Le balle sono le sue, caro Colombo, che ha gli occhi e la mente fasciati
dall'antiberlusconismo.
Circa i miei interventi, lasci fare a me, non se ne
occupi. Può benissimo non leggerli.
Fra l'altro vedo anche che non li
capisce. Perché quando parlo di Italia virtuosa, parlo del popolo italiano, e
non certo del nostro Stato sprecone.
--- In forum_immoderato_degli_immoderati at yahoogroups.com,
"Arrigo Colombo" <arribo@...> ha scritto:
>
> Guardi, caro
Di Monaco, che Lei dice delle gran balle. Lei ogni giorno ci ammannisce dei
predicozzi che sono pieni di balle; veda un po' di diradare i suoi interventi
e di riflettere di più sulle vicende e i problemi.
> Che l'Italia venga
classificata in Europa, come paese virtuoso è falso. Al contrario: col suo
debito pubblico che va verso il 120% del PIL è considerato tra i più viziosi e
pericolosi. Sta subito dopo Spagna e Portogallo.
> Le riforme che sta
facendo Berlusconi le vediamo bene. Fare leggi ad personam per liberarsi dai
suoi processi, impedire ai giudici di fare il loro lavoro attraverso le
intercettazioni, bloccare la stampa, tutto a suo vantaggio ecc. ecc. Saramago
lo ha detto bene, che è un "delinquente".
> Quanto a Scalfari, non è
certo mio maestro; semmai potrei essere io suo maestro, senza
presunzione.
> Un saluto fraterno da Arrigo Colombo
>
>
> ----- Original Message -----
> From: Bartolomeo Di Monaco
> To: forum_immoderato_degli_immoderati at yahoogroups.com
> Sent: Wednesday, June 23, 2010 12:36 AM
> Subject: Re:
[forum_immoderato_degli_immoderati] Le ère economiche
>
>
>
>
> Siamo troppo lontani per poterci confrontare in
poche righe (purtroppo non ho molto tempo). Lei non ha mai sentito parlare di
metodo plebiscitario, imputato da Bersani a Berlusconi. Mai sentito qualche
intellettuale di sinistra, a partire da Scalfari che parlano della mancanza
oggi, rispetto al passato, di intellettuali in grado di educare le masse. E
via di questo passo. L'intuizione di Berlusconi è stata quella di
capitalizzare le virtù dei cittadini in una nuova valutazione sulla solidità
degli Stati. Che non cambi nulla lo dice Scalfari e lo dice lei che deve
esserne un discepolo. Ma le cose non stanno così. L'Italia sta già
beneficiando, come altri Paesi europei (perfino la stessa Spagna) del
miglioramento che consegue alla nuova classificazione degli Stati virtuosi
(virtuosi, era chiaro nell'articolo, in relazione alla virtù non del debito
pubblico ma del debito privato).
> Se c'è un governo che potrà,
attraverso le riforme (se riuscirà a farle), ridurre il debito pubblico è
proprio questo, che lei non ha votato.
> I rapporti europei sono tutti
favorevoli all'azione del nostro governo, e questo vedo che non le
basta.
> Ho visto che ha cominciato ad inviarmi delle news letter. La
prego di cancellarmi dalla lista, giacché ricevo già tanta posta per le altre
mie attività che mi manca il tempo per leggerle. Di questo la ringrazio
anticipatamente.
>
>
> ----- Original Message -----
> From: Arrigo Colombo
> To: dirittiglobali@... ; Bartolomeo Di
Monaco ; forum_immoderato_degli_immoderati at yahoogroups.com
> Sent: Wednesday, June 23, 2010 12:16 AM
> Subject: Re:
[forum_immoderato_degli_immoderati] Le ère economiche
>
>
>
> Caro Di Monaco, mi riesce nuovo che la Sinistra consideri il
popolo idiota e pecorone, come Lei dice; forse Lei ha informazioni
particolari.
> Lei parla del nostro paese come di un paese
economicamente virtuoso: non lo si direbbe, con un debito pubblico che va
verso il 120% del PIL, e coi relativi interessi di oltre 70 miliardi annui da
pagare, tutti noi, si capisce. L'escamotage, poi, di mettere insieme debito
pubblico e privato non cambia nulla. Rivela solo che i privati sono saggi,
risparmiano; mentre il pubblico, in particolare il governo Berlusconi, di cui
Lei è l'aedo, è vizioso, continua a sprecare; invece di diminuire un debito
ch'era già altissimo, continua ad alzarlo, a scapito di tutti noi.
>
Quanto ai lavoratori di Pomigliano e alla loro robotizzazione, l'accettano,
poveretti, perché vi sono costretti, loro e le famiglie. Mantenere le aziende
nel nostro paese, certo, ma non schiacciando i lavoratori.
> Un saluto
fraterno da Arrigo Colombo
>
>
>
>
> Le ère
economiche
> 22 giugno 2010
> Come ci sono le ère geologiche, così
ci sono le ère economiche. Significa che quando arrivano non si può tornare
indietro. La strada è obbligata ed è solo una: quella che ci troviamo davanti.
Non ci sono quadrivi né scorciatoie.
> Oggi in economia l'èra si chiama
globalizzazione.
>
> L'analisi che Eugenio Scalfari ha fatto di
essa nell'editoriale su Repubblica di domenica scorsa, dal titolo "Pomigliano:
comincia l'epoca dopo Cristo" non fa una grinza.
>
> Oggi il
mondo è un insieme di vasi comunicanti: ci vorrà un po' di tempo ma il sistema
di vita di tutti i cittadini è destinato a livellarsi. Qualcuno al momento ci
perderà (i cosiddetti Paesi del benessere), qualcuno ci guadagnerà (i Paesi
cosiddetti emergenti), ma alla fine l'equilibrio a cui si perverrà soddisferà
tutti. Avremo diritti civili e condizioni economiche che non consentiranno più
i casi come quello di Pomigliano. Impiantare aziende in uno Stato o in un
altro, non farà differenza e gli imprenditori saranno stimolati, almeno per
amore di Patria, a parità di condizioni, a restare nel loro Paese.
>
> Il difficile però è ora, quando i livellamenti sono in movimento, e
c'è chi scende e c'è chi sale.
> Se, salvo la Fiom, tutti gli altri
sindacati sono disposti a firmare un accordo sulle linee proposte da
Marchionne, non credo che ciò rappresenti una resa. Nella giornata di oggi i
lavoratori sono chiamati con il referendum a decidere, vedremo; ma credo che
la globalizzazione ci obblighi a guardare le cose da un nuovo punto di
vista.
>
> Il lavoro oggi va preservato coi denti. Si deve
stringere la cintola, se necessario, e resistere affinché il lavoro non
emigri. Quando emigra il lavoro, ossia quando emigra un'azienda, ciò che
lascia nel Paese sono solo rovine. Invece là dove si trasferisce porta
progresso e benessere.
>
> Dunque, il valore primario è mantenere
le nostre aziende nel nostro Paese. Evitare che la ricchezza che producono
vada altrove.
> Per questo i sacrifici, oltre che inevitabili, sono una
scelta di grande saggezza.
> Mantenere in casa nostra gli strumenti che
producono ricchezza (le aziende) significa essere pronti a competere nel
momento in cui il processo di globalizzazione sarà compiuto.
>
>
Però Scalfari una bella bugia l'ha rifilata ai suoi lettori, i quali, mentre
il fondatore di Repubblica accusa il governo di trattare i cittadini da
sprovveduti, vengono considerati proprio da lui come tali, insomma degli
stupidi. Scrive, infatti: "Eguale chiacchiericcio del tutto inutile lo
ritroviamo nella proposta italiana all'Unione europea di valutare i debiti
pubblici aggiungendo ad essi la consistenza dei debiti privati. La Commissione
di Bruxelles ha accolto la proposta: non costa nulla e il nostro governo l'ha
sbandierata come un grande successo. Nessuno ha fatto osservare che il debito
pubblico è la sola grandezza che determina il fabbisogno, gli oneri da pagare
e il disavanzo che ne risulta.
> Siamo ancora tutti nell'occhio del
ciclone e il nostro governo inganna il tempo con annunci inutili che servono
soltanto a gettar fumo negli occhi degli sprovveduti."
>
> Non si
è accorto, o meglio non vuole dirlo né ai suoi lettori né ai cittadini (perché
è d'uso per lui e il suo giornale parlare male di Berlusconi), che in realtà i
nuovi criteri di valutazione degli Stati europei, suggeriti dal nostro
premier, stanno già producendo da qualche giorno interessanti benefici per
tutti i Paesi europei virtuosi, compreso il nostro. Si tratterà di risparmiare
col tempo un mucchio di soldi. Non mi pare cosa da poco.
>
>
Riguardo al popolo sprovveduto, o idiota, o pecorone, come tanto piace
definirlo alla sinistra, vorrei consigliare anche a Scalfari il film di
Stanley Kramer, "Il segreto di Santa Vittoria", del 1969, ambientato in
Italia, in tempo di guerra. Vi può vedere qualcosa che può insegnargli a
rispettare il popolo, anche quando è ignorante e sempliciotto. Se poi questo
popolo vota Berlusconi, se la "casalinga di Voghera" lo vota, che c'è da
ridire mai? Non è forse un onore ricevere quei voti?
>
>
Annotazioni.
>
> 1) Ieri sera (Tg2) dal discorso di Napolitano
tutti hanno capito che Fini non è altro che il suo megafono. Quando ha fatto
intendere che il ddl sulle intercettazioni può aspettare, la saldatura tra le
due cariche dello Stato è apparsa evidente. Bene ha fatto, perciò, Fabrizio
Cicchitto a rispondere che prima della chiusura estiva il Parlamento può
varare sia la manovra economica che la legge sulle intercettazioni.
>
> 2) Antonio Di Pietro è indagato per truffa. Risponde che è tutto ok e
che già altre procure hanno archiviato. Sarà così. Però ci deve spiegare
perché gli è passato per la testa di far affluire i soldi del finanziamento
pubblico su di un conto intestato ad una Associazione di cui fanno parte tre
persone, delle quali due sono lo stesso Di Pietro e sua moglie, e non ha fatto
affluire i soldi su un conto intestato all'Idv, come fanno tutti gli altri
partiti. Sarà anche innocente, per carità, ma che l'operazione appaia
originale e poco comprensibile è fuori discussione. Infine: se non vado
errato, secondo le sue teorie che applica con severità e ferocia agli altri,
essendo indagato da una procura dovrebbe rassegnare le dimissioni.
Sbaglio?
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> www.bartolomeodimonaco.it
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(Pubblicato su Legno Storto)
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