contributi nuovi di Marco Sacchi: RFID nel cranio dei soldati - Cervello fuori controllo



 
Continuano i contributi del compagno Marco Sacchi alla nostra battaglia.
i suoi contributi sono pubblicati come aggiornamenti scientifici nella pagina
Ecco gli ultimi due.
 

RFID NEL CRANIO DEI SOLDATI

 

   Su Nova del 28 febbraio 2008 giornale telematico de Il Sole 24ORE (ben noto giornale padronale) esce la notizia che il Dipartimento della “Difesa” USA ha da tempo iniziato ricerche e sperimentazioni sulla tecnologia Rfid e sulla sua modalità d’impiego nelle Forze Armate.

   Questa notizia non deve far scalpore poiché nel complesso delle strategie militari USA noto come Revolution off Military Affairs Information (RMA) tra tecnologie che s’intende sviluppare sono:

1° La Psicotecnologia. E una tecnologia che emula, estende e amplifica le funzioni senso-motorie, psicologiche e cognitive della mente. Dovrebbero consentire di manipolare le percezioni e il credo sia dei propri soldati sia di quelli avversari.

2° Le nanotecnologie. Tecnologia di miniaturizzazione spinta.

3° Le Reti Neurali Artificiali. Sono una nuova generazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale che tende a emulare la fisiologia del cervello umano basato sulla connessione di neuroni biologici. Una Rete Neurale Artificiale è formata da un certo numero di nodi computerizzati collegati in una rete mediante interconnessioni flessibili (detti anche neurodi).

   E ormai noto (non al largo pubblico purtroppo, dello sviluppo delle armi elettromagnetiche. La sperimentazione di tali armi è segretissima e la popolazione civile diventa una cavia umana. Un esempio tra i tanti: alcuni giornali americani del 26 marzo 1978 scrivevano che in numerosi quartieri della città di Eugene nello stato dell’Oregon, a un’altezza di 9.000 metri alla verticale, è stato avvertito un segnale radio molto potente la cui origine è sconosciuta. Si trattava di un segnale radio di un impulso a 4,75 Hz a 1.100 periodi il secondo di potenza pari a 500.000 Watt. Thomas Deposkey, cittadino di questa città, percepiva strane vibrazioni e sentiva delle voci, e soffirva d’insonnia. La Federal Communication Commission (l’organismo governativo incaricato delle comunicazioni) scoprì che il segnale proveniva da un trasmettitore della marina americana. La marina declinò ogni responsabilità e l’inchiesta fu archiviata. Ancora oggi gli abitanti di Eugene soffrono di strani disturbi a causa d’invisibili raggi elettromagnetici.

   Queste nuove frontiere della guerra che assume forme “non militari di conflitto” (sabotaggio delle reti informatiche, manipolazioni finanziarie distruttive, diffusione di malattie dell’uomo e dei raccolti, ecc) necessita tipi particolari di combattenti. Poiché ogni tipo di morale ed etica scompare poiché scompare ogni tipo di limiti. Non è un caso che uno dei libri che circola negli ambienti militari è dal titolo significativo Guerra senza limiti Libreria editrice goriziana. Di questo libro esiste anche un’edizione curata dallo Stato Maggiore italiano.  

   Tornando ai Rfid nel cervello dei soldati il colonnello William Osborne in  Information Operations: a new war-fighting capability, in Project Air Force 2025 (17 giugno 1996), disse: “Stiamo evolvendo verso l’impianto tecnologico …La popolazione civile accetterà l’impianto di microscopici chips nel cervello di membri delle forze armate”. In sostanza la prospettiva per il futuro è di avere dei soldati robot.

 

RFID CEREBRALE PROGETTI MILITARI

 

Cervello fuori controllo

 

L’impianto del biochip può monitorare lo stato di salute, salvare la vita, ma anche indurre azioni involontarie

 

DI ANTONIO TETI*
L’ultima e forse la più interessante delle iniziative, che peraltro sta facendo discutere molto l’opinione pubblica americana, è quella dello sviluppo delle tecnologie a radiofrequenze (Rfid), fruibile per ottenere informazioni utili in tempo reale sullo stato di salute dell’individuo. La notizia ci giunge da oltre oceano e più precisamente dal dipartimento della Difesa degli Stati Uniti che già da tempo ha iniziato ricerche e sperimentazioni su questa tecnologia e sulla sua possibile modalità di impiego nelle Forze Armate.
In tal senso, la struttura governativa statunitense ha deciso di stanziare la modica (si fa per dire) somma di 1,2 milioni di euro per verificare la possibilità di adottare la tecnologia Rfid per un progetto di sperimentazione particolarmente audace. L’idea è quella di poter impiantare un tag Rfid nel cranio dei soldati per poter osservare in tempo reale lo stato delle funzioni vitali dei militari mediante tag dotati di biosensori in grado di rilevare, ad esempio, informazioni sul livello di glucosio, ossigeno e altre sostanze presenti nel sangue. L’accordo, stipulato con il Centro Bioelectronics, biosensors, and biochips (C3B) dell’Università di Clemson, si svilupperà in un arco temporale di cinque anni. Il direttore del C3B, Anthony Guiseppi-Elie professore di ingegneria e bioingegneria chimica e molecolare, asserisce che i biosensori collegati al chip Rfid «…avranno lo scopo di segnalare costantemente lo stato di salute dei militari e di permettere, in caso di incidente o ferimento, un’immediata segnalazione del livello di gravità del caso. Spesso molte persone non sopravvivono a seguito di una emorragia interna, pertanto sapere immediatamente – al momento del ricovero – qual è il tasso di ossigeno nel sangue può rappresentare per loro la migliore possibilità di salvezza. Il nostro obiettivo è solo quello di migliorare la qualità delle terapie. E questo non soltanto per i soldati, ma anche per tutti i civili vittime di incidenti». Tuttavia a quanto si evince dalle informazioni fruibili proprio sul portale del C3B (http://www.clemson.edu/c3b/) i tag possono contenere informazioni a più ampio spettro: storia clinica del paziente, sulla propria famiglia, gli interventi subiti, le terapie farmacologiche, eccetera.
Questa notizia rappresenta la naturale conseguenza di sperimentazioni effettuate nel passato. Mi riferisco, in particolare, al famigerato progetto Mkultra statunitense. Mkultra si riferisce a una serie di attività segretissime svolte dalla Cia tra gli anni 50 e 60 che aveva come obiettivo quello di influenzare e controllare il comportamento di determinate persone (cosiddetto controllo mentale) mediante l’utilizzo di farmaci e l’impianto di alcuni sensori radiocomandati. Il progetto, mai reso ufficialmente pubblico dalla Cia, fu “svelato” da una serie di testimonianze dirette che denunciavano misteriosi esperimenti condotti su persone di diversa nazionalità effettuate da personale afferente a università americane e da agenti dell’intelligence. Tali esperimenti, tra l’altro, prevedevano la somministrazione dell’ipnosi, sieri della verità, messaggi subliminali, Lsd e altri tipi di violenze psicologiche. La scopo principale del progetto era quello di modificare il livello di percezione della realtà delle persone sottoposte ai trattamenti costringendole, a livello inconsapevole, a compiere azioni o ad assumere comportamenti specifici al verificarsi di determinate condizioni. Sembra addirittura che tra le azioni previste ci fosse anche la possibilità di creare degli assassini inconsapevoli. Soltanto nel 1977, alcuni documenti che testimoniavano la partecipazione diretta della Cia al programma Mkultra furono pubblicizzati e il progetto fu portato all’attenzione dell’opinione pubblica. Solo nel 1995 l’ex presidente Bill Clinton, dopo le proteste del Comitato dei sopravvissuti agli esperimenti di controllo mentale su esseri umani, ha chiesto pubblicamente scusa al paese e alle vittime di questi esperimenti, affermando che non se ne sarebbe più fatto uso. Splendido, se fosse stato vero… Nel 1995 le Forze Armate Usa promossero una ricerca alla Tulane University sulla possibilità di inserimento di elettrodi nel cervello di individui affetti da turbe psichiche per misurare gli effetti di droghe psichedeliche. Nel 1996 un documento sconcertante, pubblicato da Nexus New Times (edizione italiana 6 luglio-agosto 1996) elenca una serie di azioni per giustificare una causa intentata contro la National security agency (Nsa) statunitense. Nel documento si afferma: «Il Domint (Domestic surveillance and mind control technology) della Nsa ha la capacità di condurre operazioni di controllo psicologico occulto… tiene sotto controllo tutti i pc e altri computer venduti negli Usa… (…). La Nsa dispone di attrezzature elettroniche esclusive che analizzano a distanza l’attività elettrica negli esseri umani (…) la Nsa registra e decodifica mappe del cervello individuali (relative a centinaia di migliaia di persone). (…) Discorsi, suono a 3D e audio sublimali possono essere inviati alla corteccia del cervello del soggetto… e immagini… alla corteccia visiva: l’Rnm può alterare le percezioni, gli stati d’animo e il controllo motorio…». Ma come risulta possibile tutto ciò? Come risulterebbe controllabile un cervello umano? Cerchiamo di spiegarlo nel modo più semplice. La Nsa rappresenta la più autorevole (e sicuramente più potente) struttura di raccolta delle informazioni esistente sul pianeta. Le sue basi (almeno quelle conosciute) sono dislocate in diversi punti del globo, ma poco si conosce delle sue attività e dei compiti assegnati. Di sicuro è noto che si occupa di operazioni denominate Comint (Communications intelligence) che mirano al reperimento e all’analisi di tutte le informazioni che viaggiano attraverso l’etere. Tra le varie “mission” della Nsa c’è quella del Sigint (Signals intelligence) che si è evoluta nel corso degli anni in un programma di decodifica delle onde Emf (Frequenze elettromagnetiche), che spazia dalla ricezione di quelle prodotte dai computer a quelle prodotte dal corpo umano. Il sistema Sigint si basa sul fatto che in ogni ambiente pervaso da correnti elettriche si genera un campo magnetico che genera onde Emf.
Il funzionamento del sistema è il seguente: il campo magnetico prodotto da un soggetto può essere rilevato e controllato ovunque esso sia. Mediante speciali attrezzature Emf in dotazione alla Nsa, i crittologi sono in grado di rilevare i segnali nervosi tradotti da un elettroencefalogramma per poi codificarli in tipologie di pensiero e stati mentali della persona. Pertanto il soggetto può essere perfettamente monitorato e stimolato anche a distanza, mediante un Emf brain stimulation. La tecnica nasce dalle ceneri del progetto Mkultra e includeva le ricerche nel settore neurologico soprattutto nello sviluppo delle “radiazioni bioelettriche (Emf non ionizzate). I risultati conseguiti in queste tecnologie segrete sono state catalogate dalla Nsa come “Radiazioni intelligenti” meglio identificate come «informazioni elettromagnetiche involontarie diffuse nell’ambiente non radioattive o nucleari». Tutto il progetto è avvolto nel più assoluto segreto e la Nsa è indisponibile alla divulgazione, al pubblico, di qualsiasi informazione o commento sulla metodologia in questione. Naturalmente tutto ciò potrebbe essere facilitato dall’inserimento di un moderno tag Rfid.
* Docente di informatica
all’Università di Chieti-Pescara

Nella testa di un uomo
Campi bioelettrici. Inserendo un sensore Rfid nella corteccia cerebrale è possibile decodificare le onde Emf (frequenze elettromagnetiche misurabili in un range di 30-50 Hz 5 milliwatt) generate dalle attività neuronali attraverso spostamenti elettrici. Ogni pensiero, reazione, movimento, evento uditivo o visivo può non solo essere letto in chiave di stato di salute ma anche controllato in maniera remota da un pc.

Il tatto 9 Hz. Agire sulla corteccia somatosensoriale significa agire sulla percezione del tatto, della temperatura, del dolore, sul controllo della posizione del corpo nello spazio (e anche i confini del corpo).

L’udito
15 Hz. La frequenza presente nell’area del cervello deputata all’elaborazione dei suoni. La stimolazione diretta di questa area bypassa le orecchie.

La visione 25 Hz. Stimolando a questa frequenza l’area cerebrale deputata a elaborare le immagini che arrivano dagli occhi, la persona vede anche a occhi chiusi.

Il movimento 10 Hz. La frequenza relativa alla corteccia motoria necessaria al coordinamento degli impulsi motori.

Il ragionamento
20 Hz. L’area cerebrale di elaborazione del pensiero può essere “attivata” attraverso il subconscio.

Link http://www.novaonline.ilsole24ore.com/converging-technologies/2008/02/28/4_C.php

da Nova del 28 febbraio 2008





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