[Resistenza] I: ThyssenKrupp, la classe operaia non dimentica!



Riceviamo e facciamo conoscere questo comunicato dell'Ass. Legami d'Acciaio onlus (familiari ed ex operai ThyssenKrupp Torino). 
"Non dimenticare questa strage"  vuol dire innanzitutto rafforzare  la lotta contro lo sfruttamento, la miseria e la morte che seminano i Thyssen, i Marchionne e i governi  Monti e Berlusconi e costruire una nuova società.
Per uscire dalla crisi del capitalismo dobbiamo uscire dal capitalismo e instaurare un nuovo  sistema di relazioni tra gli uomini.
 
Impediamo che il governo Monti prosegua l’opera affidatogli dai vertici della Repubblica Pontificia!
 
Avanti verso il Governo di Blocco Popolare che acceleri la rinascita del movimento comunista e apra così la strada all’instaurazione del socialismo!
 
Solidarietà ai lavoratori della Thyssen in lotta, ai compagni e alle famiglie di tutti i morti per il profitto dei padroni!

La Direzione Nazionale del Partito dei CARC

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THYSSENKRUPP, UN PRIMO PASSO VERSO LA GIUSTIZIA:
LA CLASSE OPERAIA NON DIMENTICA!
 
A 4 anni dalla strage del 6 dicembre 2007 che ha barbaramente ucciso Antonio, Angelo, Roberto, Bruno, Rocco, Rosario e Giuseppe noi famigliari ed ex compagni di lavoro, nel giorno di ricorrenza di quella notte maledetta, non vogliamo solo ricordarli ma denunciare e rivendicare che le morti sul lavoro nel nostro Paese, vista la crescente crisi (che ci vogliono far credere si risolva semplicemente ponendo al comando dei Paesi più a rischio, proprio gli esponenti più “autorevoli”, Monti in Italia e Papademos in Grecia, di quel sistema economico-finanziario-speculativo composto da BCE, FMI, Goldman Sachs e grandi gruppi bancari, cioè i veri responsabili di questa crisi!) sono in vertiginoso aumento, pari alla tenacia con cui questo sistema produttivo (e sociale), ormai in piena agonia, si oppone, con tutte le sue forze, al declino del proprio “ruolo storico”.
L’attacco crescente sferrato ai diritti dei lavoratori (piano Marchionne), conquistati in anni di lotte, non fa altro che smascherare quanti ancora si ostinano a difendere questo sistema che crea morti sul lavoro, disoccupazione, devastazione ambientale, diversione, intossicazione culturale, sfiducia, rassegnazione, promuove la guerra fra poveri (lavoratori italiani contro lavoratori immigrati, uomini contro donne, ecc.), quando il patrimonio acquisito di conoscenze e tecnologie è tale da rendere inconcepibili (in realtà odiosi, oltreché anacronistici) i morti per denutrizione, per malattie perfettamente curabili, ecc. I veri ostacoli all’ulteriore sviluppo della società umana, nel suo complesso, sono in definitiva il sistema produttivo e l’ordine sociale esistenti, il primo iniquo e distruttivo (di cose e persone, entrambe “merci”) e il secondo a completo appannaggio di pochi(ssimi) a discapito di molti.
Le soluzioni alla crisi finora tentate si sono dimostrate velleitarie poiché non possono essere di natura puramente “economica” (prova ne sono quelle sinora adottate, tutte miseramente fallite), poiché la crisi è, oltre che economica, anche sociale e culturale. Occorre rimettere al centro la questione “lavoro”: con una pianificazione nazionale, riconvertendo la produzione di impianti nocivi e quindi produrre ciò “che serve” e non solo “ciò che conviene”, nazionalizzando alcune aziende (la Fiat, che ha sempre privatizzato gli utili e socializzato i costi), valorizzando maggiormente il nostro patrimonio artistico, aumentando i servizi (trasporto pubblico notturno), bonificando il nostro territorio da abusivismi vecchi e nuovi, assegnando un lavoro utile e dignitoso al posto di elemosine sociali, lesive della dignità dei lavoratori. Invece la soluzione impostaci per uscire dalla crisi è ancora “lacrime e sangue”, come se quelle finora versate non siano bastate!
Noi famigliari ed ex operai riuniti nell’Ass. Legami d’Acciaio onlus, in virtù della specificità della nostra vicenda e della cassa di risonanza che questa ha creato da parte del mondo del lavoro, della politica, dello spettacolo e della cultura, crediamo sia doveroso lottare sensibilizzando l’opinione pubblica, tenendo “alta la guardia”, continuando a creare mobilitazione su questo tema: insieme ad altre associazioni di famigliari di vittime del lavoro come L’Ass. Fam. Vittime Amianto di Casale M.to, l’Ass. 16 luglio (Molino Cordero di Fossano), l’Assemblea 29 Giugno e il Mondo che vorrei (Viareggio), il Comitato G. Coletti (Umbria Oli), l’Ass. R. Toffolutti di Piombino, l’Ass. dell’Ilva di Taranto, la Truck Center di Molfetta, senza dimenticare P.to Marghera e Ravenna, in questi anni abbiamo intrecciato rapporti di vicinanza e solidarietà, uniti nel portare avanti una battaglia di civiltà contro le morti sul lavoro, parte della battaglia più “complessiva” che già oggi altri organismi e associazioni svolgono in altri ambiti di lotta a questo sistema sempre più cinico e brutale.
In attesa dell’inizio del processo di secondo grado annunciamo che ci costituiremo (come Associazione, singoli famigliari e lavoratori) come Parti Civili nel processo contro l’Azienda, i dirigenti e i dipendenti rinviati a giudizio per le false testimonianze, così come nell’altro filone processuale che vede coinvolti alcuni dirigenti dell’ASL To1.
Altre questioni importanti ci vedranno impegnati nei prossimi mesi: un posto di lavoro utile e dignitoso per i 12 ex operai Thyssen, cui il Sindaco P. Fassino ha promesso un posto di lavoro (http://www.dailymotion.com/video/xjmlwz_fassino-riceve-i-16-operai-della-thyssenkrupp_news) “entro la fine della mobilita” (giugno 2012), la vigilanza affinché non si faccia alcuna speculazione sulle aree ex Thyssen e il rispetto della sentenza di primo grado pubblicata il 15 novembre scorso: si dia immediato mandato al risarcimento di tutte le Parti Civili da parte di ThyssenKrupp, ancora oggi inadempiente.

Noi non dimentichiamo!

Giustizia per i nostri compagni di lavoro! Solidarietà alle famiglie di tutti i morti per il profitto dei padroni!

Torino, 5 dicembre 2011                                                                                 
 
Associazione Legami d’Acciaio Onlus
 

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RISPONDENDO A QUESTO MESSAGGIO con la richiesta di CANCELLAZIONE

Cordiali saluti dalla redazione di:
RESISTENZA

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