sbandierata. E non si toccano i
politici, non v’è un accordo con loro se non per il vitalizio.
Restano intatti i 20.000 euro mensili, e tutte le gratuità: per cui la politica
continua ad essere concepita in Italia come un privilegio, non come un
servizio. Restano intatte le 90000 auto blu (fonte Formez), i 30 aerei. Gli sprechi dei
politici, le misure che la gente tanto attendeva. Lecce, il 5 dicembre
2011 Per il Movimento il Responsabile Prof. Arrigo Colombo Arrigo
Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via
Monte S.Michele 49, 73100 Lecce, tel/fax
0832-314160
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