Il Protocollo Boscimani






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Il Protocollo Boscimani
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Che il buon senso, la capacità di determinare ciò che necessita, sia andato quasi del tutto perduto è cosa risaputa e sulla quale penso tutti ci troveremmo d'accordo. Non indaghiamo ora sulle cause ma limitiamoci a notare qualcosa di importante: l'assenza di buon senso non è prerogativa solo di gente che ci sta antipatica o lontana da noi; dobbiamo riconoscere invece che ormai affligge un po' tutti noi.

Ad esempio: è semplicemente criminale difendere ambiente, territorio e paesaggio senza specificare che questi vanno, SI', difesi da imprese private ed Enti Pubblici con tutto noi stessi, perché questi grandi gruppi ogni volta che si muovono fanno seri danni. Contestualmente va però riaffermato il sacro inalienabile diritto di ogni essere umano di poter vivere sulla terra, perché questa gli è di vitale valore. Trattasi di un diritto che nasce con la persona stessa e non può essergli tolto pena la sua alienazione da ciò che gli ha dato la vita, lo alimenta e lo sostiene: la terra.

Per questo diritto, per la terra sulla quale vivere, sono state combattute quasi tutte le guerre ed ancora oggi i popoli si massacrano quotidianamente per pochi chilometri quadri di terra sulla quale desiderano insediarsi e vivere. E' criminale avviare iniziative in difesa dell'ambiente, territorio e paesaggio senza badare a rispettare l'essere umano ed uno dei suoi primari diritti.


Quando leggiamo notizie come queste:

"I Boscimani restano a secco. La Corte del Botswana, con la sentenza emessa il 21 luglio scorso, nega agli indigeni il diritto all’acqua: non possono accedere al pozzo presente nelle loro terre né scavarne uno nuovo all’interno della Central Kalahari Game Reserve (Ckgr), una delle regioni più aride del mondo e da sempre la loro casa. Una vera e propria condanna a morire di sete - denuncia Survival International - nell’intento di costringere gli indigeni ad abbandonare le loro terre, sulle quali sono in gioco interessi minerari e turistici."

http://www.galileonet.it/articles/4c4d8b0f6381906f6c000001

troviamo puntuale conferma che gli editti emessi in difesa dell'ambiente sono metodicamente usati per cacciare i più deboli da terre che poi vengono arraffate dai più forti, dai più potenti e ricchi. Anche in Italia, dall'Abruzzo alla Toscana, ormai quasi ovunque, isole comprese, i più deboli vengono nei fatti cacciati dalle loro stesse terre in favore dell'industria del turismo o di altro tipo di sfruttamento. Ed ogni altro Paese Europeo, facendo copia ed incolla di leggi fatte col culo, sta ovunque alienando l'essere umano dalla sua madre terra.


Noi tutti qui conosciamo la tragica situazione ambientale locale e globale; ma l'essere umano non può essere considerato nemico della natura. L'essere umano è natura egli stesso. Se le imprese private e gli enti pubblici hanno fatto tanto male all'ambiente naturale, gli essere umani, con i loro famigliari, hanno avuto tipicamente un impatto decisamente minore rispetto a questi grandi gruppi e, per le loro esigenze vitali, non possono essere estraniate dalla terra. Ciò non significa che tutti si debba vivere sulla terra. Tuttavia chi lo desideri o necessiti deve poterlo fare senza essere visto e trattato come un criminale nemico della natura. Anzi: la funzione di "custode della propria terra" è oltremodo preziosa. In vari ambienti naturali si vedono terre abbandonate venir maltrattate da chiunque e dimenticate da quegli stessi statali che hanno cacciato via i legittimi proprietari.


Tempo fa avemmo modo di parlare del "protocollo Jevons": quando si presenta una nuova forma di risparmio energetico od un miglioramento tecnologico che aumenta l'efficienza nell'uso di una data risorsa, contestualmente occorre avvertire che il consumo totale della stessa, piuttosto che diminuire, facilmente andrà ad aumentare, fino ad esaurirsi, per la qual cosa il nostro sguardo deve sempre dirigersi anche sulla crescita demografica.

Ebbene: occorre seguire anche un altro protocollo che, per richiamare l'attenzione sul loro problema, chiameremo "protocollo Boscimani". Ogniqualvolta si interviene in difesa dell'ambiente dobbiamo precisare che ciò non va fatto a scapito dell'essere umano. Imprese ed enti possono modificare e rimpicciolire le loro strutture ed i loro obiettivi. L'essere umano ha esigenze fondamentali che non possono essere ignorate e tantomeno proibite.


Ben vengano dunque iniziative in difesa del territorio, ambiente e paesaggio. Io stesso da dieci anni promuovo la:

Celebrazione del Nostro Territorio
http://www.hyperlinker.com/cnt/

e sono perfino riuscito a far sì che la montagna sacra del mio territorio, il Gran Sasso, abbia un giorno dell'anno ad esso dedicato. Eccone raccontata la storia:

http://hyperlinker.com/abruzzo/gransasso_0.htm

Ma grossi guai e futuri pentimenti ci toccheranno se contestualmente ai diritti della natura non riaffermiamo il diritto di ogni donna ed uomo di vivere sulla terra. D'altro canto, perché fare iniziative che procurano più male che bene, perché compiere dei veri e propri crimini, quando le cose possono essere condotte bene con soltanto un po' d'attenzione, d'ascolto e premura in più?


Danilo D'Antonio

Safara, em a Serra
Alentejo, Portugal

++351 964986219