Contestazione alla gara d’appalto per il CIE di Gradisca



Contestazione alla gara d’appalto per il CIE di Gradisca

Gorizia, 1 febbraio. L'apertura delle buste per la nuova gara d'appalto
per il CIE e il CARA di Gradisca era in programma questa mattina. Non
potevano mancare gli antirazzisti.
Nei giorni precedenti erano girate molte voci sui candidati al ruolo di
aguzzini, pronti ad incassare 15 milioni di euro in tre anni. Una torta
ricca grossa.
C'era chi sosteneva che gli attuali gestori, quelli del consorzio
Connecting People, non si sarebbero ripresentati. Ben otto le offerte
arrivate in prefettura, compresi quelli di Connecting People, la
Cooperativa Minerva, l’ordine di Malta e l'associazione culturale
Aquarinto di Agrigento.
L'apertura delle buste avrebbe dovuto essere pubblica, ma ogni regola ha
la sua eccezione. Dopo il rituale controllo dei documenti, la presidente
della Commissione esaminatrice, tale Gloria Allegretto, ha sostenuto che
la sala era piccola e potevano starci solo quelli che avevano un interesse
soggettivo. Un interesse da 15 milioni di euro.
Gli antirazzisti, il cui interesse è invece oggettivo, ossia la libertà di
chi ha la colpa di essere povero e senza carte, dovevano stare fuori.
Un'imposizione che non potevano certo accettare: così in quella sala
troppo piccola hanno trovato posto cartelli con le immagini ingombranti ed
eccessive dei prigionieri del CIE con le bocche cucite con ago e filo.
Prima di togliere il disturbo i compagni hanno gridato a gran voce
"vergogna!", "andate a fare un lavoro dignitoso invece di diventare
aguzzini", "tanto gli immigrati ve lo sfasciano di nuovo quel lager".
Una buona occasione per ribadire che i CIE sono lager, chiunque li gestisca.

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