[Prec. per data] [Succ. per data] [Prec. per argomento] [Succ. per argomento] [Indice per data] [Indice per argomento]
Il prezzo di Tunisi: 150 milioni di euro
- Subject: Il prezzo di Tunisi: 150 milioni di euro
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Sat, 26 Mar 2011 02:29:05 +0100 (CET)
- Importance: Normal
Il prezzo di Tunisi: 150 milioni di euro Venerdì 25 marzo. Maroni e Frattini, in visita a Tunisi, hanno fatto un’offerta di quelle che non si possono rifiutare. Un credito sino a 150 milioni di euro più pattugliatori e uomini della Guardia di Finanza per l’addestramento. In cambio il governo tunisino ha promesso di fermare le partenze verso l’Italia. Nel pacchetto sottoscritto dal premier Essebsi anche un impegno per i rimpatri. Vi ricorda niente? Il governo italiano fece con il governo libico un accordo del tutto simile. I libici a dire il vero offrivano il servizio completo: respingimenti, galere, abbandono nel deserto. Ne sanno qualcosa i profughi di guerra eritrei rinchiusi per anni nelle prigioni di Misurata e di Brak. Chi volesse rinfrescarsi la memoria sul quell’accordo se lo può rileggere sul sito della Camera dei deputati. È significativo che sinora non siano approdati a Lampedusa i fantomatici profughi libici, mentre da ieri le agenzie battono la notizia di un barcone con trecento eritrei forse disperso in mare. Sarebbero i primi profughi di guerra ad arrivare in Italia dopo l’accordo italo-libico. Chi sa? Forse la crisi libica ha riaperto la rotta del Mediterraneo. Sarebbe interessante sapere se i pattugliatori donati dal governo italiano alla Libia siano ancora in azione sulle coste della Tripolitania. In settembre, quando uno di questi mezzi aprì il fuoco su un peschereccio di Mazara del Vallo, a bordo c’erano sei uomini della Guardia di Finanza. Saranno rientrati in Italia o sono ancora lì, fianco e fianco con le guardie del Colonnello? Sapremo nelle prossime settimane se governo tunisino sarà in grado di mantenere gli impegni presi con Maroni e Frattini – incassando così il proprio compenso – o dovrà fare marcia indietro. Se il vento delle recenti rivolte soffia ancora potrebbe non essere facile. Un fatto è certo: i conti non tornano. Se le cifre diffuse dal ministero dell’Interno sono vere, se negli ultimi due mesi e mezzo sono sbarcati 15.700 tunisini, ne mancano parecchi all’appello. Solo una minima parte è stata trasferita nei CIE o nei CARA o nel “residence degli aranci” di Mineo. Tre/quattromila li smisteranno nelle varie regioni nei prossimi giorni. E gli altri? O le cifre degli sbarchi sono state volutamente gonfiate oppure i tunisini fantasma sono andati ad ingrossare – in Italia e in Francia - le file dei senza carte, che campano lavorando in nero. Il contrasto dell’immigrazione illegale è il pedaggio da pagare ad un elettorato cresciuto nell’odio e nella paura dei “clandestini” e, allo stesso tempo, il mezzo per disciplinare i lavoratori stranieri. Con o senza carte. Padroni e padroncini ringraziano per l’arrivo di carne fresca da mettere al lavoro. Senza tutele, senza orari, senza pretese. http://senzafrontiere.noblogs.org/
- Prev by Date: Torino. Punto info sui treni nucleari
- Next by Date: Nessuna azione militare italiana contro la Libia è lecita. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Previous by thread: Torino. Punto info sui treni nucleari
- Next by thread: Nessuna azione militare italiana contro la Libia è lecita. Documento da inviare e diffondere se condiviso
- Indice: