Torino. Processo “pummarola”: ultima udienza e sentenza



Torino. Processo “pummarola”: ultima udienza e sentenza

Mercoledì 6 aprile. Ore 9,30 aula 81
ultima udienza e sentenza
al processo “pummarola”.

Sei anarchici sono accusati di imbrattamento di “edificio storico” per una
secchiata di pomodoro, soldi finti e uno striscione in occasione del G8
all’Aquila.
A Torino, il 7 luglio 2009, sul marciapiede davanti all’Unione
Industriali, vennero gettate mazzette di soldi in una pozza rosso sangue.
Sulla cancellata del palazzo dei padroni della città viene appeso uno
striscione bianco con la scritta “G8: guerra, schiavitù, oppressione”.
Per questo sei di noi sono finiti in tribunale. Pomodoro e soldi finti
diventano “imbrattamento e deturpamento”, “delitto”, “disegno criminoso”.
Un marciapiede si trasforma in edificio storico!

L’8 luglio 2009 cominciava all’Aquila la riunione dei G8.
All’Aquila i padroni del mondo facevano la loro passerella tra le rovine
della città distrutta dal terremoto. La gente in tenda circondata da
uomini armati, i potenti in una caserma/fortezza milionaria. Roba da
brividi. Un G8 tra le macerie. Metafora reale di un tempo segnato dalla
ferocia e dalla forza, dalla guerra e dalla miseria, dal banchetto di una
minoranza di ricchiepotenti sulle spalle dei più.
Come hanno dichiarato in aula i nostri compagni:
L’Aquila è il simbolo di un futuro che è già presente. Un’intera
popolazione sotto controllo, mentre i soliti noti costruiscono fortune
“umanitarie”. Per gli uni le tende, per gli altri il business della
“ricostruzione”.
Non si può tacere di fronte alle macerie trasformate in palcoscenico per i
potenti, mentre tanta gente, che nel terremoto aveva perso le persone
care, la casa, lavoro, fin la speranza di un futuro, soffriva sotto le
tende, prigioniera nei campi militarizzati.
Non si può tacere di fronte ad una città chiusa, transennata e sorvegliata
da uomini in armi, perché nessuno la vuole ricostruire, perché rifare un
centro storico costa e non rende.
Non si può tacere di fronte alla parata di politici e faccendieri che si
preparano a spartire la torta succosa del dopo terremoto.
Non si può tacere quando capi dei governi più forti della terra discutono
il destino dei sei miliardi di esseri umani, incuranti che, di G8 in G8,
di vertice in vertice, la gran maggioranza della gente del pianeta
sopravviva e stento con meno di un paio di dollari al giorno.
Non si può tacere e noi non abbiamo taciuto.
Abbiamo voluto con un’azione comunicativa ricordare che chi lucrava sulla
“ricostruzione”, sulla New Town erano gli stessi che si erano ingrassati
costruendo con la sabbia case destinate a venire giù.
Come dimenticare l’ospedale S. Salvatore, nuovo di zecca, appena finito
dall’Impregilo, crollato come un castello di carte?
Come dimenticare che le ricchezze dei padroni sono costruite con il sudore
ed il sangue di chi, per vivere, deve lavorare? Ogni giorno, ogni ora, in
qualche dove, qualcuno muore sul lavoro.
Se oggi siamo qui in quest’aula di tribunale, le ragioni sono tutte nelle
nostre idee. Queste sì corrosive per l’ordine folle che governa questo
mondo. Queste sì corrosive per i palazzi del potere.
Se ci condannate è per quello che abbiamo detto e scritto non certo per
una secchiata di pomodoro sul marciapiede.”

Prossimi appuntamenti:
Mercoledì 6 aprile
Ore 17 in via Po 16
Punto info antirazzista. Contro le deportazioni, i campi tende, la guerra.

Venerdì 8 aprile
per CinePalermo46
proiezione del film Bronte - Cronaca di un massacro che i libri di storia
non hanno raccontato.
Un film di Florestano Vancini. Con Ivo Garrani, Mariano Rigillo, Ilija
Dzuvalekovski, Rudolf Kukié.
Siamo nella Sicilia orientale, nei primi giorni di agosto del 1860. La
Sicilia è ormai stata conquistata dalle truppe garibaldine. In provincia
di Catania scoppia una sanguinosa rivolta contro il latifondisti. A Bronte
la popolazione, esasperata da generazioni di feroce sfruttamento, uccide
quindici notabili locali. La repressione non si fa attendere: il latifondo
di Bronte è in mano agli inglesi della famiglia Nelson e l’eroe dei due
mondi teme ripercussioni internazionali.
Il generale garibaldino Nino Bixio accorre a Bronte, organizza in fretta e
furia un tribunale di guerra che in quattro ore giudica 150 persone.
Cinque persone vengono condannate a morte e sommariamente fucilate.
La speranza che l’impresa dei Mille portasse alla fine della miseria si
spezza definitivamente.
Ore 21 in corso Palermo 46.

Sabato 9 aprile
punto info antinuclare a porta Susa – piazza XVIII dicembre – dalle ore 10.
No ai treni nucleari!
Lo sai che a Torino di notte passano treni pieni di scorie nucleari?
Lo sai che questi trasporti – uno ogni due mesi - continueranno sino al 2012?
Lo sai che la Regione Piemonte ha una legge che prescrive che venga fatto
un piano di emergenza in caso di incidente a uno di questi treni?
Lo sai che – secondo questa legge - tutti quelli che abitano nel raggio di
tre chilometri per lato dalla ferrovia dovrebbero fare le esercitazioni
nel caso uno di questi treni deragliasse o saltasse per aria?
Probabilmente no. Non lo sai perché nessuno te lo ha detto. I responsabili
delle ferrovie, il sindaco, la prefettura, la questura tengono la bocca
chiusa.

Per info e contatti:
Federazione Anarchica Torinese
Corso Palermo 46
Riunioni, aperte a tutti gli interessati, ogni giovedì dopo le 21
fai_to at inrete.it - 338 6594361