Torino. La Resistenza non è in vendita. Scritte all'assessorato alla cultura



Torino. La Resistenza non è in vendita. Scritte all’assessorato alla cultura

 

Alcuni antifascisti, la sera del 9 aprile, hanno scritto all’assessore Alfieri. La lettera era breve ed è comparsa sui muri dell’Assessorato alla cultura in via S. Francesco da Paola 3:

“25 aprile. La Resistenza non è in vendita”.

 

Ecco le foto scattate da un reporter di passaggio:

http://piemonte.indymedia.org/article/4659

 

Il 25 aprile quest’anno cade di sabato. I gestori delle catene di supermercati Pam, Lidl e Zena scrivono in comune pretendendo che i negozi restino aperti. Gli affari sono affari e chissenefrega del 25 aprile. L’assessore alla cultura, Fiorenzo Alfieri, si schiera subito con i bottegai: in quei giorni c’è la “biennale della democrazia” e i turisti devono poter gustare a fondo la democrazia. E cosa c’è di più sano, di più democratico, di più libero dello shopping?

In questi tempi di revisionismo, di vie titolate a fascisti ed aguzzini, di leggi razziste, di bus separati, di prigioni per stranieri, di stragi nei mari i negozi aperti il 25 aprile possono parere una bazzecola.

Eppure, se ci pensate bene, quando i bottegai pretendono di modellare la vita civile, quando l’assessore alla “cultura” si schiera con i bottegai, quando il ritmo delle merce disegna le relazioni sociali sono tempi grami, tempi di follia e di barbarie.

Tempi che puzzano di fascismo.

C’è chi cerca di mutare di segno alla lotta partigiana e chi, più semplicemente, vuole cancellare la memoria.

Quando la sinistra non meno della destra equipara vittime ed aguzzini, parla di riconciliazione nazionale, di chiusura di un’epoca, di fatto riabilita il fascismo, mettendo sullo stesso piano chi combatté per la libertà e la giustizia sociale e chi si schierò con la dittatura, l’oppressione, lo sfruttamento, la discriminazione.

 

La destra vorrebbe che il 25 aprile fosse abolito dal calendario, la sinistra lo annulla facendone una delle tante giostre nel luna park del business.

 

Ma c’è chi non dimentica, c’è chi resta orgogliosamente di parte. Partigiano. Partigiano della libertà.

 

Federazione Anarchica Torinese – FAI

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