Nessuna azione militare italiana contro la Libia è lecita. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Subject: Nessuna azione militare italiana contro la Libia è lecita. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- From: "Arrigo Colombo" <arribo at libero.it>
- Date: Sat, 26 Mar 2011 13:49:42 +0100
Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici il Movimento ha preparato questo documento sulla partecipazione dell'Italia alle operazioni militari in Libia; per il quale chiede il vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio o anche modificato. Gli indirizzi: Pres. Giorgio
Napolitano, presidenza.repubblica at quirinale.it
(d'obbligo nome, cognome, indirizzo); Min. Franco Frattini, cdr at esteri.it Min. Ignazio La Russa, spi.ca at gabmin.difesa.it Segr. Pier Luigi Bersani, segr.bersani at partitodemocratico.it Un saluto fraterno da Arrigo ColomboMovimento per la Società di Giustizia e per la
Speranza Lecce Al Presidente Giorgio
Napolitano ai Ministri Franco Frattini e
Ignazio La Russa al Segretario Pier Luigi
Bersani Nessuna azione militare italiana contro la
Libia è lecita La stampa riferisce che non solo
otto aerei da guerra italiani sono stati messi a disposizione dell’offensiva
contro la Libia, ma che sei di essi hanno partecipato ad azioni distruttive di
postazioni antiaeree, cioè ad atti
di guerra. Si riportano in proposito dichiarazioni dello Stato Maggiore
della Difesa. Sarebbe un atto criminale perché nessuna
guerra è lecita, non c’è guerra “giusta” o intervento bellico “umanitario”.
Sarebbe inoltre una gravissima lesione
della Costituzione. La Russa dice “è una guerra, non la
facciamo volentieri”; dice anche “vogliamo partecipare alla pari con gli
altri”, dimenticando che noi non
possiamo come gli altri fare guerra, non lo possiamo né volentieri né
malvolentieri. Ma anche Frattini dice “vogliamo essere alla pari
con gli altri”, anch’egli dimenticando la Costituzione e l’incondizionata
volontà di pace che la anima. Ma anche Napolitano dice “non siamo entrati in guerra. Siamo impegnati in un'azione
autorizzata dal Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite”. Che importa l’autorizzazione? Nessuno ci
può autorizzare ad atti di guerra. Altri politici lamentano che
l’Italia non sia entrata nel comando
dell’attacco; dimenticando che non poteva entrare, che la Costituzione non
lo consente. Ci si chiede se le nostre basi militari potevano essere
messe a disposizione degli attaccanti. Ebbene no: se si rifiuta la guerra –
come è stabilito nella Costituzione – non si possono offrire basi a quelli
che la fanno, perché è un modo di parteciparvi. E un modo
ipocrita. Tutti questi politici dimenticano il dettato della
Costituzione e la sua avanzatezza, la sua grandezza, la sua superiorità a ciò che fanno “ gli
altri”. Dimenticano l’esempio offerto al
mondo col rifiuto reciso della guerra, con una incondizionata volontà di pace. Dimenticano quale atrocità sia la guerra, il
macello umano, i fratelli che si scannano, che scientificamente e
tecnologicamente perseguono l’uccisione e la morte. Dimenticano che nessuna guerra è lecita, per nessun
motivo. Agli altri si doveva dichiarare “noi non
possiamo macchiarci di questo crimine”. Anziché mandarvi le loro
armi, i capi di stato dovevano essi
recarsi da Gheddafi e con la loro autorità, l’autorità dei loro popoli,
premere su di lui, e convincerlo alla
pace e alla rinunzia. Lecce, marzo 2011
Per il Movimento il Responsabile Prof. Arrigo Colombo
Arrigo Colombo, Centro
interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di
Lecce Via Monte S.Michele 49, 73100 Lecce,
tel/fax 0832-314160 |
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