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Sulla rivolta al CIE di Gradisca
- Subject: Sulla rivolta al CIE di Gradisca
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Tue, 20 Jul 2010 11:23:09 +0200 (CEST)
- Importance: Normal
Sulla rivolta al CIE di Gradisca La rivolta scoppiata nella notte fra sabato e domenica è solo l’ultima di una serie infinita. Il CIE di Gradisca (prima CPT) di “nuova generazione” (così era stato definito al momento dell’apertura) e che doveva garantire contemporaneamente un “trattamento umano” ed evitare fughe e rivolte si rivela giorno dopo giorno per quello che è: un campo di internamento uguale a tutti gli altri. Non solo rivolte dunque, ma anche una serie infinita di tentativi di fuga spesso - ma mai troppo spesso - riusciti con le forme più fantasiose e impensabili, a dimostrazione che la voglia di libertà è insopprimibile. I fatti di sabato notte ricalcano quelli di molte altre volte: tutto parte con un tentativo di espulsione, questa volta di uno o più tunisini. Per resistere, i reclusi salgono sui tetti delle celle, e la polizia risponde come sempre con un fitto lancio di lacrimogeni. I reclusi di un’altra area a quel punto trascinano i materassi in cortile e li incendiano e via altri lacrimogeni. E’a questo punto che uno dei reclusi viene colpito da un candelotto e cade nel fuoco ustionandosi in modo talmente grave che dev’essere portato in ospedale ma non si sa dove e non si hanno sue notizie per varie ore. Inoltre si sa che vi sono altri feriti ma non si sa come stiano. La rivolta viene sedata verso le 3 di notte e anche questa volta i danni alle strutture sono molto ingenti. In tarda mattinata grazie alle telefonate da dentro il CIE agli antirazzisti solidali in giro per l’Italia inizia il tam-tam nelle reti di movimento. I compagni anarchici in regione si attivano per capire dove sia finito il ragazzo ferito. Verso ora di pranzo si capisce che non è stato portato a Gorizia come le altre volte ma a Udine ma non si sa in quale struttura. Dal TG regionale si apprende che è ustionato in oltre il 20% del corpo. Verso ora di cena da dentro si viene a sapere che è stato riportato dentro il CIE con varie bende per le ustioni e che non sta bene. Lunedì uno degli avvocati solidali della zona riesce ad entrare e incontrare due reclusi fra cui l’ustionato. E’ chiaro che le sue condizioni sono incompatibili con la permanenza dentro il CIE e si sta cercando di capire come farlo uscire. Un’altra visita dell’avvocato è prevista per oggi, per cui ci saranno nuovi aggiornamenti. I compagni/e della regione si stanno organizzando per delle iniziative di controinformazione e solidarietà nei prossimi giorni. Trovate la rassegna stampa aggiornata su: www.info-action.net
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