No Sindone alla Bugiarda



No Sindone alla Bugiarda

Sabato 22 maggio – per la “grande festa della bugia” davanti alla sede de
La Stampa - ci saremo anche noi.
Siamo quelli della Rete No Sindone, quelli dell’altra Torino. Laica,
anticlericale, senza religione.
Per due mesi abbiamo fatto sentire, forti e chiare, le nostre voci libere,
abbiamo reso visibili i nostri corpi non irrigiditi dai giochi di ruolo
imposti dalla Chiesa Cattolica, abbiamo mostrato che, oltre i generi
imposti, c’è chi vive la propria vita da individuo, costruendola, giorno
dopo giorno, in libertà.

I maggiori quotidiani ci hanno ignorati o trattati da delinquenti. Ormai
lo schema, applicato ad ogni voce scomoda, siano i no tav o gli
antirazzisti, gli occupanti di case o gli anticlericali è sempre lo
stesso: un fragoroso silenzio, interrotto solo da pagine farcite di
falsità e veleni.

Il Primo Maggio la polizia si è schierata di fronte allo spezzone
anticlericale, tentando inutilmente di impedirne l’ingresso in piazza
Castello. Nessuno doveva vedere la papessa con tacchi a spillo, rossetto
blu cobalto, abito bianco e lungo, parrucca biondo platino assisa su un
camion seduta in una vagina gigante. Un vicequestore ci ha guadagnato una
bandierata in testa e un anarchico tre giorni di carcere. I media hanno
fatto il resto, tra silenzi imbarazzati e veline di questura.

Pochi giornali hanno riportato la notizia scandalosa che a Torino il 2
maggio, oltre a Joseph Ratzinger, in arte Benedetto XVI, c’era anche la
papessa, più in forma e irridente che mai, nonostante il giorno prima
avesse patito gli attacchi di numerosi brutti ceffi in divisa.
Ridotte al minimo le cronache della piazza anticlericale. Mentre i
cattolici celebravano i loro lugubri riti, gli anticlericali hanno
riempito per ore ed ore piazza Madama Cristina di musica, teatro, balli,
allegria.
C’è stato anche un corteo spontaneo che ha attraversato le strade di S.
Salvario al ritmo della Samba band. La BBC e la TV svizzera, France Presse
e qualche quotidiano tedesco hanno fatto servizi. Si è scomodata persino
la TV coreana, ma per i media locali era una notizia da ignorare o
nascondere tra i trafiletti di cronaca.

Per due mesi Torino è stata sotto assedio: poliziotti, carabinieri e
militari ad ogni angolo.
Una sorta di zona rossa. Niente di ufficiale, per carità, ma piazza
Castello, i giardini reali e tutta la zona limitrofa al duomo sono off
limits per chi non viene con pie intenzioni. L’ostensione della sindone,
spettacolo e business, si è presa ogni spazio.
Ne hanno fatto le spese alcuni anarchici che il 14 maggio – per protestare
contro gli arresti di sette compagni, privati della libertà per aver
resistito alle cariche della polizia dopo uno sgombero – hanno appeso alle
Porte Palatine uno striscione con la scritta “Liberi tutti”.
Il gruppo è ormai alla fermata del tram, quando viene assalito da
poliziotti in borghese. In un batter d’occhio due ragazzi sono brutalmente
gettati a terra, ammanettati e arrestati. A Torino, di questi tempi, si
finisce in galera per uno striscione.

Massimo Numa, vero talento fantascientifico confinato tra le aride colonne
della cronaca, narrerà l’episodio su “La Stampa” come guerriglia urbana e
assalto ai pellegrini, guadagnandosi così il premio Nebula alla carriera
per la straordinaria capacità di evocare e descrivere universi paralleli.
Il prezioso riconoscimento gli verrà consegnato sabato 22 maggio – dalle
16 - alla sede de “La Stampa” in via Roma in occasione della grande
giornata della bugia.

Non mancate. Ha annunciato la propria partecipazione anche la papessa.

Rete No Sindone – Sotto il lenzuolo niente
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