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L’altra Torino. Anarchica e solidale
- Subject: L’altra Torino. Anarchica e solidale
- From: "Federazione Anarchica Torinese - FAI" <fat at inrete.it>
- Date: Thu, 24 Dec 2009 10:55:58 +0100 (CET)
- Importance: Normal
L’altra Torino. Anarchica e solidale Quello che segue è il testo diffuso sabato 19 dicembre al corteo di Torino contro sgomberi e repressione. A Torino da ormai molte settimane il sindaco e la sua giunta assieme a Lega e fascisti chiedono a gran voce che la polizia sgomberi tutti i posti occupati, cancellando esperienze di autogestione che hanno segnato la nostra città per decenni. Dicono che le case e i posti occupati siano focolaio di violenza, sovversione, disprezzo per le istituzioni, disobbedienza alle leggi. Noi pensiamo che in un paese dove ci sono leggi che permettono che i bambini muoiano annegati nel Mediterraneo, l’amore per le leggi sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte dei bambini. Anche se sono nati in Africa e non parlano una parola d’italiano. L’Italia è in guerra: il parlamento mette i militari nelle nostre strade e manda truppe ad ammazzare in Afganistan. Per noi la violenza è quella di chi bombarda, tortura, stupra. Noi pensiamo che il rispetto per le istituzioni sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte delle popolazioni vittime di guerre. Perché siamo senzapatria e disertori. Da sempre. Viviamo in una città dove tanti, troppi, fanno fatica ad arrivare alla fine del mese, perché il lavoro non c’è e quello che c’è è pericoloso, malpagato, precario. Le leggi sul lavoro ci hanno resi schiavi e ricattabili, alla mercè di padroni che ogni giorno lucrano sulla nostra vita. Noi pensiamo che il rispetto per un ordine fatto di fatica, morte e sfruttamento sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte di chi lotta per un mondo senza servi né padroni. In questa città e ogni dove nel nostro paese molti non possono permettersi una casa decente, un luogo dove vivere con decoro mentre pochi ricchi&potenti godono il lusso di ville e palazzi. Tanti preferiscono far marcire le case, lasciandole vuote. La legge stabilisce che la proprietà è sacra. Noi pensiamo che – di fronte al lusso e alle case abbandonate - il rispetto della proprietà sia una questione di parte. E noi stiamo dalla parte di chi vuole un mondo dove tutti abbiano una casa. All’inizio di dicembre abbiamo occupato un ex scuola abbandonata in via Zandonai, nel cuore di Barriera di Milano. L’abbiamo chiamata Cà Neira e abbiamo cominciato a ristrutturarla perché diventasse un posto che tutti potessero frequentare volentieri. Il 10 dicembre la polizia ha sgomberato Cà Neira e un altro posto occupato, Lostile, dove i solidali sono stati duramente caricati. Lo stesso giorno hanno impiegato la celere in assetto antisommossa per sgomberarci dall’ex cinema Zeta, occupato a poche ore dal primo sgombero. Le occupazioni pongono una questione non da poco: quella del modello di società. Le minacce di sgombero delle occupazioni storiche di Torino sono state anche la risposta alle campagne antirazziste e antimilitariste degli anarchici, che certa stampa si affanna a dipingere come corpi estranei, “infiltrati” nei movimenti. Non è certo un caso che siamo alla vigilia dei carotaggi per i cantieri del TAV. Oggi come nel 2005 media e politici lavorano per criminalizzare chi si oppone, costruendo teoremi e castelli di carta per imbrigliare ogni forma di opposizione sociale. Di questi tempi basta una scritta su un muro per essere accusati di terrorismo. Dopo le leggi speciali dello scorso anno contro immigrati e oppositori il governo si appresta a varare nuove norme che limitino ancor più le residue libertà di dire la propria. A Torino la maschera di belletto sul volto della città, non può nascondere la realtà dei fatti: il comune è sull’orlo della bancarotta a causa dei debiti delle olimpiadi – 5.000 euro a cittadino, di qualunque età… Chiamparino ha dovuto bussare alla porta di Intesa-Sanpaolo per avere i 75 milioni di euro necessari a chiudere il bilancio di quest’anno. In cambio ha mollato alla banca una decina di edifici di sua proprietà. Gli immobili del comune vuoti sono oltre un centinaio. Nella desolazione sociale e politica in cui viviamo, le case occupate sono un luogo di incontro non mercificato dove praticare e organizzare opposizione sociale. Per questo vogliono cancellarle, per questo bisogna difenderle e aprirne di nuove. A Torino tra militari nelle strade, check point razzisti e morti sul lavoro, la scommessa è sempre la stessa. Costruire, con pazienza, una trama di relazioni solidali, che attraversino le nostre periferie, azzannate dalla crisi e stritolate dalla guerra tra poveri, perché l’opposizione sociale si radichi e si radicalizzi, non in occasionali fiammate, ma nella quotidianità di un conflitto che ri-ponga al centro la questione sociale. Vogliamo liberare ancora altri posti ed offrirli come occasione a chi ci vive intorno: a chi ha un lavoro precario o non ce l’ha; a quelli che non riescono a mandare i figli all’asilo; a chi non arriva a fine mese; a quelli che pensano che questa città non sia un teatrino “sempre in movimento”, luccicante e artificiale, ma il posto dove vivere la propria vita diffondendo il virus invincibile della libertà. Federazione Anarchica – Torino Corso Palermo 46 La sede è di solito aperta ogni giovedì dalle 21 (il prossimo incontro si terrà invece lunedì 11 gennaio sempre alle 21) fai_to at inrete.it 338 6594361
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