Il diritto principale dei popoli
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- From: "demo" <democrazia at tin.it>
- Date: Tue, 10 Nov 2009 00:53:20 +0100
Caro
Direttore, La Sovranità
del popolo è fatta apparire da alcuni politici come una cosa da cui bisogna
stare in guardia, perché può portare al populismo (per populismo s’intende una
politica di governo che mira ad accattivarsi il favore delle masse popolari con
concessioni alle esigenze immediate e con proposte di facile presa ma
difficilmente realizzabili, il tutto al fine di conservare il proprio potere).
Ma è il contrario: il populismo esiste per il fatto che il popolo NON è sovrano. Il popolo è sovrano solo
se ha i diritti fondamentali di una democrazia: il referendum deliberativo e
l’iniziativa popolare senza quorum, con immediato valore esecutivo del responso
popolare. Con la
democrazia diretta il popolo non deve essere costretto a fare ciò che pochi
governanti o amministratori dicono, ma sono questi che devono fare, con la loro capacità e competenza, ciò che il
popolo sovrano vuole! È l’ora che noi cittadini siamo consapevoli delle nostre
possibilità, di essere noi compartecipi, di essere noi i protagonisti della
conquista e difesa dei nostri diritti. Sapere è
potere, non possiamo più restare analfabeti della democrazia diretta,
non siamo
dei minorati psichici sociali, la
Democrazia diretta è il diritto di tutti, è il segno
dei tempi. Un
partito democratico è realmente “vicino” ai
cittadini se promuove in primis i due diritti di cui sopra, e
in tal caso sarà “forte”, altrimenti farà FLOP -
ne
sono una dimostrazione i partiti (social)democratici tedesco e francese
- perché in
tale situazione riscuote più voti il personaggio più “forte”. Come spera un partito di essere
convincente, di attirare fortemente a sé i cittadini e di vincere le elezioni se
esso stesso NEGA i diritti democratici basilari e la sovranità del popolo?
No a qualunque negazionismo! Non si può ristagnare nelle idee di 60 anni fa,
significa restare indietro, si perde irrimediabilmente
l’aereo. I
CITTADINI SONO PRIVI DI
DIRITTI
FONDAMENTALI Il referendum deliberativo e
l’iniziativa popolare senza quorum ampliano la voce in capitolo dei cittadini
nei confronti delle decisioni prese da certi partiti a livello nazionale e
locale. Questi però sostengono che tale indirizzo paralizzerebbe "una politica
efficace e di rapido intervento". Chi dice di non volere il referendum
deliberativo e l’iniziativa popolare, in realtà, ci vorrebbe muti, con gli occhi
chiusi e le orecchie tappate. Penso,
quindi voto, devo averne il diritto. La
proposta d’ampliare la partecipazione popolare e di
cancellare l'istituto del quorum per i referendum è tesa a conferire alla
cittadinanza un controllo sul governo e sugli amministratori, facendo prevalere
l'interesse generale su quello di lobby e potentati. Quando i cittadini hanno
autorità decisionale, è molto più difficile fare leggi non d’interesse generale,
o abbattere un bosco per costruire un palazzo di dieci piani, o intimidire
l’informazione, o danneggiare
l'ambiente in deroga alle
norme vigenti, o mettere a repentaglio la salute dei cittadini con scarichi
tossici o radioattivi, o il ripianare un buco di bilancio con una licenza in
deroga. Nossignori, ridimensionatevi e rientrate nei bilanci previsti, senza
commettere abusi e senza mettere le mani in tasca ai cittadini. Questo funziona in Svizzera, un Paese
che confina con l’Italia, anche se se ne parla spesso come fosse situato su
un’altra galassia. Funziona perché costringe i politici a servire il bene
comune. E non paralizza nulla, perché i politici sanno di non poter uscire dai
binari o fare errori, in quanto i cittadini hanno potere di veto e di delibera.
Dunque devono rigare dritti e non costringono i cittadini a utilizzare di
continuo i propri poteri deliberativi. In Svizzera, gli istituti che affermano la sovranità dei
cittadini sugli eletti non hanno mai rallentato la vita democratica, ma solo gli
abusi di potere. Ivi i cittadini sono di 3 etnie diverse, parlano 4 lingue
diverse, appartengono a 5 confessioni religiose diverse, eppure da 160 anni
vivono in unità e armonia fra loro, giacché per ogni controversia il popolo vota
e subito è trovata la soluzione più condivisa e razionale. Noi tutti siamo
utili! Certi politici di sponde varie
dicono di agire nel nome del proprio popolo, negandogli nel contempo il diritto
di scegliere, invocando "l'immaturità" o
"l'inadeguatezza culturale" dei cittadini. Questo significa che i cittadini sono
considerati dei minorati psichici: è altamente offensivo, il popolo lo
percepisce. Mettono paura proprio le azioni inamovibili dei governanti, quando
il popolo non può decidere in maniera vincolante se quelle azioni sono per il
benessere generale oppure per la povertà generalizzata. L'Italia costituisce un
toccante esempio di cosa può accadere allorché la democrazia è ridotta, mentre
il potere effettivo viene trasferito per intero nelle mani dei potentati
politici e finanziari. Allora sì che i cittadini, non potendo incidere
democraticamente come comunità, ricorrono sistematicamente all'apparentamento
clientelare, alla divisione, per accaparrarsi qualche beneficio individuale. In
questo senso IL DIRITTO DEL POPOLO di
pronunciarsi sui quesiti referendari è un alto esempio di trasparenza, di
democrazia e d’unità dei cittadini; è l’antidoto. In questo senso certi
politici, con la loro contrarietà, fanno sì un partito, ma nel senso deteriore
del termine, responsabili delle perdite
di consensi che ne conseguono, inconsapevoli dell’immense potenzialità
intrinseche e della ricchezza che lo Stato sviluppa quando c’è il
contributo esecutivo di TUTTI I
CITTADINI. Una questione seria è anche il quorum di partecipazione, che è
antidemocratico e deve essere annullato del tutto. Senza il quorum si è indotti a partecipare alla
votazione piuttosto che boicottare la riuscita del referendum con l'astensione,
come è successo fino ad oggi. Anzitutto va
favorita una maggior democrazia diretta
(DD), con effetto vincolante dell’autorità dei cittadini, senza limitazioni o difficoltà
burocratiche, che ci guarisca dalla
ignoranza di quest’area essenziale della convivenza civile. In America sono
riusciti a coinvolgere la gente nelle ultime presidenziali. Da noi i numeri
scemano, perché la gente si sente trattata da scema; si dice dei nostri politici
che “tanto fanno lo stesso quel che vogliono loro”. Occorre recuperare un rapporto
intenso con la base, che permetta di prevenire i voti di protesta che sempre più
dilagano. Ma servono anche dei vivai,
delle scuole, dove preparare al meglio chi intende dedicarsi alla cosa
pubblica senza finire a trattarla da
cosa privata. Detta disaffezione è la diretta conseguenza dell'aver delegato
troppo a lungo le nostre responsabilità a chi, eletto, deve
rappresentarci nelle decisioni. È arrivato il momento di riappropriarci di
questo diritto fondamentale. LA
SOVRANITÀ DEL POPOLO SOVRANO
è
per definizione colui che è dotato del sommo comando, che può decidere su tutto.
Il popolo non comanda nulla: nelle democrazie rappresentative può
al massimo decidere chi mandare al potere per 4 o 5 anni - scelta obbligata tra
una cerchia ristretta di candidati, spesso soltanto due - e dopo non può
decidere altro. Se durante quei 5 anni l’eletto non fa il proprio dovere, se
emana leggi ingiuste, se costituisce un’oligarchia, se arricchisce solo i
ricchi, se diventa “l’uomo forte”, se (come in
Argentina nel 2001) prosciuga il denaro pubblico, ecc. ed ha l’appoggio
della “sua” maggioranza
parlamentare, il popolo non può decidere nulla. È
l’impotenza del popolo. Diventano
necessari manifestazioni, proteste, scioperi, ma spesso con scarsi risultati: i
cittadini NON hanno lo strumento per
esercitare la loro sovranità. Affinché si abbia, occorre realizzarne
l’istituzione giuridica. I cittadini non ritengono più sufficiente il dipendere
da tutori, anche se ben disposti, vogliono il diritto istituzionale che sia
fatta la loro volontà e di cambiare con pronto effetto esecutivo quello che è
sbagliato: è la più alta espressione della volontà popolare. Solo a questo punto
il popolo è sovrano. L’uguaglianza
democratica delle persone genera l’emancipazione e l’innalzamento della
condizione umana. Chi meglio
del popolo stesso conosce quali sono le sue esigenze sociali e le vuole
risolvere nel modo più condiviso?
La
democrazia diretta è possibile solo mediante la partecipazione vincolante dei
cittadini: ciò avviene quando, su ogni cosa, il responso del 50%+1 dei voti
espressi dai cittadini diventa legge esecutiva. UN
PO’ DI STORIA.-
Nel
I°
secolo
d.C. Gesù di Nazareth dà la soluzione: <<In verità vi dico, OGNI COSA che
la comunità tutta insieme approva sulla terra è approvata anche in cielo e OGNI
COSA che essa respinge sulla terra è respinta anche in cielo>>. Ma questa
è la democrazia
diretta! Quello che, su ogni cosa, decide la comunità tutta
assieme è ciò che più vale. Le esperienze dei primi cristiani lo confermano: è
la rivoluzione sociale di Gesù che ci ha portato una realtà comunitaria nuova
d’un valore immenso (affossata poi
nel IV° secolo dall’imperatore romano Costantino).
È la “dignità regale” di ciascuno. Nel
XIX°
secolo
in Europa, durante la rivoluzione industriale, i movimenti
socialisti
e i sindacati lottarono a lungo fino alla vittoria per la conquista del diritto
democratico al suffragio universale. Nel
XXI°
secolo
cittadini, politici perspicaci e organizzazioni avanzate si battono per la
conquista dei diritti democratici basilari di una società evoluta: il
referendum deliberativo e l’iniziativa popolare. L’EVOLUZIONE
DELLA DEMOCRAZIA richiede un
modello nuovo, moderno, che sappia
guardare al futuro, che renda tutti i cittadini partecipi, con il diritto e la dignità di decidere. Modello che fa risparmiare costi
burocratici e di organizzazione enormi, con forti guadagni e vantaggi per i
cittadini. Modello che nel corso della rivoluzione tecnologica diventa
indispensabile, per il progresso di scambi e rapporti sempre più diretti tra i
cittadini e di un’economia sempre più diretta, favorendo
il popolo nell’essere sovrano per istituzione.
Non si può viaggiare con la diligenza a cavalli quando vi è l’aereo. Con
l’automazione del voto e la firma elettronica, le votazioni hanno tempi tecnici
brevi e costo zero. Nel campo
sociale occorrono dei miglioramenti, che spesso i poteri non permettono. Il male sociale è dovuto non ad
inettitudine o inefficienza dei cittadini, bensì all’assenza dell’istituzione
della sovranità del popolo. LA DEMOCRAZIA
(etimologicamente
= potere del popolo) SIAMO
NOI TUTTI e non solo i delegati. OGGI
ad un
partito non basta più ricorrere all’alchimia delle
alleanze conformiste, non
basta più evidenziare sbagli o malefatte dei potenti, non
basta più la decentralizzazione, non
basta più il sistema bipartitico e/o maggioritario ormai poco
affidabili, non
basta più proporre alcune riforme, talvolta solo formali, non
bastano più regole e trattati burocratici, non
bastano più persino gli organismi “difensori” delle classi
deboli. Occorre
andare oltre gli schemi della propria organizzazione. Un movimento o un partito democratico deve portare un
messaggio nuovo, universale, che avvince la gente: è arrivato
il momento per noi cittadini di contare: i cittadini devono diventare
“forti”, questo
attira, i cittadini comprendono, questo vince!
ATTUALMENTE GLI ITALIANI SONO PRIVI DI DUE DIRITTI
FONDAMENTALI: IL REFERENDUM
DELIBERATIVO E L’INIZIATIVA POPOLARE SENZA QUORUM, due pilastri
costituzionali per mezzo dei quali il popolo può
correggere o precedere leggi già votate o da votare in Parlamento e può proporne
delle nuove. È l’autorità di decidere anche noi, insieme, sui
miglioramenti che vogliamo e di togliere immediatamente gli errori; è la madre
di tutti i diritti, QUESTO CI FA
LIBERI! Se questo non c’è, che
cavolino di sovrano è il popolo? CHIEDIAMO AI
PARTITI VERAMENTE DEMOCRATICI D’INSERIRE ASSIEME AI PUNTI DEL PROPRIO PROGRAMMA:
LAVORO, RICERCA, SANITÀ, GIUSTIZIA, FAMIGLIE IN DIFFICOLTÀ, PICCOLE E MEDIE
AZIENDE, SCUOLA, ECCETERA, ANCHE IL RICONOSCIMENTO DEI DUE DIRITTI FONDAMENTALI
DELLA DEMOCRAZIA, DI CUI TUTTI I CITTADINI ITALIANI SONO DEFRAUDATI: IL
REFERENDUM DELIBERATIVO E L’INIZIATIVA POPOLARE SENZA QUORUM E SENZA LIMITAZIONI
BUROCRATICHE. La
Democrazia diretta è totalmente vicina all’anima del popolo, la Democrazia
diretta s’immedesima con la volontà dei cittadini. Abbiamo trovato un
tesoro. INVITIAMO
CIASCUN POLITICO, CIASCUN GIORNALISTA, CIASCUN SINDACALISTA E TUTTI A SOSTENERE
LA SOVRANITÀ DIRETTA. ITALIANE,
ITALIANI, GIOVANI! Nulla di quanto
viene proposto può diventare legge
senza il vostro consenso. Con la democrazia diretta dei cittadini siete voi stessi gli autori delle leggi che
devono fare il vostro benessere. Possiamo trasformare l’impotenza
del popolo nell’autorità del popolo,
accorriamo
numerosi, andiamo
avanti assieme, per vincere.
YES
WE CAN.
Abbiamo
un credo: che in Italia e in tutte le Nazioni e Federazioni di Stati sia
riconosciuto il diritto della sovranità del popolo. È necessario per generare la libertà e la pace, ambiente ecologico,
benessere generalizzato, un mondo più giusto e unito. Siamo all’alba di una
nuova civiltà che permette a ciascuno di decidere assieme alla pari,
direttamente, sulle esigenze sociali e sull’avvenire comune. QUESTA È
L’UGUAGLIANZA. Questo vogliamo. Autorità a te, e a te, e a te,
e a te
insieme. Invito
cordialmente a pubblicare questo articolo e ringrazio
vivamente. Carlo
Marinis DISEGNO
DI LEGGE PER LA SOVRANITÀ DEL POPOLO Sosteniamo
il DISEGNO DI LEGGE COSTITUZIONALE del Sen. Oskar Peterlini per il referendum
deliberativo e l’iniziativa popolare senza quorum, comunicato alla Presidenza del Senato il
4.3.2009 (disegno di legge 1428 -
XVIa legislatura):
<<Modifiche agli articoli 70, 71, 73, 74, 75 e 138 della
Costituzione italiana, in materia di formazione delle leggi e revisione della
Costituzione, introduzione dell’iniziativa legislativa popolare e
dell’iniziativa legislativa costituzionale e di democrazia diretta>>.
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