Democrazia a rischio e modelli autoritari






Democrazia a rischio e modelli autoritari
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  lettera aperta a COSTITUZIONALISMO.IT



Dappertutto c'è un fermento dal quale emergono grida preoccupate: "la democrazia è a rischio", "tornano i modelli autoritari" e così via affermando. Ebbene: come vanno considerati tali interventi? Quale effettiva valenza essi hanno? Prendiamo in considerazione una di queste grida d'allarme:


>>  WWW.COSTITUZIONALISMO.IT
>>  DIRITTI E GARANZIE NEL RIAFFIORARE DEI MODELLI AUTORITARI
>>  di Lorenza Carlassare
>>  http://www.costituzionalismo.it/articolo.asp?id=336


La fonte è autorevole, l'autrice è di primo piano. Ciònondimeno il sottoscritto ritiene vi siano ragioni sufficienti ad affermare che in verità a tutt'oggi il modello sociale autoritario non è mai ancora venuto meno un solo momento e di conseguenza esso non può "riaffiorare" bensì soltanto minacciare di inasprirsi.

A tutt'oggi la Repubblica Italiana vede infatti i fondamentali ruoli della sua Funzione Pubblica, di proprietà dell'intera popolazione, assegnati a vita ad una piccola parte di questa. Le persone prescelte, secondo un uso storico risalente ad epoca pre-democratica, vengono in questo modo fidelizzate parimenti a vita ad un potere che, proprio grazie a questa cieca, sorda, acritica forma di collaborazione, può permettersi di compiere ogni atto che più gli aggrada, senza curarsi se esso persegua o meno l'effettivo bene dei cittadini e della Collettività.

E' proprio la presenza degli statali, assolutamente indebita in una Repubblica, in una società che per suo stesso ideale, nome e Costituzione dovrebbe essere a partecipazione collettiva, a far sì che i governanti ottengano facilmente dal popolo un RISPETTO FORZATO piuttosto che cercare di ottenere una SPONTANEA STIMA.


In una società la presenza di statali, di coloro i quali hanno accettato di perpetuare una discriminazione che li separa definitivamente dai semplici cittadini, dalle persone comuni, una separazione classista del tutto inaccettabile in un Paese che si dichiara democratico, denuncia, senza che vi sia possibilità alcuna di dubbio, il carattere autoritario delle sue Istituzioni di Governo. Potendo i governanti, quando e quanto vogliono, ricorrere all'uso della forza per il tramite degli statali, l'AUTORITARISMO ruba facilmente, inevitabilmente, il posto all'AUTOREVOLEZZA. Senza gli statali i governanti non potrebbero permettersi di seguire la linea di minor impegno ma dovrebbero cercare premurosamente quella di maggior livello. Senza gli statali i governanti non potrebbero esprimersi al loro peggio ma sarebbero condotti ad impegnarsi a far del loro meglio.


Ed a questo punto occorre ci poniamo una domanda precisa: l'illustre autrice del sovracitato saggio sul tema dei modelli autoritari è per caso una statale, assunta a vita in un ruolo che invece appartiene all'intero popolo italiano ed a questo andrebbe periodicamente restituito? E considerando pure gli altri partecipanti e responsabili del sito COSTITUZIONALISMO.IT non saranno mica essi degli statali? Perché è evidente che se lo fossero i loro interventi andrebbero interpretati in ben altro modo rispetto a quanto appare.

E' evidente che nessuno statale può avere la percezione che ha invece quotidianamente, incessantemente, assillo dopo assillo, peso sopra peso, abuso dopo abuso, una persona qualunque, un cittadino di serie B sottoposto a coloro i quali si arrogano il diritto di essere gente di serie A. Senza contare che coloro i quali essendo statali pretendono di intervenire in ambito sociale, civile, politico, sono per forza di cose affetti da un pesante CONFLITTO d'INTERESSI. Ogni loro intervento mai metterebbe, ed infatti mai ha messo, in discussione il "loro" posto fisso, l'unica cosa immobile dell'Universo intero, ed ogni aspetto della società dovrebbe quindi, secondo la loro arrogante, prepotente visione, gravitare intorno a questo assurdo DOGMA.

Per cui ripongo la questione: è assolutamente necessario chiarire, nessun intervento che coinvolga od interessi la collettività potendo fare eccezione, se l'autrice è oppure no una statale. Senza una tale specificazione, ch'è per altro un puro e semplice DOVERE di TRASPARENZA, gli interventi che incontriamo on line, sui giornali, ovunque, non possono godere di alcuna considerazione di validità. In questo caso al sito COSTITUZIONALISMO.IT va richiesto di esplicitare a fianco dei nomi degli autori se questi hanno avallato o meno la discriminazione operata dagli statali sulla società.


Gentili Signore e Signori di COSTITUZIONALISMO.IT, con Internet le cose non saranno mai più come prima. Ai semplici cittadini come il sottoscritto Internet offre sia un mezzo di studio autonomo dalla incultura diffusa dagli statali sia un ottimo strumento divulgatore. Per la qual cosa permettetemi di dire: approfittiamo del nostro essere qui presenti on line e diamoci insieme da fare per operare quella trasformazione sociale non ancora avvenuta soltanto per l'aver gli statali monopolizzato quasi del tutto l'intervento culturale. L'educazione, l'università, l'informazione, la giustizia, la repressione, etc.: tutto è ancora oggi in mano a codesta ottocentesca casta e solo a causa di ciò ci è rimasto nascosto che in una Repubblica non possono esservi accaparratori di mansioni pubbliche.

Oramai è inevitabile che la Funzione Pubblica non venga più assegnata a vita ad alcuno bensì concessa a rotazione a cittadini competenti e desiderosi di prestare servizio. Pacificamente, legalmente, civilmente, impegnamoci affinché si realizzi questa basilare partecipazione democratica finora mancata. A quel punto nessun modello autoritario potrà più manco pensare di avvicinarsi a minacciare la società ed i suoi cittadini.


Danilo D'Antonio

Monti della Laga
Appennino Centrale

tel. 339 5014947
skp. hyper.linker



Conflitto d'interessi
http://www.hyperlinker.com/ars/conflitto.htm

Il Gran Complotto degli statali
http://www.hyperlinker.com/ars/complotto.htm

La qualità comunitaria del pubblico impiego
http://www.hyperlinker.com/ars/comunitaria.htm

http://Equo-Impiego-Pubblico-a-Rotazione.hyperlinker.org