RFID NEL CRANIO DEI SOLDATI
Su Nova del 28 febbraio 2008 giornale telematico de Il Sole 24ORE (ben noto giornale padronale) esce la notizia che il Dipartimento della “Difesa” USA ha da tempo iniziato ricerche e sperimentazioni sulla tecnologia Rfid e sulla sua modalità d’impiego nelle Forze Armate.
Questa notizia non deve far scalpore poiché nel complesso delle strategie militari USA noto come Revolution off Military Affairs Information (RMA) tra tecnologie che s’intende sviluppare sono:
1° La Psicotecnologia. E una tecnologia che emula, estende e amplifica le funzioni senso-motorie, psicologiche e cognitive della mente. Dovrebbero consentire di manipolare le percezioni e il credo sia dei propri soldati sia di quelli avversari.
2° Le nanotecnologie. Tecnologia di miniaturizzazione spinta.
3° Le Reti Neurali Artificiali. Sono una nuova generazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale che tende a emulare la fisiologia del cervello umano basato sulla connessione di neuroni biologici. Una Rete Neurale Artificiale è formata da un certo numero di nodi computerizzati collegati in una rete mediante interconnessioni flessibili (detti anche neurodi).
E ormai noto (non al largo pubblico purtroppo, dello sviluppo delle armi elettromagnetiche. La sperimentazione di tali armi è segretissima e la popolazione civile diventa una cavia umana. Un esempio tra i tanti: alcuni giornali americani del 26 marzo 1978 scrivevano che in numerosi quartieri della città di Eugene nello stato dell’Oregon, a un’altezza di 9.000 metri alla verticale, è stato avvertito un segnale radio molto potente la cui origine è sconosciuta. Si trattava di un segnale radio di un impulso a 4,75 Hz a 1.100 periodi il secondo di potenza pari a 500.000 Watt. Thomas Deposkey, cittadino di questa città, percepiva strane vibrazioni e sentiva delle voci, e soffirva d’insonnia. La Federal Communication Commission (l’organismo governativo incaricato delle comunicazioni) scoprì che il segnale proveniva da un trasmettitore della marina americana. La marina declinò ogni responsabilità e l’inchiesta fu archiviata. Ancora oggi gli abitanti di Eugene soffrono di strani disturbi a causa d’invisibili raggi elettromagnetici.
Queste nuove frontiere della guerra che assume forme “non militari di conflitto” (sabotaggio delle reti informatiche, manipolazioni finanziarie distruttive, diffusione di malattie dell’uomo e dei raccolti, ecc) necessita tipi particolari di combattenti. Poiché ogni tipo di morale ed etica scompare poiché scompare ogni tipo di limiti. Non è un caso che uno dei libri che circola negli ambienti militari è dal titolo significativo Guerra senza limiti Libreria editrice goriziana. Di questo libro esiste anche un’edizione curata dallo Stato Maggiore italiano.
Tornando ai Rfid nel cervello dei soldati il colonnello William Osborne in Information Operations: a new war-fighting capability, in Project Air Force 2025 (17 giugno 1996), disse: “Stiamo evolvendo verso l’impianto tecnologico …La popolazione civile accetterà l’impianto di microscopici chips nel cervello di membri delle forze armate”. In sostanza la prospettiva per il futuro è di avere dei soldati robot.
RFID CEREBRALE PROGETTI MILITARI
Cervello fuori controllo
L’impianto del biochip può monitorare lo stato di salute, salvare la vita, ma anche indurre azioni involontarie
DI ANTONIO TETI*
L’ultima e forse la più interessante delle iniziative,
che peraltro sta facendo discutere molto l’opinione pubblica americana, è quella
dello sviluppo delle tecnologie a radiofrequenze (Rfid), fruibile per ottenere
informazioni utili in tempo reale sullo stato di salute dell’individuo. La
notizia ci giunge da oltre oceano e più precisamente dal dipartimento della
Difesa degli Stati Uniti che già da tempo ha iniziato ricerche e sperimentazioni
su questa tecnologia e sulla sua possibile modalità di impiego nelle Forze
Armate.
In tal senso, la struttura governativa statunitense ha deciso di
stanziare la modica (si fa per dire) somma di 1,2 milioni di euro per verificare
la possibilità di adottare la tecnologia Rfid per un progetto di sperimentazione
particolarmente audace. L’idea è quella di poter impiantare un tag Rfid nel
cranio dei soldati per poter osservare in tempo reale lo stato delle funzioni
vitali dei militari mediante tag dotati di biosensori in grado di rilevare, ad
esempio, informazioni sul livello di glucosio, ossigeno e altre sostanze
presenti nel sangue. L’accordo, stipulato con il Centro Bioelectronics,
biosensors, and biochips (C3B) dell’Università di Clemson, si svilupperà in un
arco temporale di cinque anni. Il direttore del C3B, Anthony Guiseppi-Elie
professore di ingegneria e bioingegneria chimica e molecolare, asserisce che i
biosensori collegati al chip Rfid «…avranno lo scopo di segnalare costantemente
lo stato di salute dei militari e di permettere, in caso di incidente o
ferimento, un’immediata segnalazione del livello di gravità del caso. Spesso
molte persone non sopravvivono a seguito di una emorragia interna, pertanto
sapere immediatamente – al momento del ricovero – qual è il tasso di ossigeno
nel sangue può rappresentare per loro la migliore possibilità di salvezza. Il
nostro obiettivo è solo quello di migliorare la qualità delle terapie. E questo
non soltanto per i soldati, ma anche per tutti i civili vittime di incidenti».
Tuttavia a quanto si evince dalle informazioni fruibili proprio sul portale del
C3B (http://www.clemson.edu/c3b/) i tag possono contenere informazioni a più
ampio spettro: storia clinica del paziente, sulla propria famiglia, gli
interventi subiti, le terapie farmacologiche, eccetera.
Questa notizia
rappresenta la naturale conseguenza di sperimentazioni effettuate nel passato.
Mi riferisco, in particolare, al famigerato progetto Mkultra statunitense.
Mkultra si riferisce a una serie di attività segretissime svolte dalla Cia tra
gli anni 50 e 60 che aveva come obiettivo quello di influenzare e controllare il
comportamento di determinate persone (cosiddetto controllo mentale) mediante
l’utilizzo di farmaci e l’impianto di alcuni sensori radiocomandati. Il
progetto, mai reso ufficialmente pubblico dalla Cia, fu “svelato” da una serie
di testimonianze dirette che denunciavano misteriosi esperimenti condotti su
persone di diversa nazionalità effettuate da personale afferente a università
americane e da agenti dell’intelligence. Tali esperimenti, tra l’altro,
prevedevano la somministrazione dell’ipnosi, sieri della verità, messaggi
subliminali, Lsd e altri tipi di violenze psicologiche. La scopo principale del
progetto era quello di modificare il livello di percezione della realtà delle
persone sottoposte ai trattamenti costringendole, a livello inconsapevole, a
compiere azioni o ad assumere comportamenti specifici al verificarsi di
determinate condizioni. Sembra addirittura che tra le azioni previste ci fosse
anche la possibilità di creare degli assassini inconsapevoli. Soltanto nel 1977,
alcuni documenti che testimoniavano la partecipazione diretta della Cia al
programma Mkultra furono pubblicizzati e il progetto fu portato all’attenzione
dell’opinione pubblica. Solo nel 1995 l’ex presidente Bill Clinton, dopo le
proteste del Comitato dei sopravvissuti agli esperimenti di controllo mentale su
esseri umani, ha chiesto pubblicamente scusa al paese e alle vittime di questi
esperimenti, affermando che non se ne sarebbe più fatto uso. Splendido, se fosse
stato vero… Nel 1995 le Forze Armate Usa promossero una ricerca alla Tulane
University sulla possibilità di inserimento di elettrodi nel cervello di
individui affetti da turbe psichiche per misurare gli effetti di droghe
psichedeliche. Nel 1996 un documento sconcertante, pubblicato da Nexus New Times
(edizione italiana 6 luglio-agosto 1996) elenca una serie di azioni per
giustificare una causa intentata contro la National security agency (Nsa)
statunitense. Nel documento si afferma: «Il Domint (Domestic surveillance and
mind control technology) della Nsa ha la capacità di condurre operazioni di
controllo psicologico occulto… tiene sotto controllo tutti i pc e altri computer
venduti negli Usa… (…). La Nsa dispone di attrezzature elettroniche esclusive
che analizzano a distanza l’attività elettrica negli esseri umani (…) la Nsa
registra e decodifica mappe del cervello individuali (relative a centinaia di
migliaia di persone). (…) Discorsi, suono a 3D e audio sublimali possono essere
inviati alla corteccia del cervello del soggetto… e immagini… alla corteccia
visiva: l’Rnm può alterare le percezioni, gli stati d’animo e il controllo
motorio…». Ma come risulta possibile tutto ciò? Come risulterebbe controllabile
un cervello umano? Cerchiamo di spiegarlo nel modo più semplice. La Nsa
rappresenta la più autorevole (e sicuramente più potente) struttura di raccolta
delle informazioni esistente sul pianeta. Le sue basi (almeno quelle conosciute)
sono dislocate in diversi punti del globo, ma poco si conosce delle sue attività
e dei compiti assegnati. Di sicuro è noto che si occupa di operazioni denominate
Comint (Communications intelligence) che mirano al reperimento e all’analisi di
tutte le informazioni che viaggiano attraverso l’etere. Tra le varie “mission”
della Nsa c’è quella del Sigint (Signals intelligence) che si è evoluta nel
corso degli anni in un programma di decodifica delle onde Emf (Frequenze
elettromagnetiche), che spazia dalla ricezione di quelle prodotte dai computer a
quelle prodotte dal corpo umano. Il sistema Sigint si basa sul fatto che in ogni
ambiente pervaso da correnti elettriche si genera un campo magnetico che genera
onde Emf.
Il funzionamento del sistema è il seguente: il campo magnetico
prodotto da un soggetto può essere rilevato e controllato ovunque esso sia.
Mediante speciali attrezzature Emf in dotazione alla Nsa, i crittologi sono in
grado di rilevare i segnali nervosi tradotti da un elettroencefalogramma per poi
codificarli in tipologie di pensiero e stati mentali della persona. Pertanto il
soggetto può essere perfettamente monitorato e stimolato anche a distanza,
mediante un Emf brain stimulation. La tecnica nasce dalle ceneri del progetto
Mkultra e includeva le ricerche nel settore neurologico soprattutto nello
sviluppo delle “radiazioni bioelettriche (Emf non ionizzate). I risultati
conseguiti in queste tecnologie segrete sono state catalogate dalla Nsa come
“Radiazioni intelligenti” meglio identificate come «informazioni
elettromagnetiche involontarie diffuse nell’ambiente non radioattive o
nucleari». Tutto il progetto è avvolto nel più assoluto segreto e la Nsa è
indisponibile alla divulgazione, al pubblico, di qualsiasi informazione o
commento sulla metodologia in questione. Naturalmente tutto ciò potrebbe essere
facilitato dall’inserimento di un moderno tag Rfid.
* Docente di
informatica
all’Università di Chieti-Pescara
Nella testa di un
uomo Campi bioelettrici. Inserendo un sensore Rfid nella corteccia
cerebrale è possibile decodificare le onde Emf (frequenze elettromagnetiche
misurabili in un range di 30-50 Hz 5 milliwatt) generate dalle attività
neuronali attraverso spostamenti elettrici. Ogni pensiero, reazione, movimento,
evento uditivo o visivo può non solo essere letto in chiave di stato di salute
ma anche controllato in maniera remota da un pc.
Il tatto 9 Hz. Agire sulla corteccia somatosensoriale
significa agire sulla percezione del tatto, della temperatura, del dolore, sul
controllo della posizione del corpo nello spazio (e anche i confini del
corpo).
L’udito 15 Hz. La frequenza presente nell’area
del cervello deputata all’elaborazione dei suoni. La stimolazione diretta di
questa area bypassa le orecchie.
La visione 25 Hz. Stimolando a questa frequenza l’area cerebrale deputata a elaborare le immagini che arrivano dagli occhi, la persona vede anche a occhi chiusi.
Il movimento 10 Hz. La frequenza relativa alla corteccia
motoria necessaria al coordinamento degli impulsi motori.
Il
ragionamento 20 Hz. L’area cerebrale di elaborazione del pensiero può
essere “attivata” attraverso il subconscio.
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