Il migliore dei tre è Schifani
23 giugno 2010
Quanti dellopposizione vorrebbero fare fuoco e fiamme contro il
presidente del Senato.
Ci provarono qualche tempo fa, ma dovettero
mettere la coda tra le gambe. Avevano sbagliato la mira, ed oggi a chi
osservi le vicende politiche con una certa attenzione non può che
riconoscere che Schifani ricopre la seconda carica dello Stato con
assoluto rigore e con ammirevole dignità.
A coloro che hanno sulla bocca tutti i giorni la parola Costituzione,
Schifani risponde con il suo esemplare comportamento.
Le opposizioni in Senato ci provano talvolta a criticarlo, giacché non
proviene dalla loro parte, ma al di là di qualche tentativo, tutto
rientra. Schifani conosce le regole e soprattutto le applica con
imparzialità. Il caso esemplare lo si è visto qualche settimana fa, nel
modo in cui ha controllato con fermezza loccupazione dellAula da parte
di Di Pietro e compagni e nel modo in cui ha disciplinato e fatto
rispettare i tempi della discussione in modo da evitare
lostruzionismo.
Le altre due cariche dello Stato, la terza, rappresentata da Fini e la
prima, rappresentata da Napolitano dovrebbero prendere esempio da lui.
Fini esonda da molo tempo, e ha fatto della Costituzione lui che
invoca la legalità straccio per pavimenti. Fa bene Berlusconi a rimbeccarlo
tutte le volte che vuol fare chicchirichì. Ha in mano il potere che gli
deriva dalla sua carica, ma non il potere che viene dal consenso e dai
numeri. Dovrebbe tenerne conto, ma se ne strafega. I maggiori danni alla
governabilità provengono da lui.
Ma anche Napolitano da qualche tempo ha messo i piedi dentro il governo
e addirittura dentro il Parlamento. Non può farlo. Gli ambiti sono
nettamente definiti.
Il discorso dellaltro giorno, che ambiva a dettare il calendario dei
lavori alla Camera, è solo lultimo esempio.
Aveva fatto ben sperare una sua dichiarazione precedente, secondo la
quale non intendeva essere tirato per la giacca da nessuno su un terreno
che esorbitava dalle sue funzioni. Ma si vede che ci ha ripensato.
Lopposizione tace per queste tracimazioni, e per quelle di certa
magistratura, poiché sono tutte pro domo sua. Mentre il suo dovere sarebbe
quello di pretendere che ognuno svolga le funzioni che la Costituzione gli
assegna.
Siamo abituati ormai al suo doppiopesismo. Non sarebbe male, tuttavia,
che finalmente gli elettori di sinistra annotassero il silenzio del Pd e
compagni tutte le volte che la Costituzione è violata a loro
vantaggio.
Il migliore dei tre è Schifani
23 giugno 2010
Quanti dellopposizione vorrebbero fare fuoco e fiamme contro il
presidente del Senato.
Ci provarono qualche tempo fa, ma dovettero
mettere la coda tra le gambe. Avevano sbagliato la mira, ed oggi a chi
osservi le vicende politiche con una certa attenzione non può che
riconoscere che Schifani ricopre la seconda carica dello Stato con
assoluto rigore e con ammirevole dignità.
A coloro che hanno sulla bocca tutti i giorni la parola Costituzione,
Schifani risponde con il suo esemplare comportamento.
Le opposizioni in Senato ci provano talvolta a criticarlo, giacché non
proviene dalla loro parte, ma al di là di qualche tentativo, tutto
rientra. Schifani conosce le regole e soprattutto le applica con
imparzialità. Il caso esemplare lo si è visto qualche settimana fa, nel
modo in cui ha controllato con fermezza loccupazione dellAula da parte
di Di Pietro e compagni e nel modo in cui ha disciplinato e fatto
rispettare i tempi della discussione in modo da evitare
lostruzionismo.
Le altre due cariche dello Stato, la terza, rappresentata da Fini e la
prima, rappresentata da Napolitano dovrebbero prendere esempio da lui.
Fini esonda da molo tempo, e ha fatto della Costituzione lui che
invoca la legalità straccio per pavimenti. Fa bene Berlusconi a rimbeccarlo
tutte le volte che vuol fare chicchirichì. Ha in mano il potere che gli
deriva dalla sua carica, ma non il potere che viene dal consenso e dai
numeri. Dovrebbe tenerne conto, ma se ne strafega. I maggiori danni alla
governabilità provengono da lui.
Ma anche Napolitano da qualche tempo ha messo i piedi dentro il governo
e addirittura dentro il Parlamento. Non può farlo. Gli ambiti sono
nettamente definiti.
Il discorso dellaltro giorno, che ambiva a dettare il calendario dei
lavori alla Camera, è solo lultimo esempio.
Aveva fatto ben sperare una sua dichiarazione precedente, secondo la
quale non intendeva essere tirato per la giacca da nessuno su un terreno
che esorbitava dalle sue funzioni. Ma si vede che ci ha ripensato.
Lopposizione tace per queste tracimazioni, e per quelle di certa
magistratura, poiché sono tutte pro domo sua. Mentre il suo dovere sarebbe
quello di pretendere che ognuno svolga le funzioni che la Costituzione gli
assegna.
Siamo abituati ormai al suo doppiopesismo. Non sarebbe male, tuttavia,
che finalmente gli elettori di sinistra annotassero il silenzio del Pd e
compagni tutte le volte che la Costituzione è violata a loro
vantaggio.
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