Avigliana: scarpe vecchie e manichini insanguinati alla Azimut
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- Date: Mon, 30 Mar 2009 02:48:29 +0200
Avigliana: scarpe vecchie e
manichini insanguinati alla Azimut Il 28 marzo del 1997 la
nave albanese Kater I Rades affondava nell’Adriatico: era stata speronata da una
corvetta della Marina Militare Italiana, la Sibilla.
Morirono 106 persone,
colpevoli di fuggire alla guerra civile scoppiata nel loro
paese. Questa notte, a 12 anni
dalla strage, alcuni antirazzisti e antimilitaristi hanno appeso alle finestre
all’ingresso della Azimut di Avigliana due striscioni con le scritte “No alle
produzioni di morte, no all’industria della guerra”, “In memoria del 106 morti
della Kater I Rades”. Appoggiato all’ingresso un
manichino bianco macchiato di vernice rossa, rossa come il sangue dei profughi e
degli immigrati morti in mare. Intorno scarpe vecchie, quello che le onde
restituiscono dei naufraghi. Per chi non lo sapesse la
Azimut sin dal Qui trovate le foto
scattate da un anonimo reporter di passaggio: http://piemonte.indymedia.org/article/4534 Facciamo un passo indietro.
Marzo In Italia governava il
centro sinistra. Primo ministro di un governo dominato dai DS con l’appoggio di
Rifondazione Comunista era Romano Prodi. In parlamento la Camera dei deputati
era presieduta da Irene Pivetti, allora in versione beghina leghista, che
chiedeva apertamente che si sparasse alle navi dei profughi e li si buttasse a
mare. Ministro dell’Interno era
l’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Napolitano, in
accordo con Berisha, emesse un decreto di emergenza per il respingimento e
l’espulsione degli albanesi. Da lì al blocco navale il passo fu breve.
Unità della Marina Militare
Italiana, le cui regole di ingaggio non sono mai state chiarite, formarono un
muro di fronte alle coste albanesi. C’erano tutte le condizioni
per una tragedia. Il 28 marzo 1997 un’unità
della Marina Militare, la Sibilla, intercettò una carretta zeppa di profughi, la
Kater I Rades. Il mare era mosso e la Sibilla si avvicinò tanto, troppo, alla
nave albanese, sino a speronarla. La Kater I Rades affondò con il suo carico
umano. I morti furono 106. Il governo italiano parlò
di incidente, la magistratura quasi dieci anni dopo condannò i due comandanti:
Namik Xhaferi, della Kater I Rades, a otto anni, e Maurizio Laudadio, della
Sibilla, a tre. Gli antirazzisti oggi come
allora, dicono che è stata una strage. Una strage di
Stato. Ad Avigliana, all’imbocco
di quella Val Susa, dove negli anni Settanta le lotte antimilitariste ed uno
storico sciopero alle officine Moncenisio ottennero la riconversione ad usi
civili di alcune produzioni belliche, c’è la Azimut Benelli.
In questi ultimi mesi la
crisi ha colpito duro anche alla Azimut con licenziamenti e cassa integrazione.
Lo scorso novembre sono stati lasciati a casa 200 lavoratori a termine, tra
gennaio e febbraio di quest’anno è scattata la cassa integrazione per 950 su
1200 addetti dello stabilimento di Avigliana. La Azimut produce yacht di
lusso, ma, dal I pattugliatori servono al
contrasto dell’immigrazione clandestina ed operano in tutto il Mediterraneo, un
mare che è divenuto un enorme cimitero per le migliaia di disperati che lo
attraversano diretti verso l’Europa, in cerca di un futuro, di un’opportunità di
vita. I padroni lucrano sulle
vite di tutti i lavoratori, immigrati o nativi. Sono gli stessi che lasciano a
casa gli operai quando i profitti calano, gli stessi che producono navi da
guerra contro i lavoratori migranti. La solidarietà tra gli sfruttati è il mezzo
più efficace contro chi guadagna sulla pelle di ciascuno di noi.
Federazione Anarchica
Torinese – FAI Corso Palermo 46 – la sede
è aperta ogni giovedì dalle 21 338
6594361 |
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