Il Ministro Frattini e la violazione della privacy. Documento da inviare e diffondere se condiviso



Movimento per la società di giustizia e per la speranza
Cari amici
                il Movimento ha preparato questo documento sulla pretesa immunità del privato, per il quale chiede il vostro aiuto nell'invio e nella diffusione. Il documento può sempre essere fatto proprio o anche modificato. Gli indirizzi:
Pres. Giorgio Napolitano, presidenza.repubblica at quirinale.it (non in allegato e con nome, cognome, indirizzo, altrimenti cestinato);

Pres. Silvio Berlusconi, segreteria.presidente at governo.it

Min. Franco Frattini, cdr at esteri.it

Segr. Pier Luigi Bersani,  segr.bersani at partitodemocratico.it

Un saluto fraterno da Arrigo Colombo

 

Movimento per la Società di Giustizia e  per la Speranza

Lecce

 

Al Ministro Franco Frattini

e p.c. al Pres: Giorgio Napolitano

al Premier Silvio Berlusconi

al Segr. Pier Luigi Bersani

 

Il Ministro Frattini e la violazione della privacy

 

Il Ministri Frattini prospetta un ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo, in quanto la magistratura milanese, nella sua inchiesta sui festini e le altre vicende di Arcore, avrebbe violato la privacy. Ma vediamo subito d’intenderci.

 

Forse il Ministro pensa che la privacy sia stata violata con la trasmissione al Parlamento del dossier d’inchiesta, in seguito alla quale i contenuti del dossier hanno avuto un’ampia diffusione mediatica. Ma questa trasmissione era necessaria, la magistratura ha compiuto un atto dovuto. Dopo di che era compito del Parlamento trattare quel dossier con discrezione.

 

Oppure il Ministro pensa che, come molti suoi colleghi parlamentari sono andati raccontando in questi giorni, nel privato ognuno può fare quel che vuole. Un’idea di una banalità e falsità elementare, perché allora nel privato il marito potrebbe battere tranquillamente la moglie, e seviziare i figli; o anche stuprarli, come purtroppo accade. Il vincolo etico che avvince la coscienza è lo stesso nel pubblico come nel privato, la dignità e il diritto della persona sono gli stessi.

 

Così la pari dignità e diritto di uomo e donna; il rispetto dovuto alla dignità e diritto della donna da parte del maschio. Per cui un uomo occidentale e moderno – di quella modernità in cui sono maturati i fondamentali diritti umani – incontra una donna, per una cena, per un drink; in quanto incontra una persona e rispetta la sua dignità e diritto. Non ne incontra e raccoglie attorno a sé venti o trenta. Questo lo può fare un sultano islamico, in quanto nell’Islam il principio di pari dignità e diritto di uomo e donna non si è ancora affermato; il Corano consente al maschio di avere quattro mogli e un numero imprecisato di concubine. Ma si sa che certa etica del Corano non fa che raccogliere il costume arcaico delle tribù arabe del tempo. Cosa che anche certi studiosi islamici riconoscono.

 

Probabilmente il Ministro non pensa che la magistratura non possa sviluppare la sua inchiesta nel privato; per raggiungere un crimine, una trasgressione, accertarne l’entità, la realtà. Perché ciò vorrebbe dire sottrarre il privato alla legge, il crimine e la trasgressione nel privato alla giusta pena. Il privato diverrebbe il mondo eslege del crimine e della trasgressione.

 

Che cosa vorrebbe dunque chiedere il Ministro alla Corte di Strasburgo? Quale violazione della privacy?

Lecce, l’11 febbraio 2011

                                                               Per il Movimento il  Responsabile                                                     

                Prof. Arrigo Colombo

 

Arrigo Colombo, Centro interdipartimentale di ricerca sull’utopia, Università di Lecce

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E-mail arribo at libero.it/ Pag  web http://digilander.libero.it/ColomboUtopia